IRLANDA: L’ITALIA D’OLTRALPE

Fin dai tempi dei Partholons, giunti qui dal Mediterraneo, gli italiani sono sempre stati di casa nell’
07 Febbraio 1998 | di
Dublino

Da secoli, una lunga catena d'amicizia sincera e calorosa lega Italia e Irlanda, e da questa è scaturito un vero flusso di contatti culturali, sociali, economici e religiosi tra le due nazioni.

Politicamente, tutto è 'tranquillo'; culturalmente, si registra un costante maggiore interesse per il patrimonio delle due nazioni; economicamente, gli scambi commerciali tra Irlanda e Italia superano ogni anno i 3.000 miliardi di lire.

In una simile cornice, vive e opera la comunità  italiana in Irlanda. 'Abbiamo una comunità  ben inserita nel tessuto sociale irlandese, con molti 'matrimoni' tra le due nazioni. Gli italiani sono apprezzati per la loro laboriosità  e professionalità , e forniscono un servizio essenziale ai loro amici irlandesi che, con pochi soldi, possono acquistare un pasto frugale a base di pesce e patate, o pollo o hamburger, e pizza in una qualunque ora del giorno o della notte negli angoli più popolari delle varie città  e paesi dell'isola'. Questa dichiarazione del Presidente del Club Italiano in Irlanda, Vincenzo Giglione, rispecchia fedelmente la posizione dei circa 3.500 italiani che lavorano in quest'angolo d'Europa.

'Fish and chips'
specialità  di Casalattico

Quasi tutti - la maggior parte sono giovani di grandi speranze - provengono dalla Provincia di Frosinone, da Casalattico in particolare, e molti svolgono ancora un mestiere poco noto in Italia. Infatti, si guadagnano da vivere, friggendo pesce e patate: Fish and chips. Molti di questi appartengono ormai alla terza o quarta generazione dei nati in Irlanda, ma tutti conservano ottime relazioni con la loro terra d'origine, che visitano regolarmente ogni anno, avendo in essa investito i loro risparmi e creato il luogo per un sereno, eterno riposo.

La ragione per cui tanti sono emigrati è semplice: mancanza di lavoro nella loro regione, soprattutto dopo la chiusura della miniera di manganese che, negli anni più fiorenti, aveva dato un impiego a più di 130 persone.

Casalattico, terra natale anche di Lord Forte, alla fine del XIX secolo aveva una popolazione numerosa, anzi era sovrappopolata. L'agricoltura era la principale attività  dei suoi abitanti. Ma tra il 1915 e il 1961, il 42 per cento della popolazione è dovuta emigrare, spesso con pochi soldi in tasca, ma sempre con una grande volontà  di lavorare e affermarsi. Questa massiccia emigrazione, soprattutto dopo la prima e la seconda guerra mondiale, ha spopolato la campagna circostante, e così Casalattico è divenuto un paese di emigrati. Oggi, circa 3.000 casalatticesi vivono in Irlanda e nella vicina Gran Bretagna, e tutti sono ammirati e apprezzati per la loro serietà , il loro coraggio e il senso profondo e sacro dell'ospitalità , che li caratterizza.

Lord Charles Forte ne è un esempio vivente e il suo lavoro, la sua serietà  e il suo spirito creativo hanno glorificato non solo la sua nativa Casalattico, ma anche il lavoro degli italiani nel mondo.

Dalla friggitoria
alla laurea

Dall'inizio dell'emigrazione ciociara in Irlanda, che risale agli ultimi decenni del secolo scorso fino a oggi - abbiamo con noi Bernardo Cervi pronipote di Giuseppe, giunto a Dublino nel 1883, e primo friggitore - , si è assistito a un continuo evolversi ed espandersi della prima comunità  non solo numericamente, ma soprattutto qualitativamente.

Dalle friggitorie si è passati ai ristoranti. Oggi si mangia particolarmente bene nei tanti ristoranti italiani, da tutti apprezzati e, con orgoglio, la comunità  italiana in Irlanda, ai nostri giorni, emerge anche nei settori dell'arte, delle lettere, della moda, della tecnologia e in altri ancora. Una volta superata la fase di adattamento alla nuova situazione geografica, e conquistata una certa posizione finanziaria, molti figli di italiani si sono iscritti nelle varie università , accedendo ai titoli accademici e, quindi, migliorando anche il livello culturale delle loro famiglie. C'è da dire inoltre che con la nuova realtà  dell'Unione europea, molti giovani italiani hanno già  trovato impiego presso multinazionali presenti in Irlanda, soprattutto nel settore informatico.

