Tre Paesi nel pallone
Londra
Di primo acchito, Sutera, Dillingen e Broxbourne potrebbero avere poco o nulla in comune se non il fatto di essere laboriose cittadine rispettivamente della Sicilia centrale, della Germania meridionale e dell’Inghilterra, a poche centinaia di chilometri da Londra. Eppure, per iniziativa di un sindaco esperto di storia della sua terra e sensibile, in particolare, al grande flusso migratorio dei suoi concittadini, e grazie a un valido pool di collaboratori, si è creato un legame, consolidatosi negli anni, che ha unito queste tre città, sviluppando un fertile scambio culturale nell’ambito di un europeismo fatto di persone prima ancora che di merci e di denaro. Questo primo cittadino si chiama Gero Difrancesco, ed è un uomo d’azione.
Già nel 2003, durante il suo primo mandato di sindaco di Sutera, piccolo comune nel cuore della Trinacria, Difrancesco – riconfermato nel 2008 – aveva ereditato dalla precedente amministrazione il gemellaggio con queste due città europee, intensificando a sua volta i rapporti con i rispettivi sindaci, con le scuole e con gli emigrati suteresi. «Credo molto nei gemellaggi – ammette Difrancesco –: sono un veicolo per far crescere le nuove generazioni e per formare in loro una cultura più aperta nei confronti del processo d’integrazione a livello europeo». Ecco perchè nel 2009, Difrancesco e la presidente del Comitato per i gemellaggi di Sutera, Brigitte Speranzoni, hanno lanciato l’idea di un incontro di calcio a cinque per ragazzi dai 15 ai 18 anni, con l’obiettivo di creare un rapporto d’amicizia e solidarietà tra Sutera e gli altri due comuni diventati seconda patria per molti dei suoi conterranei. «Abbiamo ideato un torneo di calcio – aggiunge Difrancesco – perché crediamo nei valori internazionali dello sport che fa conoscere e unisce le persone». Brigitte Speranzoni ha così coordinato i lavori con i presidenti degli altri Comitati del gemellaggio per avviare una complessa macchina fatta di trasferte, di rapporti con le istituzioni locali, di incontri e di logistica sportiva.
Il Comune di Sutera si è posto al centro di un interscambio che ha coinvolto centinaia di persone che hanno approfittato anche di questa occasione per riallacciare i rapporti con la propria terra. «I suteresi – aggiunge il primo cittadino, autore di libri sulla storia di Sutera nonché responsabile dell’Archivio storico della provincia di Caltanissetta – sono emigrati all’inizio del Novecento, soprattutto verso le Americhe; e negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso verso la Germania e l’Inghilterra dove hanno trovato impiego nelle acciaierie tedesche e nelle fabbriche di mattoni inglesi. Grazie alla loro esperienza nei latifondi siciliani, hanno portato anche un contributo notevole alla lavorazione della campagna e alla cura dei giardini locali. Sutera è sempre stata vicina ai propri figli sparsi nel mondo, e il torneo di calcio ha rappresentato un vero successo per i rapporti con le nostre comunità all’estero, in particolare tra i giovani di seconda generazione. Costoro, cresciuti in Germania e in Inghilterra, non hanno mai perso il rapporto con le origini, e a Broxbourne la squadra locale ha integrato perfino alcuni giovani di colore come espressione di una vera globalizzazione ovvero dell’amicizia tra i popoli». A unire simbolicamente queste tre città c’è anche la devozione dei suteresi verso san Paolino, patrono del piccolo comune in provincia di Caltanissetta; un santo venerato anche nel Duomo di Dillingen e nella chiesa italiana di Waltham Cross, vicino a Broxbourne.
«La festa patronale del nostro paese – dice Difrancesco – si festeggia nel santuario diocesano sul monte, famoso per il turismo religioso, e cade ogni martedì di Pasqua mentre i nostri concittadini all’estero la festeggiano la prima o l’ultima domenica di maggio. Per mettere d’accordo tutti, abbiamo deciso di svolgere il torneo – articolato in tre incontri nelle rispettive città, e in tre nella città che ospita la finale (quest’anno la città inglese, ndr) – l’ultima domenica di maggio». E così, con la protezione di san Paolino, lui stesso cittadino del mondo, nato nell’Alto Medioevo, francese di nascita e italiano d’adozione, l’incontro si è svolto senza intoppi e ha cementato un’amicizia tra i sindaci e tra i giovani. «Grazie a internet – aggiunge la tedesca Brigitte Speranzoni, sposata con un italiano e residente a Sutera da 15 anni – i nostri ragazzi mantengono i contatti, creano un nuovo flusso migratorio, accrescono la reciproca conoscenza, creano il valore dell’amicizia e della solidarietà oltre i confini nazionali».
L’emigrazione, pertanto, da fenomeno di triste dipartita dal proprio paese d’origine, grazie anche a queste iniziative diventa arricchimento per le persone e per le istituzioni. Il sindaco Difrancesco non si è fermato qui. Ha aiutato nelle ricerche una scrittrice americana, Linda Reeder, per la stesura di un libro sull’emigrazione suterese: Widows in White; ha organizzato la scorsa estate, una mostra fotografica con le immagini più significative dell’emigrazione trans-oceanica, e favorisce una politica di accoglienza di quei suteresi che desiderano tornare al paese d’origine. «I nostri anziani – aggiunge il sindaco – sono come gli indiani d’America: vogliono concludere la propria parabola umana nel paese in cui sono nati. Chi se lo può permettere, quindi, torna a Sutera. Ma chi invece è morto all’estero può ugualmente riposare nel nostro cimitero. Per iniziativa del nostro vicesindaco, Nino Pardi, abbiamo istituito il “Muro del Ricordo” dove collocare una lapide di un proprio caro sepolto in una altra parte del mondo. In questo modo, vogliamo ricomporre il nostro vastissimo albero genealogico per non perdere nessun figlio». E mentre già si inizia a lavorare al prossimo torneo (conclusosi quest’anno in assoluta parità), il sindaco Difrancesco, i Comitati per i gemellaggi e i ragazzi coinvolti in quest’iniziativa, sognano un mondo senza barriere in cui Sicilia, Europa e ogni altro continente del mondo, possano diventare una casa ospitale, rispettosa dei diritti di tutti e delle reciproche diversità.