Andar per parchi
Alcune destinazioni per scoprire e godere – insieme con tutta la famiglia – le meraviglie del nostro patrimonio ambientale. Sono le proposte di queste pagine, nate per scoprire quella natura che papa Benedetto XVI, nell’enciclica Caritas in veritate, ha definito e raccontato come «espressione di un disegno di amore e di verità. Essa ci precede e ci è donata da Dio come ambiente di vita. Ci parla del Creatore e del suo amore per l’umanità. È destinata ad essere “ricapitolata” in Cristo alla fine dei tempi. Anch’essa quindi è una “vocazione”. La natura è a nostra disposizione (…) come un dono del Creatore che ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché l’uomo ne tragga gli orientamenti doverosi per “custodirla e coltivarla”».
Parco nazionale della Val Grande
Il parco della Val Grande, in Piemonte, è considerato uno dei più selvaggi d’Europa: situato tra le valli d’Ossola, Cannobina, Intrasca e Vigezzo, si estende per oltre 11 mila ettari, con montagne che superano i 2 mila metri. Qui è possibile ammirare tutte le bellezze offerte dall’ecosistema alpino: grandi prati e gole inaccessibili, boschi incontaminati e dirupi scoscesi, cupi valloni e torrenti impetuosi. Questo vasto territorio, nel quale vivono indisturbati migliaia di animali, ha una storia antica. Per ottocento anni, infatti, la presenza dell’uomo è stata costante: dai boschi veniva prelevato il legname per costruire edifici a Milano, mentre dalle cave del paese di Candoglia si estraeva il marmo per il Duomo della città. Una gita adatta a tutti è quella che dal paesino di Cicogna – la «capitale» della Val Grande – conduce, in circa un’ora e mezza, al ripiano di Pogallo, il luogo ideale per un picnic con la famiglia, accanto a una rinfrescante fonte d’acqua, tra piccole baite. Un altro facile itinerario è quello che, sempre da Cicogna, porta all’Alpe Prà, uno splendido belvedere sulla bassa Val Grande e il lago Maggiore. Anche questa è una gita adatta a tutti e i cinquecento metri di dislivello da percorrere richiedono circa un paio d’ore di cammino.
L’Ente parco ha sede a Vogogna (Verbania), tel. 0324 87540
Il Giardino di Kolymbetra
In Sicilia, nella Valle dei Templi, si estende un’area verde di grande pregio: il Giardino della Kolymbetra, tornato alla vita grazie al Fai, il Fondo ambiente italiano, che lo ha restaurato. Anche la storia di questo sito è antica: secondo lo storico Diodoro Siculo, vissuto nel I secolo a.C., il tiranno agrigentino Terone fece scavare una rete di gallerie drenanti per l’approvvigionamento idrico di Akragas (l’odierna Agrigento) e volle poi costruire una grande vasca detta Kolymbetra, trasformata in vivaio di pesci. Per l’abbondanza delle acque presenti, l’area fu poi destinata a terreno agricolo e successivamente alla coltivazione degli agrumi. Oggi i cinque ettari della Kolymbetra, grazie al ripristino degli antichi percorsi d’acqua, offrono una notevole varietà paesaggistica: nelle zone più scoscese sono presenti le tipiche specie della macchia mediterranea, mentre nel terreno pianeggiante, oltre il fiume lungo il quale crescono salici e pioppi bianchi, si estende l’agrumeto che con limoni, mandarini e aranci di antiche varietà viene irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Dove l’acqua non arriva, nascono gelsi, fichi d’india e mandorli. È un luogo speciale, ove sostare piacevolmente, circondati dai profumi e dai colori della natura mediterranea più spettacolare.
Giardino della Kolymbetra, Valle dei Templi (Agrigento), tel. 335 1229042
Parco faunistico La Torbiera
Torniamo in Piemonte per visitare il parco La Torbiera. Esteso su un’area di cinquanta ettari coperti da un fitto bosco e caratterizzato dalla presenza di un’ampia torbiera, è uno scrigno faunistico di incomparabile bellezza, che stupisce e affascina i visitatori: qui infatti vivono e si riproducono alcuni degli animali più rari del mondo, come le tigri siberiane, i leopardi delle nevi, i leopardi d’Amur (in libertà ne sono rimasti una trentina), i gibboni dal ciuffo, i cervi pomellati delle Filippine (allo stato selvatico ne restano un centinaio), i panda rossi, le gru della Manciuria.
