Amore per l'Italia
A qualcuno di noi i nonni hanno raccontato l’America, quel sogno che ha ammaliato milioni e milioni di connazionali costretti a lasciare tutto e a cercare fortuna oltre oceano. Di recente il grande pubblico ha potuto vedere, grazie al film Nuovomondo di Emanuele Crialese, il dramma del viaggio e il primo impatto con Ellis Island, da dove si intravedeva la speranza di entrare a New York, porta della felicità. La situazione odierna è molto diversa, gli italiani sono stati fortemente «inclusi» nella società americana e i diversi milioni di oriundi mantengono forti e salde le tradizioni. Le nostre comunità sono presenti nei grandi centri e un importante nucleo vive a Philadelphia ove è nata la nazione americana.
Fatte queste premesse cerchiamo di vedere cosa c’è di nuovo sotto il cielo americano: cosa accade all’interno di queste comunità? Come si sopperisce al cambio generazionale? Voglio raccontare e descrivere l’esperienza di un contatto diretto avvenuto solo qualche mese fa. Grazie al mio personale viaggio, ho avuto la possibilità di rilevare dal vivo il tratto caratteristico di queste nostre comunità. Gli italo-americani continuano a sviluppare un grande impegno nel conservare le tradizioni e le origini, ma oggi questo non si riduce ad un esercizio di nostalgia, a ricordi sbiaditi e magari un po’ retrò, dimenticando l’immagine dell’italiano «spaghetti e mandolino». Le nostre comunità cambiano con il passare degli anni; al proprio interno si vanno sviluppando forme nuove d’associazionismo, sparisce quello basato sulla pura e semplice mutualità e si sperimentano forme e modalità nuove. Questo avviene per le esigenze vitali che sprigiona l’associazionismo e viene fatto grazie alle forze nuove che vi si avvicinano.
Un bell’esempio di questa evoluzione lo si ha a Philadelphia dove si è sviluppata dal 1987 l’associazione Filitalia National, ora International, grazie all’intuizione del medico calabrese Pasquale Nestico, affermato cardiologo nella città bagnata dal Delaware. Il professor Nestico ha da subito capito che essere partecipi in eventi associativi era di estrema importanza e ha iniziato con la Cosmi, ovvero con il comitato che organizza la festa in onore di San Marziale patrono della sua città di origine, Isca sullo Ionio. La festa di San Marziale si caratterizza e si sviluppa ancora oggi nel mese di maggio con una sentita processione per le strade di «South Phila» e con la messa in italiano. Negli anni Ottanta si sentiva però un vuoto nella comunità italiana di Philadelphia, c’erano persone che non appartenevano a nessuna associazione e che dunque rischiavano di perdere il loro contatto con le origini. Nasce così Filitalia, da figli d’italiani residenti a Philadelphia, con nell’animo la volontà di mantenere vivi contatti con la madre patria.
Ma cos’è veramente Filitalia? Che cosa racconta di nuovo dell’associazionismo italiano nel mondo? La sua forma giuridica è quella di un’organizzazione no-profit, che vuole promuove la cultura italiana, i valori e la tradizione: la parola Filitalia significa «amore per l’Italia». Questo potrebbe rappresentare un qualcosa di già visto, invece Filitalia, dopo aver solidificato le sue basi, si è pian piano ramificata sul territorio americano con ben quindici chapters (sezioni) negli Stati Uniti e uno in Canada. Ma Filitalia ha grandi ambizioni e da meno di un anno sono operativi cinque chapters nel vecchio continente, uno in Svizzera e ben quattro in Italia. Oggi conta oltre seicento associati. Il motto dell’associazione è quello di onestà, giustizia ed umiltà: parole che campeggiano nel logo sovrastato dal tricolore.
In occasione della Convenzione dello scorso aprile e della «Conferenza dei giovani e per i giovani l’altra Italia», la Filitalia ha forse deciso di fare il salto di qualità. Con solide basi si è lanciata a sviluppare la propria azione anche in Europa. Obiettivo principe del sodalizio è quello di creare un effettivo ponte di comunicazione tra i giovani delle «due Italie» realizzando scambi di lingua, di cultura italiana, ma anche favorendo quello scambio di vedute, di idee, di professionalità e anche di lavoro, che ne costituisce un vero e proprio plus.
