Anni Cinquanta: la battaglia dei giganti
Era nato da poco più di mezzo secolo, eppure già negli anni Cinquanta il cinema coronava il suo trionfo. Hollywood imponeva attraverso lo star-system i suoi divi: da Marlon Brando a Marilyn, da Gary Cooper a Grace Kelly, da Elisabeth Taylor a Montgomery Clift; l’Italia rispondeva con il genio di grandi registi come Fellini e Visconti, in Svezia sorgeva l’astro di Ingmar Bergman, in Giappone quello di Kurosawa. Un decennio glorioso come gli anni Cinquanta non s’è mai più visto nel cinema.
Eppure, proprio in quegli anni si presentava sulla scena il nemico più temibile: una «scatola magica» da mettere in salotto, in cucina o in qualsiasi stanza, che portava in ogni casa le immagini del mondo. La scatola si chiamava televisione.
La guerra del piccolo schermo contro il grande schermo incominciò dunque in America, proprio all’inizio degli anni Cinquanta. All’epoca c’erano negli Stati Uniti 18 mila apparecchi televisivi. Nel 1952 erano diventati 12 milioni. Nel 1959 erano 60 milioni, mentre il numero delle sale cinematografiche si riduceva quasi alla metà.
In Italia la tv nacque nel ’54. Nel ’55 Mike Bongiorno presentò il primo quiz: Lascia o raddoppia?, che accompagnò la crescita della televisione italiana: 90 mila abbonati nel 1954, un milione e mezzo già nel 1959.
Era una guerra tra giganti: il cinema per attirare il pubblico ai suoi spettacoli si faceva sempre più sorprendente, moltiplicava gli effetti speciali; la tv portava il mondo tra le pareti domestiche e tratteneva la gente a casa.
Come ogni guerra, anche questa finì con una pace: oggi cinema e tv fanno parte di un unico mercato, e non c’è film che ciascuno di noi non possa vedere prima o poi a casa, sul proprio televisore.