Irlanda, quel verde che ti rapisce l'anima

La storia di una comunità che ha sintetizzato il meglio dei due Paesi. E con una radicata eredità culturale che oggi si proietta anche sul web.
28 Luglio 2010 | di
Dublino
Se pensate che in Inghilterra piova per la maggior parte dell’anno, allora dovete ricredervi. In Irlanda è anche peggio con una media, in qualche regione, di circa 275 giorni di pioggia all’anno che contribuisce all’immagine del Paese del Trifoglio immerso nel verde, esportata all’estero con successo dato l’alto flusso turistico verso l’isola che si affaccia sull’Oceano Atlantico. Non fu certamente la pioggia che fece demordere le migliaia di italiani che la scelsero come propria dimora già a partire dall’inizio del secolo scorso. Ed è proprio qui che i nostri connazionali, trovando abbondanza di patate e un mare pescosissimo, abbinarono i due prodotti creando il Fish and Chips: piatto economico, gustoso e originale. Ma, dato il loro numero esiguo rispetto alle altre comunità, per esempio in Europa e in America, in pochi si sono occupati di loro anche se l’interesse è notevolmente cresciuto negli ultimi decenni.
Tra i veri paladini degli italiani in Irlanda, trova un posto di tutto rispetto il professor Enzo Farinella che ha unito la sua passione di storico al debito di gratitudine per il Paese dove ha costruito la sua carriera e la sua famiglia. Arrivato in Irlanda nel 1971 come insegnante di Antropologia filosofica, da allora ha dato voce, anche grazie alle sue corrispondenze giornalistiche, agli italiani che come lui costituivano una piccola ma industriosa comunità a Dublino, e ha scoperto i tanti punti in comune non solo tra i nostri due Paesi ma anche con la Sicilia, sua regione natale: «Da isolano di nascita sono diventato isolano d’adozione, e ho cercato di essere in Irlanda un buon ambasciatore della Sicilia e dell’Italia, e viceversa. A questa passione si è associato uno studio approfondito divenuto nel corso degli anni materiale per articoli di giornale e libri». Enzo ha spaziato da ricerche più generali sulla cultura gaelica alla figura di San Cataldo: il monaco irlandese che compì la sua opera di evangelizzazione a Taranto, allo studio sui legami tra le sorelle Bronte e l’omonima città in provincia di Catania che, tra l’altro, diede i natali al cardinale Antonio Saverio De Luca, autore di una Storia d’Irlanda dal 1536 al 1829, conservata gelosamente nella Biblioteca del Collegio Capizzi. Ma Enzo, che è anche stato Addetto culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino, capì l’importanza di ampliare i rapporti tra le città e tra le due nazioni. Divenuto direttore del Casa Italia Cultural Centre di Dublino, istituzione culturale per la diffusione delle nostre tradizioni, iniziò a promuovere i gemellaggi in uno spirito di pace e fratellanza tra i popoli. «Il loro scopo – continua il professore, nato a Palermo nel 1946 – è di creare condizioni per una migliore comprensione e amicizia tra i Paesi nonché per approfondire le radici del nostro essere europei». Nel suo libro dal titolo Gemellaggi tra Italia e Irlanda, Farinella aggiunge: «C’è sempre stata tanta ammirazione tra Italia e Irlanda, e la dignità della nazione irlandese, eroica nella rivendicazione della sua identità e incrollabile nella difesa della sua fede ancestrale, sembrava nobilitasse ancor più i nuovi legami tra cittadine, scuole e organizzazioni delle due rispettive nazioni che, oltre a ravvicinare Italia e Irlanda, hanno creato e continuano a creare quei vincoli essenziali di fratellanza e amicizia sui quali dovrebbe essere basata la nuova Unione Europea». Grazie a Enzo Farinella, rappresentante presso le Nazioni Unite per i gemellaggi tra Italia e Irlanda, non solo sono nati decine di twinnings tra le città, ma anche tra scuole e club al fine di esaltare i legami culturali e crescere una generazione che si senta davvero cittadina del mondo, con il dovuto rispetto per le reciproche tradizioni.
Cittadino del mondo è senz’altro Francesco Dominoni, fondatore e direttore del sito www.irlandiani.com a cui il nostro giornale ha dedicato un articolo sul numero 11, del novembre 2009. «Emigrato doc» come Enzo Farinella, Dominoni ha scelto il mondo di internet, con le sue infinite potenzialità, per dare voce ai connazionali che da generazioni vivono in Irlanda, e a quelli come lui emigrati di recente e attratti dalle opportunità di lavoro, dalla bellezza del Paese e dalla sua cultura. Giunto a Dublino nel 2002 con un passato da giornalista, una laurea in Scienze politiche e la passione per le nuove tecnologie, ha puntato sul web per offrire uno strumento nuovo e al passo coi tempi per unire la comunità, darle una voce e creare un legame stabile con l’Italia pur senza interferire con i giornali locali d’emigrazione, e anzi avviando con essi una collaborazione fruttuosa: anche Enzo Farinella è stato «reclutato» come corrispondente. È nato così, nel 2006, un sito ricco e dinamico con molte informazioni pratiche su come affrontare una nuova vita in Irlanda. Da esso si sono sviluppati nel tempo altri progetti. Dominoni, classe 1970, è infatti pieno di risorse, e vuole approfondire e allargare i rapporti tra i nostri Paesi anche in settori ancora poco esplorati. «Irlandiani.com è in continua crescita – ci spiega. Attiriamo non solo l’attenzione degli italiani in Irlanda, ma anche delle istituzioni». Dominoni, originario di Montebelluna, in provincia di Treviso, si riferisce tra l’altro al libro: Italians in Ireland: Storie, successi e personaggi di un popolo in movimento (in vendita sul sito: www.francescodominoni.com), testo da lui scritto sull’emigrazione italiana in Irlanda attraverso la storia di nove protagonisti, arricchito da documenti storici, e che ha presentato a Roma, al ministro degli Esteri Franco Frattini e che, nell’autunno prossimo, sarà presentato in Senato. La mente vulcanica di Francesco ha concepito anche una collaborazione tra intelligenze coinvolgendo gli atenei e, al fine di promuovere anche gli scambi turistici, ha organizzato un torneo di golf. Dominoni comprende la natura dell’emigrato avendo dovuto adattarsi egli stesso a diverse realtà fin da bambino. «Mio padre lavorava per il Ministero degli Esteri nell’ambito della Cooperazione Italiana per lo Sviluppo – racconta – e, seguendolo nei suoi spostamenti, ho vissuto in varie parti dell’Africa: Etiopia, Eritrea, Uganda, Ciad, Tanzania.
In Eritrea, ex colonia italiana durante il regime fascista, imperversava la guerra civile. Nel 1988 c’era il rischio che la scuola italiana di Asmara potesse essere chiusa. In qualità di capoclasse scrissi un appello all’allora ministro degli Esteri, Giulio Andreotti il quale mi rispose, e salvò la scuola». Memore di quell’esperienza, Dominoni ha voluto creare un ponte con gli oltre duemila italiani che vivono nell’Irlanda del Nord, più isolati rispetto ai connazionali dell’Irlanda del Sud. «Dalla nascita del portale, molte persone dall’Ulster ci hanno contattato chiedendoci di riservare anche uno spazio alla loro comunità, progetto che realizzeremo il prossimo anno. Il 30 maggio scorso abbiamo organizzato una grande festa insieme ad alcuni italiani dell’Irlanda del Nord». Un segnale in più per superare le barriere che la politica alza ma che, in nome dell’amicizia e della fratellanza, persone come Enzo e Francesco vogliono abbattere.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017