Adam, a méta col cuore
Quando Adam Vinatieri ha centrato lo spazio tra i pali, a dieci secondi dalla fine, un boato ha sommerso la città di Houston, in Texas, chiamata ad ospitare la prestigiosa finale del Campionato di Football americano, e per i sostenitori dei New England Patriots, Vinatieri è diventato di nuovo l";eroe di Boston, dopo la prima eccezionale realizzazione che regalò il titolo alla squadra nel 2002. «L";uomo dal sangue di ghiaccio» della National Football League americana non ha deluso i suoi tifosi e, nonostante un";età non più giovanissima (ha 31 anni), ha mantenuto la promessa fatta al proprio pubblico e al proprio avo: non far dimenticare tanto presto il nome dei Vinatieri, aventi per capostipite un sopravvissuto della battaglia di Little Big Horn.
Schivo e riservato, il ragazzo nato a Yankton, non parla molto con i giornalisti della propria storia familiare. Adam si considera un uomo di sport, e ai propri sentimenti lascia pochi spazi pubblici. Per questo motivo, forse, ancora due anni fa, pochi appassionati della storia del West avevano associato il suo nome a quello del trisavolo sopravvissuto alla battaglia contro Toro Seduto; forse per questo ancora oggi il kicker della squadra bostoniana parla con grande rispetto dello straordinario musicista che decise di vivere nel selvaggio Dakota per amore della propria donna, abbandonando una sicura carriera nei maggiori teatri del mondo, e realizzando la prima operetta americana. E con l";orgoglio sincero di un pronipote affascinato dalle proprie origini e da un evento che ha segnato la storia americana: la battaglia di Little Big Horn.
«Quel giorno del 1876 "; ricorda Adam Vinatieri "; il colonnello Custer decise di cambiare la propria strategia di guerra. A tutti è forse nota l";abitudine di Custer di attaccare al suono della fanfara musicale e con le musiche di ";Garry Owen";. Sul Little Big Horn decise invece di lasciare indietro i componenti della banda. Il mio trisavolo riportò soltanto leggere ferite, durante una schermaglia di retroguardia, ma riportò a casa la propria vita. Fortunatamente per lui, ma soprattutto per la sua progenie e quindi per me».
Figlio di Judy e Paul Vinatieri, Adam è secondogenito di quattro fratelli: Chad, Christine e Beau, con i quali, in parte, condivide oggi le emozioni del football americano. Beau, infatti, sembra avere nelle vene lo stesso sangue freddo del fratello maggiore, e da due anni è il leader della squadra del Blackhill State College: prossimo candidato, quindi, ad entrare nel mondo professionistico del football americano. Sposato con Valerie, allenatrice di educazione fisica conosciuta sui bordi dei campi di football, Adam ha vissuto tre anni magnifici, tra il 2002 e questo inizio di 2004, coronati dalla nascita, nel giugno del 2003, di Adam Junior.
Ricorda bene i propri esordi, nelle scuole superiori di Rapid City. Appassionato praticante di wrestling, Adam non ha mai disdegnato le proprie origini italiane, provando ad emergere nel mondo del calcio tradizionale (sui terreni americani prende il nome di soccer ). Ma non c";erano grandi prospettive nel profondo Ovest americano per chi ama dare quattro calci a un pallone rotondo, e il ragazzo di Yankton aveva nello sport il suo vero talento. Meglio provare quindi con il pallone ovale. E Vinatieri imboccò la strada migliore.
«La storia del nostro trisavolo non è stata tramandata con enfasi nella nostra famiglia. Si è persa per strada, come tante altre storie straordinarie di pionieri arrivati dall";Europa. Io ricordo di aver ricevuto da bambino un disco nel quale erano incise le marce composte da Felix Vinatieri. Non si tratta decisamente di un genere musicale che mi appassiona, e per anni ho lasciato nel soffitto questa raccolta musicale per riscoprirne il valore dopo la vittoria nel Campionato di football del 2002, a New Orleans. Ritornando a Yankton, infatti, una signora della locale biblioteca cittadina mi ha informato della ricerca condotta da alcuni studiosi di storia italoamericana. Incuriosito da tanta attenzione, ho deciso di approfondire la storia del mio trisavolo e sono andato sul luogo della battaglia di Little Big Horn, rivivendo dentro di me le emozioni che doveva aver provato il mio avo».
Diplomatosi in Educazione Fisica, Vinatieri ha fatto dello sport la propria ragione di vita ma non è mai venuto meno ai propri impegni nel volontariato sociale. Appassionato di sport estremi come l";escursionismo motociclistico ma anche di discipline apparentemente tranquille quali il golf («mi aiuta a trovare la giusta concentrazione da usare nei momenti delicatissimi di una partita di football»), Adam Matthew Vinatieri è iscritto all";Associazione degli atleti cristiani, di cui è, tra l";altro, uno stimato rappresentante. Impegnato in numerose iniziative di solidarietà , l";atleta italoamericano è anche un apprezzato esponente degli «Athlets in Action» e del «Rhode Island Coalition Against Domestic Violence», in favore di bambini e donne che hanno subito violenze familiari, ma è soprattutto il portavoce del «Blue Cross & Blue Shiled of Rhode Island";s Teen Anti-smocking Contest», un";Associazione attivissima nella lotta contro il tabagismo adolescenziale.