Sul piano sociale, la comunità  italiana in Irlanda ha il proprio club con sede in uno dei posti più belli di Dublino. Il club si occupa non solo di attività  sociali, ma organizza anche classi di lingua e cultura italiana per i figli dei connazionali e soprattutto mira a una sempre migliore integrazione dei connazionali nella ospitale Irlanda. Esso ha una sua rivista: Club Italiano News & Views che, insieme a Italia Stampa, diretto da Concetto La Malfa, serve a tenere sempre più legata la stessa comunità . Notizie sull'Italia non mancano, anche perché quasi tutti hanno l'antenna parabolica per ricevere le televisioni italiane.

Attraverso gli anni, la vita spirituale della comunità  italiana è stata incoraggiata e assistita da un grande irlandese, monsignor Moloney, nostro cappellano dalla fine della seconda guerra mondiale e più ancora amico e confidente.

Gli italiani - e non solo gli appartenenti alla comunità  locale - sono di casa in Irlanda, rispettati e amati. 'Qui non mi pare di trovarmi in una terra straniera, ma in una specie di seconda patria', dichiarò l'ex presidente della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, durante una sua visita ufficiale in Irlanda. 'Ha sempre colpito la nostra sensibilità  il singolare destino dell'Irlanda, eroica, nel corso dei secoli, nella rivendicazione della sua identità , e incrollabile nella difesa della sua fede ancestrale - disse ancora l'allora presidente Cossiga facendo un brindisi in onore del presidente irlandese Hillary - . E l'esito di questo destino, che ha coronato un sogno di dignità  e di indipendenza, coltivato con irriducibile speranza attraverso le vicissitudini di una storia spesso amara e difficile, è di conforto a quanti credono che esista una giustizia nella vicenda degli uomini, e che debba sempre fatalmente giungere il momento del riscatto, della redenzione, della salutare reintegrazione'.

Un orgoglio condiviso

Questa somma dignità  della nazione irlandese, 'eroica nella rivendicazione della sua identità  e incrollabile nella difesa della sua fede ancestrale', nobilita ancor più i legami stretti tra Italia e Irlanda con una serie di gemellaggi tra cittadine, scuole e organizzazioni irlandesi e italiane che, oltre ad avvicinare ulteriormente le due nazioni hanno creato, e continuano a creare, quei vincoli essenziali di fratellanza e amicizia sui quali dovrebbe essere basata la nuova Unione europea.

'Molti di questi gemellaggi hanno anche illuminato particolari aspetti della storia e dell'amicizia tra le nostre due terre', scrive Enzo Farinella - da 28 anni nell'isola del trifoglio - , nell'ultimo suo libro: Irlanda-Italia: un'amicizia secolare al lavoro nell'Unione europea (Bonanno Editore, 1997). Tra questi ricordiamo i gemellaggi: tra Bronte (Catania) e Drogheda, avendo la cittadina siciliana dato il nome alle grandi scrittrici: Emily, Charlotte e le altre sorelle Bronte, inglesi di nascita, ma irlandesi nel cuore. Il loro nonno, nato a Drogheda, a 60 chilometri a nord di Dublino, cambiò il suo nome da Prunty in Bronte, perché ammirava tanto l'ammiraglio Nelson, allora Duca di Bronte; da questo casato è nata la glorificazione letteraria del nome della cittadina siciliana. E ancora, i gemellaggi tra Gangi (Palermo) e Clonmel nel nome di San Cataldo; Costamasnaga (Como) e Clonmel, unite dall'impresario Bianconi; Torre San Patrizio (Ascoli Piceno) e Kells, a ricordo dei monaci irlandesi; Casalattico (Frosinone), la cittadina natia di tanti emigrati ciociari, e Naas per celebrare la presenza dei tanti italiani in Irlanda; Castiglione di Sicilia (Catania) e Killarney, due cittadine con caratteristiche vulcaniche, unite da sentimenti di amicizia; Vizzini (Catania) e Carlow per 'una migliore Europa'; Oasi Maria Santissima di Troina e Chiverstown House di Dublino per dare una voce agli handicappati; San Mauro Castelverde (Palermo) e Rush nel nome del Santo benedettino; Taranto e Clogheen in memoria di San Cataldo; Bosco Marengo (Alessandria) e Moy, in ricordo del Conte Charlemont che lo edificò sull'esempio architettonico del paesino piemontese. Questo aristocratico irlandese fu entusiasta dell'Italia e della sua letteratura a tal punto che, nel 1769, come riferisce il suo biografo Giuseppe Baretti, ideò di scrivere una storia della poesia italiana da Dante a Metastasio.

