Annuncio di salvezza

01 Dicembre 1997 | di

Il tempo liturgico dell'avvento ci ha permesso di percorrere i secoli d'attesa del Messia fino alla sua nascita: un evento che ha trasformato la storia d'Israele in
storia di salvezza per tutta l'umanità .

Natale ritorna e ancora una volta siamo invitati, come i pastori e i re magi, a recarci alla grotta di Betlemme, per ammirare ciò che è accaduto nella Notte Santa e 'trovare Maria, Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia' (Lc 2,16).

Quel bambino, infatti, continua a nascere tra noi, perché il mondo ha bisogno di vita e di giovinezza; ha bisogno di riscoprire il suo messaggio che rivela quanto grande sia il valore dell'uomo. Ogni anno questo bambino irradia nel mondo un annuncio di pace, di bontà  e di speranza. Ogni nuova creatura, qualora sia accompagnata dall'amore dei genitori, è accolta come un dono meraviglioso. La madre la porta nel grembo con senso d'attesa e di tremore; il padre e i parenti più stretti, attraverso strumenti scientifici che mai come in questo caso avvicinano a Dio, possono seguire, con stupore, le varie fasi del suo sviluppo.

La sua nascita è per tutta la famiglia una ricarica di speranza, di progettualità  e di nuovo coraggio per affrontare l'avvenire. Gesù si è introdotto nella vita di Maria e di Giuseppe non con la gloria del Figlio di Dio, ma con la debolezza del bambino. Ha avuto una nascita simile alla nostra, anche se, per disegno divino e in solidarietà  con i poveri del mondo, è nato nella più estrema indigenza. È cresciuto nella casa del falegname di Nazaret, per donare al mondo i valori della sua esperienza terrena.

Natale è emblematicamente la festa dei bambini e della famiglia; è l'evento che propone ogni anno all'umanità  il vero senso della vita, il valore dell'attesa e il dono della giovinezza. Il mondo, al contrario, sta precocemente invecchiando a livello di ideali e di progetti umani. È trascinato dallo scorrere inesorabile del tempo. Le nazioni più ricche stanno prendendo coscienza della notevole crescita dell'età  media della loro popolazione e dell'allarmante diminuzione della natalità , rimanendo però incapaci di dare un nuovo slancio di giovinezza.

Subito dopo Natale, la liturgia ricorda Rachele, la donna che personifica Israele che piange i suoi figli deportati in esilio; e ricorda il pianto delle mamme dei piccoli innocenti soppressi dalla crudeltà  di Erode. Sono i pianti della storia, che c'impediscono di dimenticare tanti innocenti che continuano a morire perché sono soppressi prima della loro nascita oppure sono travolti dagli squilibri politici, economici e sociali che affliggono tanti paesi del mondo. Secondo i dati dell'Unicef, il fondo delle Nazioni unite per l'infanzia, ogni settimana muoiono nel mondo 250 mila bambini a causa di malattie, di guerre o perché vengono abbandonati a loro stessi.

Allora ci chiediamo: come trascorreranno questo Natale tanti bambini nei territori africani dei Grandi Laghi o nei paesi indifesi dell'Algeria, dove continuano a perpetrarsi stragi di innocenti? Quale futuro avranno bambini residenti in paesi 'a rischio' come l'Afghanistan, il Kurdistan o lo Sri Lanka? È ancora il Bambino di Betlemme a offrirci una speranza e una prospettiva concreta. Il suo ingresso nella storia è intimamente unito a un annuncio di pace rivolto in modo particolare ai poveri, ai semplici; ed è collegato allo 'spirito delle beatitudini' che egli stesso annuncerà  nel mirabile 'discorso della Montagna'.

L'annuncio degli angeli diviene proposta di salvezza per tutti gli uomini. Da allora, il mondo, come scriveva Dostoevskij, non può più fare a meno di Cristo: in positivo o in negativo, perché tutti gli uomini devono fare i conti con lui. L'evento di Betlemme è segno di speranza per quanti credono nell'amore di Dio, di contraddizione per quanti lo rifiutano. È necessario che tutti, credenti e non credenti, ritornino a guardare al mistero del Natale con la semplicità  del bambino: per riscoprire nel 'segno' di quella nascita, la venuta del Salvatore e per rimotivare scelte di vita che ci rendano testimoni di solidarietà  verso innocenti e fratelli, bisognosi del nostro aiuto. Un'esortazione questa che rivolgiamo anche ai nostri lettori ai quali vanno i più affettuosi e sinceri auguri di Buon Natale e di un lieto 1998 da parte dei frati della Basilica del Santo e del Messaggero di sant'Antonio.

           
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017