ARBORE, AVANTI TUTTA!
Roma
È pensando al pubblico estero, ormai da qualche anno nel cuore di Renzo Arbore, che nell";ottobre del 1996, l";Orchestra italiana ha inciso l";ultimo album, il quarto da quando è nata. Si intitola 'Pecché nun ce ne jammo in America?', ed è ispirato all";amore che lega tutti i componenti del gruppo al grande Paese d";oltre oceano. L";Orchestra italiana, nata nel 1991, è stata per Arbore la realizzazione di un sogno che coltivava da tempo: quindici elementi e strumenti 'di casa', come chitarre e mandolini, fisarmoniche, tamburi e tamburelli, per riproporre in chiave nuova la canzone napoletana all";Italia e all";estero. Cantare e suonare è però anche un pretesto per incontrare persone e culture, e particolarmente calorosa è l";accoglienza riservata dalle comunità italiane all";estero. 'Sono incontri molto emozionanti "; confida Arbore ";. Ho notato che da più tempo si è partiti, più è viva la nostalgia, come se insomma questa fosse direttamente proporzionale alla distanza temporale'.
Msa. E i giovani, quelli che l";Italia non l";hanno conosciuta se non in qualche viaggio o nei racconti dei genitori e dei nonni?
Arbore. L";atteggiamento dei giovani nei confronti dell";Italia è cambiato. Quell";immagine negativa che identificava il nostro Paese con la mafia è datata, e oggi è per fortuna superata. Fino a qualche anno fa i giovani non erano affatto orgogliosi delle loro origini italiane. Oggi non è più così, si è recuperato l";orgoglio della propria italianità , dovuto molto al mondo dell";arte, alla cultura, allo sport. Insomma, quando si cerca l";immagine positiva dell";Italia, quando si vogliono recuperare gli elementi di cui andare fieri, non si guarda agli aspetti sociali e civili, poco esaltati, ma si guarda al gusto, alla moda, alle medaglie sportive...
Cambiata dunque l";immagine dell";Italia, ma al di là dei sentimenti e della nostalgia, cosa rappresenta il nostro Paese?
C";è in generale una grande voglia d";Italia, e il modo in cui dall";estero ci guardano si sta trasformando: non siamo più considerati esclusivamente il Paese della tarantella e dei mandolini, ma anche del lavoro, della creatività e del gusto. Quando un ponte o una statua sono fatti da un italiano acquistano una specie di plusvalore, e io che da sempre propugno il concetto del 'pensare positivo' senza piangersi addosso, trovo una significativa conferma in questo atteggiamento.
Arbore, come italiano che in giro per il mondo incontra i connazionali, come vede questa Italia fuori dai confini?
Con ammirazione. Spesso i nostri connazionali sono partiti per fuggire dalla miseria, eppure oggi ci fanno grande onore. Un caso per tutti quello di Rudy Giuliano sindaco di New York.
Alla vigilia della partenza per Parigi, lei era un po"; preoccupato perché il pubblico francese aveva applaudito poco prima un altro italiano: Paolo Conte, che propone un genere musicale molto lontano dal suo, quasi agli antipodi. Poi, come è andata?
All";Olympia di Parigi abbiamo avuto un successo clamoroso. È stata una tournée che ha avuto anche una grande risonanza sui giornali francesi, ne siamo stati molto soddisfatti, al di là delle previsioni.
Da quando Roberto Morrione, direttore di 'Rai International' ha chiesto a Renzo Arbore di intensificare il suo lavoro di direttore artistico di questa rete, c";è stato un notevole ritorno di immagine...
Lavorare a 'Rai International' risulta appagante perché significa contribuire a sanare un torto nei confronti di comunità abbandonate per anni. Finalmente attraverso questa finestra, televisiva e radiofonica, si offre una possibilità in più per rimanere o ridiventare cittadini italiani pur vivendo oltre confine.
Trova qualche differenza tra il pubblico italiano e quello straniero?
Il pubblico italiano naturalmente è più vicino, ma sentire che l";Orchestra italiana è gradita anche ai russi e agli spagnoli vuol dire che la rivisitazione della canzone napoletana in una chiave più internazionale è una scelta giusta.