La fabbrica del sapere
Toronto
Quando si apre la porta dell";ascensore al primo piano del Columbus Centre al 901 dell";interminabile Lawrence Ave West di Toronto, si è accolti da un";aria di Puccini, soprano e pianoforte, che invade il lungo corridoio. Dall";improvvisa interruzione e dal sommesso scambio di battute che ne segue, si evince che a suonare non era un disco: qualcuno sta provando e ora riprende immediatamente. In un ufficio sulla destra, due dirigenti sportivi discutono di orari, tecniche di allenamento e appuntamenti agonistici.
Benvenuti nel Centro scuola e cultura italiana: il sorriso dei due responsabili della segreteria e la stretta di mano del suo direttore, dottor Alberto di Giovanni, mettono immediatamente l";ospite a proprio agio. Il quarto di secolo di storia che ci sta per essere raccontato è anticipato dai molti riconoscimenti, targhe e manifesti che, a campione, sono esposti nei locali del Centro, della sua luminosa biblioteca e della hall che in questi giorni ospita le riproduzioni in grande formato degli affreschi giotteschi della basilica superiore di san Francesco d";Assisi. Correva l";anno 1976, e in quel frangente, con la comunità italiana di Toronto in prima fila, si era avviato un acceso dibattito affinché la seconda lingua diventasse parte integrante dei programmi scolastici delle scuole ele-
mentari e medie inferiori. Naturalmente il Centro, in questa campagna di sensibilizzazione e di persuasione nei riguardi delle pubbliche autorità nonché degli enti scolastici privati, era il riferimento anche per tutte le altre comunità etniche che alla fine si sono viste riconosciute le loro legittime richieste. La tesi vincente, su cui si basavano tutte le argomentazioni a sostegno dell";introduzione della lingua italiana nelle scuole di Toronto e dell";Ontario era semplice e inconfutabile: attraverso la diffusione, l";insegnamento e la conoscenza della lingua italiana si poteva entrare in contatto con un universo culturale smisurato. Da Dante a Petrarca, da Alfieri a Manzoni, per non parlare degli autori contemporanei, così come dei geni della musica e delle arti figurative: tutti inoppugnabili motivi per appropriarsi di una lingua che avrebbe aperto le porte alla conoscenza diretta di autori e opere che hanno rappresentato la migliore produzione letteraria e artistica europea e mondiale degli ultimi dieci secoli. La battaglia fu vinta grazie alla caparbietà e all";autorevolezza dei promotori, che potevano contare sulla determinazione di Di Giovanni. Da allora, in questi 26 anni, con la preziosa collaborazione del Consolato generale di Toronto, la Direzione didattica e il Ministero degli Affari esteri, il Centro ha proposto e realizzato iniziative ambiziose e con i suoi 30 mila studenti che si cimentano ogni anno nella lingua italiana è diventato il più grande ente gestore nel mondo. Inoltre, ha la prerogativa di essere riuscito a stipulare con i Provveditorati agli studi accordi secondo i quali i corsi sono gestiti in regime di partnership. Ogni anno, poi, sono quasi 500 i giovani canadesi che possono beneficiare di corsi, soggiorni linguistici e stage didattici in Italia, in città meravigliose come Roma, Firenze, Venezia o in aree geografiche come l";Abruzzo.
E questo dell";insegnamento e della diffusione della lingua italiana è da considerare il primo e più importante obiettivo che direttore e collaboratori hanno perseguito in questi anni. Un impegno che poi si è riversato anche in campo teatrale, con la fondazione a Toronto della «Compagnia dei Giovani» nonché invitando numerose compagnie teatrali italiane molto qualificate, per le quali sono state organizzate tournée in tutto il Canada. Ultimo nato nella casa del Centro scuola e cultura italiana, nell";ambito delle belle arti, è il Palestrina Chamber Chorus, che si affianca alla preesistente Schola Cantorum destinata ai più piccoli. Il Palestrina è composto da giovani artisti avviati al professionismo, e non c";è da stupirsi se in futuro, da questo promettente vivaio, uscirà qualche nome che calcherà palcoscenici prestigiosi. Intanto, il Palestrina sta collezionando tournée in Canada e in Italia, dove recentemente si è esibito ad Assisi, Loreto, Padova, Villa Manin - Pordenone, Udine e in altre località della penisola. Il Palestrina, secondo gli intenti di Alberto Di Giovanni, è la dimostrazione che ora il Centro, e quindi la comunità italiana, oltre che offrire cultura, è in grado di produrne di originale, come già si fa con le iniziative teatrali. Non più solo i mostri sacri che vengono dall";Italia, ma accanto a loro, i connazionali possono andare fieri di essere in grado di offrire alla città e al paese intero una proposta innovativa e specificamente propria.
La lingua, si sa, si diffonde e viene appresa con maggior successo e rapidità se viaggia assieme a motivazioni forti, come un interesse economico o una curiosità culturale. O attraverso una forte emozione, come può essere la passione per uno sport. Ed ecco l";intuizione di Di Giovanni che agli inizi degli anni Ottanta, sull";onda dei grandi risultati calcistici e sportivi in generale dell";Italia in ambito mondiale, promuove i Giochi della gioventù. L";iniziativa riscuote un tale interesse che nel 1989 il Coni lo nomina funzionario delegato per il Canada. Da allora i giovani delle nostre comunità italiane di tutto il Paese si incontrano in occasione delle varie edizioni dei Giochi per misurarsi nelle varie discipline, e per poi venire, i migliori, a confrontarsi con i loro amici in Italia. Naturalmente, oltre alle attività più prettamente agonistiche, il Centro sostiene anche attività ricreative basate sulla pratica dello sport destinate a tutte le età , con particolare attenzione però alle nuove generazioni. E guardandosi attorno, nella sede del Centro, accanto alle molte foto commemorative delle varie edizioni dei Giochi, di concerti e manifestazioni, campeggiano negli scaffali le molte pubblicazioni patrocinate dal Centro.
Alla fine, salutando Di Giovanni e i suoi stretti collaboratori, nello stringergli la mano, si percepisce che dietro a loro pulsa una comunità che lavora, si riconosce e va fiera del Centro Scuola e cultura italiana, e in generale, del Columbus Centre; che crede, con i fatti e non con le chiacchiere, che la cultura può essere veramente un ponte tra l";Italia e gli italiani di tutto il mondo. E per tali convincimenti ci scommette sopra tempo e fatica. E intanto Puccini ha lasciato il posto ad un simpatico minuetto. Un-due-tre, one-two-three: sono i bambini che muovono i primi passi sulle punte, incoraggiati dai suggerimenti della maestra. La cultura italiana continua ad essere seminata, danzando.