Alla scoperta dell’Italia
La mobilità degli studenti universitari è un fenomeno che in questi ultimi anni si è sviluppato in ogni continente, consentendo anche a tanti giovani oriundi italiani di frequentare corsi universitari nella terra dei loro padri. Un";iniziativa, questa, che l";Associazione Mantovani nel mondo-Onlus sta valorizzando dal 2001 a beneficio dei giovani discendenti dei lombardi. A tale scopo l";Associazione ha sottoscritto un programma d";assistenza con l";UFES, l";Università dello Stato brasiliano di Espirito Santo, facilitando, in questi ultimi tre anni, l";iscrizione di una quindicina di giovani alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, sede di Mantova. Nel protocollo d";intesa con gli studenti esteri, l";università s";impegna a migliorare l";integrazione dei giovani nel territorio, a rispondere alle loro prime esigenze logistiche e ad aiutarli nel loro inserimento nel mondo accademico. C";è anche una particolare attenzione affinché essi conoscano le realtà istituzionali, culturali e sociali italiane. E certamente anche la gita culturale nella città di Padova, guidata dal presidente della Mantovani, Daniele Marconcini, rientra nel programma del progetto. Dopo la visita al complesso della Basilica del Santo, ho rivolto ad un gruppo di questi giovani, futuri architetti, alcune domande sulla loro singolare esperienza mantovana.
Msa. Qual è il primo contributo che le associazioni devono offrire ai giovani oriundi che vengono nella terra d";origine dei loro padri per motivi di studio?
«Provenendo da un Paese totalmente diverso dall";Italia, come la Polonia, era quanto mai necessario avere un sostegno da parte di qualche associazione per l";accoglienza, la sistemazione logistica e per l";inserimento nell";università », risponde Agata. «Noi non abbiamo avuto, in Polonia, la possibilità di conoscere un";Associazione, come la Mantovani che segue i giovani studenti esteri», aggiunge la sua amica Iwona. «L";aiuto che le associazioni offrono, dall";accoglienza all";inserimento universitario e sociale, è allora quanto mai utile per chi, come noi, viene dall";estero senza conoscere un Paese, come l";Italia, dove stiamo assimilando un mondo e uno stile di vita nuovi». «Io potrò rispondere con maggior precisione alla fine del mio stage "; aggiunge Kamila, proveniente dalla Repubblica Ceca ";. Ma, valutando questi primi 4 mesi, l";esperienza è positiva soprattutto per l";apertura mentale e culturale che mi ha dato».
Liane Destefani, proveniente dallo Stato brasiliano di Espirito Santo, sottolinea l";apporto del Circolo lombardo, presieduto da Giovanni Castagna, che a Vitoria aiuta i giovani oriundi italiani affinché partecipino a progetti d";interscambio studentesco. «Come studente d";Architettura, sono stata particolarmente favorita dal protocollo siglato tra l";UFES e il Politecnico di Milano, sede di Mantova».
Negli ambienti universitari o presso parenti e amici, siete riusciti ad instaurare rapporti non solo d";amicizia, ma validi anche per eventuali prospettive di lavoro?
All";inizio di questa nostra esperienza, non abbiamo avuto tanti rapporti, per la poca conoscenza dell";italiano. Ma col tempo siamo divenute amiche di colleghi d";università , di membri o sostenitori dell";associazione e anche di diversi brasiliani residenti a Mantova. La città e il territorio circostante ospita infatti circa mille brasiliani, quasi tutti provenienti da Espirito Santo, assunti dalle imprese edili del territorio», dice Liane. «I rapporti con gli studenti italiani ed esteri ci hanno dato la possibilità di conoscere altre culture, altri modi di pensare. Un ampliamento di conoscenze che si è arricchito con le visite a città e a centri culturali italiani programmate dall";Associazione e dall";università ».
Renzo Capelini, anche lui di Vitoria, aggiunge che i suoi primi contatti li ha avuti con i colleghi: «All";università eravamo un po"; tutti ";persi";, e ognuno aiutava l";altro! Dopo, però, grazie all";aiuto dell";Associazione, ci siamo inseriti, instaurando amicizie anche con i nostri connazionali. A Mantova ho scoperto tanta cultura, ma anche stili di vita che mi hanno colpito, come l";importanza della cena, dove tutta la famiglia si ritrova unita».