Passeggiando tra i sentieri si incontrano anche lupi, linci, ghepardi, gattopardi africani, crisocioni, sciacalli, caprioli, cervi Muntjak, donnole siberiane e decine di magnifici volatili tra i quali pellicani ricci, avvoltoi e tucani. Gli esemplari presenti nel parco partecipano a programmi europei e internazionali di conservazione e riproduzione e in alcuni casi si è già provveduto al rilascio in natura degli animali nati in cattività.
Parco faunistico «La Torbiera», Agrate Conturbia (Novara), tel. 0322 832135-6
Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Camminate lungo i sentieri-natura, escursioni alla scoperta di oltre cento itinerari ecoturistici, passeggiate a cavallo o a dorso di mulo, gite in bicicletta, visite guidate per adulti e bambini: sono moltissimi i modi per scoprire le meraviglie di questo parco che ospita una grande varietà di animali, tra i quali quaranta imponenti orsi bruni marsicani, settecento camosci d’Abruzzo, e poi lupi, linci, caprioli, cervi e maestose aquile reali.
Per trascorrere uno o più giorni in questo territorio caratterizzato dal susseguirsi di catene montuose, dove si alternano vette tondeggianti e pendii dal tipico aspetto alpino, è consigliabile rivolgersi a uno dei quindici centri d’informazione situati nei paesi del parco. Questi centri, che forniscono tutta l’assistenza necessaria, sono provvisti di sale museali, aree faunistiche, giardini botanici, zone attrezzate per i picnic. Ne segnaliamo tre in provincia dell’Aquila. Il primo è il centro di Pescasseroli (tel. 0863 9113221), impreziosito da un museo dedicato al parco e da un’area faunistica dove è possibile vedere da vicino molti animali, esemplari nati in cattività o curati presso il Centro. Seconda possibilità è il centro di Villavallelonga (tel. 0863 1940278), interamente dedicato all’orso marsicano, simbolo del Parco: il museo illustra la vita del grande plantigrado mentre in un’ampia area recintata alcuni esemplari si lasciano guardare e fotografare. Infine, come terza opzione, il centro di Civitella Alfedena (tel. 0864 890141), dove invece sono di scena il lupo appenninico e la lince, anch’essi visibili in due grandi aree recintate.
L’Ente parco ha sede a Pescasseroli (AQ), tel. 0863 91131
Parco Villa Gregoriana
Ancora in Centro Italia, Villa Gregoriana di Tivoli. Non è una villa ma un parco pubblico voluto da papa Gregorio XVI nel 1835. Dopo l’ennesima piena dell’Aniene, che aveva danneggiato la cittadina, il Papa fece deviare le acque del fiume che vennero incanalate formando più a valle una spettacolare cascata alta oltre cento metri. Venne creata una passeggiata che tra sentieri, passaggi e terrazzamenti conduceva al belvedere sulla grande cascata e ai piedi dei templi di Vesta e Tiburno, resti di una piccola acropoli del II secolo a.C. Per tutto l’Ottocento, Villa Gregoriana fu una tappa obbligata del Grand Tour, meta di viaggiatori, poeti, artisti, re e imperatori, incantati dalla romantica bellezza del luogo. Nel Novecento il parco ha conosciuto un lento ma progressivo degrado durato fino al 2002, quando lo Stato ne ha affidato la cura al Fai che ha provveduto ai restauri. Oggi Villa Gregoriana è tornata a regalare emozioni, divenendo pregevole esempio della felice interazione che può esistere tra la natura e l’ingegno dell’uomo.
Parco Villa Gregoriana, Tivoli (Roma), tel. 06 39967701
Da Morterone al Resegone
Morterone, abitato soltanto da alcune decine di persone, si trova in Lombardia ed è il comune più piccolo d’Italia: un luogo isolato e tranquillo che si raggiunge partendo da Ballabio (Lecco). Il paesino, che conta diverse frazioni, ognuna costituita da un pugno di casette, è incastonato in un’ampia vallata, chiusa a ovest dal Resegone, il monte «dai tanti cucuzzoli in fila che in vero lo fanno assomigliare a una sega», come scriveva Manzoni nei Promessi sposi. In questa vallata a dominare è la natura, con prati e boschi dove è piacevole pranzare al sacco e giocare coi bambini. Oltre la chiesetta dell’Assunta inizia il sentiero che conduce sulla vetta del Resegone: la passeggiata, che richiede due-tre ore di cammino, si sviluppa per la maggior parte dei suoi 750 metri di dislivello nel bosco, dove è possibile imbattersi in camosci, mufloni e caprioli. A pochi metri dalla cima sorge il Rifugio Azzoni, luogo ideale per riposare godendo lo spettacolo delle tante vette che circondano questa montagna cara ai lombardi.
