Gran Bretagna. United, anzi… Italian Kingdom
Quando loro, i giovani italiani che vivono a Londra, sono arrivati nella capitale britannica, i giornali cartacei per gli immigrati (oggi ribattezzati «expat») erano già in declino. Cresciuti nell’era digitale, questi ragazzi sono sempre informati su tutto e in tempo reale. È naturale che, trovandosi a vivere in una città attiva e stimolante, utilizzino internet, strumento a loro più congeniale, per parlare di un fenomeno che ha assunto dimensioni di straordinaria importanza anche dal punto di vista sociologico.
Gli italiani nel Regno Unito, ammonterebbero a circa 600 mila di cui più della metà residenti nella capitale britannica e di recentissima immigrazione. Negli ultimi anni sono sorte svariate piattaforme digitali che permettono loro di conoscersi, di scambiarsi informazioni e aiutarsi nell’affrontare problemi comuni. Il sito «Italian Kingdom» va oltre, affrontando il fenomeno nelle sue varie sfaccettature, oltre i luoghi comuni («a Londra si trova sempre lavoro», «Londra è invivibile», «a Londra gli stipendi sono molto più alti»), dando la parola ai giovani che lasciano il sicuro per l’incerto, spesso affrontando difficoltà e ristrettezze a cui non erano abituati.
Il sito, fondato all’inizio del 2015 da Stefano Broli – trentenne romano emigrato già da un paio d’anni, insieme con il socio e la fidanzata – gioca sulle parole: «Regno Italiano» è mutuato da United Kingdom, «Regno Unito». Ogni giorno, nella rubrica «Italiani» dà spazio a un connazionale che racconta la propria esperienza londinese. «Sono bastati un’idea e una squadra di ragazzi pronti a raccogliere una sfida – spiega Stefano – e nel giro di pochi mesi abbiamo collezionato moltissime esperienze che ora vorremmo pubblicare in un volume».
Stefano ha lanciato l’idea su Kickstarter, piattaforma di raccolta fondi, per reperire i finanziamenti e realizzare il progetto. «Il libro – continua il giovane laureato in lettere con un master in fotografia – si arricchirà della collaborazione della giornalista Silvia Favasulli, anche lei italo-londinese e dell’introduzione di Barbara Serra, volto di Sky e Al Jazeera International».
Il fenomeno dell’emigrazione italiana verso Londra, che Broli definisce «la porta d’Occidente del nuovo millennio», non può più essere sottovalutato e una mappa di queste persone può essere utile per studiarlo e magari per contenerlo, visto che l’Italia sta perdendo un’intera generazione di future risorse. «Italian Kingdom è in costante crescita – afferma Stefano – soprattutto nell’offerta. Ai contenuti editoriali si aggiungono le voci di Italian Kingdom Radio, emittente che intrattiene e informa la community». L’età media della redazione è intorno ai 25 anni e, per i collaboratori che coltivano la passione del giornalismo, «Italian Kingdom» offre un buon trampolino di lancio anche nel mondo del lavoro.
«Ci piace pensare che Londra, per più di qualcuno, sia solo l’inizio della propria storia personale» commenta Stefano immaginandosi tra dieci anni forse con meno capelli ma «con valigie sempre piene di idee».