Il mio viaggio dentro la comunità italiana di Philadelphia mi ha dato modo di vivere emozioni e sensazioni sopite da tempo, di conoscere a fondo l’altra Italia. La cosa che mi ha sbalordito è stato l’affetto e l’onestà di questa gente, che personalmente considero italiani a tutto tondo, unici custodi di quei valori veri forse irrimediabilmente persi dalla nostra società. Queste persone sono considerati italiani negli Stati Uniti ed americani in Italia, ma malgrado queste definizioni quello che leggo nei loro occhi è una nostalgia consapevole e mai retorica e una grande voglia di trasmettere ai propri eredi la lingua e l’«essere italiano». Una gita per Philadelphia è un modo per comprendere e per entrare in confidenza con loro; in ogni gesto, in ogni parola esprimono un orgoglio immenso, quasi a manifestarmi il fatto che ogni mattone della moderna America è stato posto con il loro sudore e talvolta con il loro sangue. Probabilmente è proprio così!
Pasquale Nestico ha saputo unire questi desideri e rinfocolare queste speranze con la creazione di Filitalia, che persegue come unico obiettivo quello di custodire la cultura italiana e di diffonderla alle nuove generazioni. Filitalia è un qualcosa di semplice ma al tempo stesso efficiente e complesso, quasi a conformarsi alla storia personale del suo fondatore, emblema del self-made-man che supera tutte le difficoltà e che con tenacia e dedizione riesce a raggiungere il suo obiettivo. L’associazione ha compiuto vent’anni e oggi conta venti chapters sparsi per il mondo. Da qualche anno esiste un importante luogo di aggregazione costituito da un centro di lingua e cultura nel cuore della little-Italy di Philadelphia, ovvero South Phila, al numero 1843 di Passyunk Avenue. In questo centro dedicato a Pasquale Nestico e a Matilde Fabrizio, un’arzilla vecchietta, deceduta all’inizio di quest’anno alla «giovane» età di 104 anni, che insegnava la lingua di Dante.
Il centro funge da polo di attrazione sociale e culturale e non è un caso che oltre ai suoni d’Italia si possano percepire profumi e sapori prettamente italiani, mantenuti con estremo rigore e con cura. A me è capitato di gustare succulenti piatti di pasta, di bere dell’ottimo vino e di pasteggiare con salumi e formaggi. Nel centro campeggia una cartina del Belpaese e si possono incontrare giovani desiderosi di scoprire non solo la lingua italiana, ma anche di conoscerne il vero aspetto del nostro Paese. Quello che più mi ha colpito di questa organizzazione è stata la dedizione assoluta alla causa, la passione ed il rispetto delle regole. Filitalia si prepara ai prossimi appuntamenti con rinnovato entusiasmo e con tante forze giovani al suo interno. La Convenzione ha deciso di far svolgere la prossima assemblea e la Conferenza «Dei e per i giovani» a Roma nella primavera del 2009, questo per rendere effettivo l’obiettivo di sviluppare un ponte culturale con l’Italia.
Nestico guiderà per il prossimo biennio un direttivo composto da molte donne e da diversi giovani: due vice presidenti, ovvero Rosetta Miriello e Antonina Bellesorte, che è anche la direttrice della scuola; segretaria Concetta Schiattarella, tesoriera Maria Didonato, consigliere legale Giuseppe Rollo, direttore di finanze Bruno Fiorenza; membri del direttivo sono: Lino Bacile, Rosaria Ceraso, Antonio Colavita, Anna Di Paola, Concetta Nestico, Fred Pacilli, Francesca Procopio, Salvatore Rosati, Saverio Mirarci e Severino Concordia. L’associazione dispone anche di un sito web visibile all’indirizzo www.filitaliainternational.com, di un giornale cartaceo guidato da Michele Giampaolo e di un direttore esecutivo John Charalabidis.