Rifugio Azzoni (Lecco), tel. 333 1051813
Oasi Wwf Bosco di Policoro
L’Oasi – siamo in Basilicata – è uno degli ultimi boschi allagati costieri del nostro Paese, un lembo di foresta planiziaria (cioè di pianura) a pochi metri dal mare, che è stato salvato dal Wwf. L’area comprende zone boschive, di macchia, acquitrinose e sabbiose: mentre nel bosco ci si può imbattere in numerosi uccelli migratori quali il falco di palude, il cormorano, l’airone bianco maggiore e l’airone cinerino. Lungo la costa i visitatori hanno la possibilità di vedere da vicino la tartaruga «Caretta caretta». L’oasi, che comprende anche un maneggio e un centro di recupero delle tartarughe marine, organizza emozionanti visite guidate per adulti e bambini.
Oasi Bosco di Policoro (Matera), tel. 0835 182515
Parco Natura Viva
Situato nelle vicinanze del Lago di Garda, il parco Natura Viva si estende su dolci colline moreniche ricoperte da un bosco di querce. Questo importante centro di tutela della fauna a rischio di estinzione è una sorta di colorata arca di Noè, che ospita oltre millecinquecento animali appartenenti a duecentottanta specie diverse. L’area è suddivisa in due zone: la prima è il parco faunistico, visitabile a piedi, che accoglie centinaia di animali, oltre a un acquaterrarium (con anfibi, pesci e rettili), una serra tropicale e un sentiero dei dinosauri con le ricostruzioni di questi colossi preistorici. C’è poi il safari park, al quale si può accedere solo a bordo della propria auto, che ospita soprattutto specie africane come leoni, rinoceronti bianchi, giraffe, antilopi, ippopotami, zebre e iene. Anche questo parco partecipa a progetti europei e internazionali di conservazione e riproduzione che coinvolgono molti animali a rischio d’estinzione: tigri dell’Amur, orsi dagli occhiali, lemuri del Madagascar, panda rossi e leopardi delle nevi.
Parco Natura Viva, Bussolengo (Verona), tel. 045 7170113
L’intervista. Tutelare il territorio conviene
Dal 1975 il Fai, Fondo ambiente italiano, ha salvato, restaurato e aperto al pubblico decine di beni appartenenti al nostro patrimonio ambientale e artistico: aree naturali, castelli, ville, parchi storici. Di questa fondazione senza scopo di lucro che instancabilmente promuove la cultura del rispetto della natura e dell’arte, parliamo con Ilaria Buitoni Borletti, che da due anni ne è la presidente.
Msa. Quali sono i principali obiettivi della sua presidenza?
Buitoni Borletti. Anzitutto aumentare il numero dei soci facendo conoscere maggiormente le nostre attività e progetti destinati alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Il secondo obiettivo è acquisire siti da restaurare e aprire al pubblico nelle regioni nelle quali non siamo ancora presenti.
Quali beni state valutando di acquisire?
Al momento sono due: un’abbazia situata nella provincia di Lecce e una spiaggia in Calabria, regione che riteniamo particolarmente meritevole e bisognosa di tutela e valorizzazione.
A che punto è il ripristino della Selva di San Francesco ad Assisi?
Il cantiere è avviato, abbiamo cominciato il «restauro» del bosco: occorre ripulirlo, ricostruire i sentieri, riqualificare i percorsi e la vegetazione. Penso che al massimo entro un anno saremo in grado di aprirlo al pubblico.
A suo giudizio gli italiani hanno a cuore il loro patrimonio ambientale e artistico? Sentono la necessità e l’importanza di tutelarlo?
La sensibilità è crescente tra gli italiani, non altrettanto posso dire delle istituzioni che faticano a comprendere un fatto: investire nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale genera sviluppo perché, ad esempio, mette in moto turismo consapevole e permette di salvaguardare preziose competenze artigianali. Abbiamo constatato che la presenza di un sito Fai porta benefici all’intera zona.