Avete avuto incontri o esperienze significative che possono divenire il vostro messaggio agli oriundi italiani residenti nei vostri Paesi?
«Le esperienze più belle sono gli incontri con amici provenienti da Paesi diversi», risponde Clara Pignaton. E aggiunge che «una volta ritornata in Brasile, valorizzerò ogni occasione per stimolare altri amici ad iscriversi ai progetti d";interscambio studentesco». Camila Carretta Zamborlini, sua compaesana, aggiunge la sua soddisfazione di conoscere culture, tradizioni e cibi dei colleghi; la gioia di condividere con loro studio, tempo libero e l";impegno per l";Associazione».
In questi mesi è maturata anche qualche attività volontaria a favore di famiglie o di giovani coetanei residenti nei vostri Paesi?
L";Associazione ci ha aiutato molto: dall";accoglienza all";aeroporto all";inserimento a Mantova. Noi, con qualche nostro impegno, vogliamo contribuire a quanto ci è stato donato. Nel tempo libero aiutiamo l";Associazione a catalogare, su base informatica, le numerose domande che pervengono da tante famiglie residenti soprattutto in America latina, per ottenere la cittadinanza italiana», dice Camila Carretta. Anche Renzo Capelini conferma la sua disponibilità a rielaborare gli archivi dell";Associazione. E Clara Pignaton, che ha ottenuto proprio in questi mesi la cittadinanza italiana, spiega che avendo raccolto qui in Italia la documentazione sui suoi discendenti italiani, è riuscita ad ottenere il passaporto italiano. «Devo ringraziare il Comune da cui partì il mio bisnonno per la celerità con cui ha seguito la mia pratica; ma vorrei che tanti altri oriundi italiani residenti all";estero potessero trovare il personale dei comuni e delle istituzioni, sensibili a queste attese degli italiani residenti all";estero».
Quale patrimonio di conoscenze, di visite culturali, d";incontri individuali o di gruppo avete raccolto in questa vostra permanenza in Italia?
«La mia prima esperienza positiva è la vita di gruppo, nella casa di Mantova dove mi trovo con altre giovani e colleghi d";università », risponde Kamila, della Repubblica Ceca. Anche per le polacche Agata e Iwana, abitare a Mantova con un italiano, una venezuelana, e avere poi contatti all";università con altri studenti è un";esperienza forte: «Quando si vive accanto a persone d";altri Paesi, ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo». Aggiungono la loro riconoscenza All";associazione per le visite culturali in città italiane «in cui abbiamo potuto ammirare patrimoni di storia e d";arte: ogni città , infatti, ha un volto e una caratteristica diversa!», esclamano con stupore. Anche per Liane Destefani è stato di grande arricchimento culturale visitare alcune città italiane che prima conosceva solo per studio, e gustare i cibi e i vini caratteristici del territorio, e poi il risotto, i tortelli di zucca e il lambrusco mantovano. Ma nel patrimonio delle sue conoscenze, Liane mette in evidenza gli incontri con i brasiliani residenti in città : «I nostri rapporti con loro sono di grande valore in quanto ci fanno conoscere problemi ed esperienze di vita di chi lascia la Patria per ragioni di lavoro».
Credete nel ruolo delle associazioni e pensate di inserirvi con maggior convinzione nel mondo associazionistico italiano?
La risposta non poteva essere che unanime. Di fronte a un";associazione che, dopo averli accolti, continua a seguirli con ogni attenzione procurando in ogni casa anche il televisore («perché così vedono i programmi e imparano meglio l";italiano!», sottolinea il presidente Marconcini), e regalando a tutti una bicicletta per raggiungere l";università , come potevano rispondere diversamente? «Il ruolo delle associazioni per giovani oriundi come noi, venuti in Italia per motivi di studio, è molto importante ed economicamente necessario», conclude Liane. «La nostra esperienza però non termina qui. Qualcuno di noi ritornerà a Mantova per i master post-laurea, ma per tutti c";è l";impegno di offrire alle associazioni operanti nei nostri Paesi un rapporto attivo», afferma Enzo Capelini. A lui si associano Clara e Camila: «Purtroppo tanti giovani oriundi italiani non conoscono quanto sia positiva l";esperienza che stiamo vivendo, ma noi cercheremo di far conoscere ai nostri coetanei tutto ciò che di bello e di buono abbiamo ricevuto».