Charlemont ebbe senz'altro una parte importante nella rinascita degli interessi irlandesi e britannici per la letteratura italiana, e ora proprio Moy farà  rivivere nel suo gemellaggio con Bosco Marengo, la grande ammirazione di questo singolare personaggio aristocratico irlandese per l'Italia.

BOX 1
Italiani famosi d'Irlanda:

Nel 1802, Carlo Bianconi, un comasco di Tregolo, oggi Costa Masnaga, giunse in Irlanda. Aveva appena 16 anni e iniziò la sua attività  come venditore ambulante. Poco più di 35 anni dopo, il sistema dei trasporti irlandese fu rivoluzionato da quest'uomo con vetture trainate da cavalli. Egli si stabilì a Clonmel, la capitale di Tipperary, di cui divenne sindaco. Alla fine delle guerre napoleoniche, quando i cavalli non erano più richiesti per operazioni di trasporto e di guerra, comprò per 10 sterline un cavallo e una carrozza e diede così inizio alla sua famosa flotta di carrozze che cominciarono a collegare le varie parti d'Irlanda. Nel 1837 Carlo Bianconi disponeva di 900 cavalli e di 67 carrozze.

Un altro italiano che ha lavorato in Irlanda è Guglielmo Marconi. Verso la fine del secolo scorso, lo scienziato fece i suoi esperimenti radio sulla costa occidentale dell'Irlanda, a Clifden, dove organizzò anche il primo utilizzo mondiale e commerciale della radio. Egli fu particolarmente legato alla terra d'Irlanda perché sua madre era irlandese - Annie Jameson, figlia di John Jameson, fondatore della distilleria del famoso omonimo whisky, sita a Dublino, fin dal 1780 - e poi perché sposò in prime nozze una nobildonna irlandese, Beatrice O'Brien degli Inchiquinn.

All'inizio del XX secolo, la comunità  italiana ha dato un sindaco a Dublino (1906-1908): G. Nannetti, deputato anche del Parlamento di Westminster, e menzionato nell'Ulisse di James Joyce insieme a Tony Caprani, nonno di Vincent Caprani, oggi rinomato scrittore e storico, con numerose opere di valore al suo attivo. Più tardi, nel 1981, la comunità  italiana ha potuto fregiarsi anche di una Miss Irlanda con Michelle Rocca, classificatasi seconda, l'anno seguente, al concorso per Miss International svoltosi a Tokio. E ai giorni nostri, il restauratore presso la Galleria Nazionale d'Irlanda, Sergio Benedetti, ha fatto la scoperta del secolo a Dublino: La presa di Cristo, uno dei capolavori di Caravaggio.

                   
AGENDA
Repubblica d'Irlanda:
Superficie: kmq 70.282

Abitanti: 
3.500.000
Lingua ufficiale: 
inglese e irlandese.  L'irlandese è  parlato da pochi.
Religione:
cattolica per il 93%; protestante per il 7%.
Governo: 
Repubblica Presidenziale con due Camere. Dall'11 novembre '97, il presidente è la signora Mary  McAleese.
Capitale: Dublino con 1.100.000 abitanti.
Moneta:  Punt o sterlina irlandese, equivalente a circa 2.500 lire.
Economia: L'Irlanda, la tigre gaelica , sta attraversando un ottimo periodo di crescita economica.
           

Indirizzi utili per gli italiani:                                                                                        Club Italiano
Tibradden Rathfarnham
Dublin 16 - Irlanda
     

Comites
Presidente: Arch. Raffaele Cavallo
Ballsbridge House
44 Nurthumberland Rd
ublin 4 - Irlanda
Tel. 00-353-1-6688244

Irish Italian Twinning Committee
56 Green Field Park
Knocklyon
Dublin 24 - Irlanda
Tel. e fax:  00-353-1-4941389

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017