Antonio è sempre con te
Gentile Direttore, durante una vacanza estiva ho incontrato il signor Eduardo, che mi ha raccontato la sua storia. Ho pensato di scriverla e di inviarvela, a testimonianza dell'affetto che lega ancora oggi tante persone a sant'Antonio, come dimostra anche la rubrica della scrittrice Antonia Arslan. Se lo riteneste opportuno potete pubblicarla. Cordiali saluti.
Maria De Nigris Villa
Antonio è sempre con te
In un luminoso pomeriggio d’estate, lungo la costiera amalfitana, un pullmino percorreva la strada che dal fiordo di Furore porta ad Amalfi, per poi inerpicarsi sul promontorio, verso Bomerano di Agerola. Eduardo, alla guida, conversava con una turista seduta al suo fianco, raccontandole alcuni episodi della sua vita. Quando aveva solo 13 anni gli venne diagnosticato un tumore alla gamba sinistra, per cui si ritenne necessario amputarla. Erano gli anni ‘60, non c’erano tutte le cure disponibili oggi. I genitori affidarono il figlio a un medico di Napoli, allora molto stimato, e alla protezione di sant’Antonio di Padova, cui erano da sempre devoti. La data dell’operazione venne fissata, ma fu rimandata per ben tre volte, a causa di impegni del chirurgo. Per questo motivo i genitori di Eduardo decisero di rivolgersi a un altro medico, che esercitava in un ospedale di Bologna. Alla prima visita, si dovette constatare che non si trattava di tumore e la gamba non doveva essere amputata! Scoprirono con gioia che la diagnosi era errata. Le circostanze che portarono a rimandare l’operazione si rivelarono provvidenziali e i genitori di Eduardo furono grati a sant’Antonio, attribuendogli la grazia ricevuta!
Quando compì 18 anni, Eduardo decise di imbarcarsi come allievo ufficiale di coperta di lungo corso. Prima della partenza, la mamma gli regalò una medaglietta d’oro, raffigurante sant’Antonio nell’atto di baciare Gesù Bambino, che ancora oggi porta al collo. Per dodici anni lavorò su varie navi ed ebbe occasione di conoscere il mondo, oltre che di imparare varie lingue straniere. Sposò una signora inglese, da cui ebbe due figli: al primo non poté non dare il nome di Antonio, grato della protezione del Santo. Ora ha anche sei nipoti, che ospita tutte le estati nella casa sulla sua amata costiera.
Dopo aver tanto navigato, Eduardo decise di occuparsi di antiquariato, attività che lo portò ancora a viaggiare in Italia, ma anche in Europa, soprattutto in Inghilterra. Quadri, statue di santi, di Gesù Bambino nella culla, porcellane… A volte, in questi viaggi, era accompagnato dalla nipote Giustina, figlia di un cugino, che lo aiutava nella scelta degli oggetti più belli.
Un giorno si presentò un’occasione speciale: una piccola statua di cartapesta, risalente all’inizio dell’800, raffigurante un giovanissimo sant’Antonio, con in braccio Gesù Bambino. I lineamenti del Santo erano delicati; vestiva il saio francescano, legato in vita da una corda annodata. Il piccolo Gesù Bambino lo abbracciava e, con una manina, gli toccava il cappuccio della tonaca. Non indossava un vestitino, ma era nudo, eccetto che per un piccolo panno, che pendeva dal braccio sinistro di sant’Antonio. Eduardo comprò la statua e, da allora, la conserva sul comò della camera da letto. Per l’occasione, l’ha portata alla turista, perché la potesse vedere e fotografare, grato di quanto la sua avventurosa vita gli aveva riservato e della presenza costante del Santo, a cui la mamma aveva affidato lui, giovane uomo alla scoperta del mondo.
Eduardo disse anche alla turista che, nei suoi viaggi, entrando in ogni chiesa, gli era sempre capitato di trovare una statua di sant’Antonio. Persino lo scorso inverno alle Canarie, in una sperduta chiesetta, quasi il Santo gli dicesse: «Non preoccuparti! Io sono con te». La preghiera di quella mamma viene ancora esaudita! E ora, quando Eduardo accompagna i turisti italiani e stranieri a visitare i più bei posti della costiera, oltre alle spiegazioni che dà come guida, regala qualche aneddoto della sua vita, con il sorriso di chi ha visto molto e il calore umano tipico della gente di quei luoghi.