Gran Bretagna

20 Luglio 2012 | di
Una galleria «made in Italy»
Non capita a tutti di lavorare a stretto contatto con artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Amedeo Modigliani e Gino Severini. O meglio, con le loro opere che, appese alle pareti dell’Estorick collection of modern italian art di Londra (nella foto), sono sopravvissute alla polvere e, ancora oggi, riflettono quell’italianità di inizio Novecento a lungo analizzata prima di venire, purtroppo, dimenticata. Roberta Cremoncini, direttrice della galleria aperta a Canonbury square nel 1998, è ben consapevole della sua fortuna. Settantanove opere di pittori italiani divise in sei gallerie, sistemate su tre piani e corredate da biblioteca e libreria: ecco il prezioso patrimonio che questa fiorentina ha il compito di gestire nella capitale britannica. Un’eredità lasciata alla Fondazione Estorick dallo stesso omonimo mecenate Eric (1913-1993), sociologo e scrittore ebreo di origine russa, nonché collezionista e mercante, che deve la sua passione per l’arte italiana al libro di Umberto Boccioni Pittura scultura futuriste (1914). Siamo negli anni ’40 del XX secolo, Estorick e la moglie Salome raggiungono la Svizzera per il loro viaggio di nozze. È qui che il collezionista legge per la prima volta il trattato del maestro futurista e inizia così a collezionare quadri realizzati nella prima metà del ’900. «Prima di tornare in America – racconta Roberta Cremoncini –, i due coniugi si spinsero a Milano, dove visitarono lo studio dell’artista Mario Sironi. In quest’occasione, Estorick comprò centinaia di disegni e dipinti». Negli anni Quaranta e Cinquanta il collezionista americano aumentò la sua raccolta di capolavori e organizzò mostre, sia in America che in Inghilterra. Se oggi le settantanove opere di proprietà della Estorick colle­ction sono ospitate in un bel palazzo georgiano – che è l’unico museo interamente dedicato all’arte italiana in tutto il Regno Unito –, il merito è anche della moglie di Eric e dei figli Isobele e Michael. Dalla sua apertura al pubblico, la Estorick colle­ction ha organizzato una cinquantina di esposizioni, con l’obiettivo di rendere familiare l’arte italiana del Novecento anche al grande pubblico internazionale. «La parte più bella del mio lavoro – continua la direttrice che vive a Londra dal 1991 – è la scelta delle mostre e il momento dell’allestimento, oltre alla collaborazione con persone interessanti». Nonostante la concorrenza dei grandi musei londinesi, come il Victoria and Albert Museum, la National Gallery o la National Portrait Gallery, la Estorick collection si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto e oggi attira specialmente l’attenzione delle nuove generazioni. Non di rado, infatti, varcando l’ingresso della pinacoteca ci si imbatte in scolaresche che, armate di foglio e matita, sono intente a copiare le opere straniere esposte. Gli artisti più apprezzati? «Giorgio Morandi e Alberto Burri – assicura Roberta Cremoncini –. Recentemente quest’ultimo è stato protagonista di una mostra che ha riscosso notevole successo di pubblico e stampa».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017