Antonio Papisca, il Vis e gli altri premiati

Un'intensa serata nella basilica del Santo per la consegna dei premi. I premiati e le motivazioni. Splendida ospite musicale, Antonella Ruggiero. Ha presentato Francesco Giorgino.
23 Dicembre 2004 | di

Basilica del Santo gremita di gente, fasci di luci colorate che giocano con i capolavori del Donatello sull'altare maggiore, le note vibranti dell'Ave Maria di Gounod a riempire un silenzio attento e commosso: si è aperta così, il 25 novembre scorso, la consegna del Premio internazionale Sant'Antonio, giunto alla quarta edizione, come sempre curato da padre Mario Conte. Cantava Antonella Ruggiero, una delle voci più belle della musica leggera, passata a generi più impegnativi e intensi. Una voce da brividi, una voce che ascolti attraverso la pelle, ha accompagnato l'intera serata, con canzoni religiose che compongono l'ultimo cd della cantante: Sacrarmonia live, il viaggio. Testimonianza, Cinema, Televisione e Solidarietà : le quattro sezioni del Premio, ricondotte da padre Domenico Carminati, rettore del santuario, alla grande lezione di sant'Antonio, sintetizzata efficacemente nel logo Parola e Carità . Ha condotto la serata, con garbo e intelligenza, Francesco Giorgino, conduttore del Tg1 della Rai.
Questi i premiati: Antonio Papisca, ordinario di Relazioni internazionali nella facoltà  di scienze politiche dell'Università  di Padova e direttore del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell'Ateneo patavino, il vincitore, per la categoria Testimonianza. Lo ha meritato per il suo instancabile impegno nella diffusione e nel testimoniare una cultura dei diritti umani. Nei progetti universitari (estesi in una vasta rete di università  europee e mondiali) - è detto nella motivazione - si impegna a preparare i giovani a essere i futuri protagonisti di una società  fortemente basata sui diritti umani. Sul piano istituzionale, invece, egli continua a impegnarsi affinché le istituzioni e gli organismi internazionali abbiano ruoli e potere per salvaguardare nel mondo i diritti umani, rivolgendo una particolare attenzione alla cooperazione, allo sviluppo, alla cultura della pace positiva e alla democrazia internazionale.
Accetto questo premio con umiltà  e sincerità , come una sorta di confermazione, nel senso che questo riconoscimento mi costringe a essere migliore che nel passato, nel mio essere e nel mio rapportarmi con gli altri - ha commentato Antonio Papisca -. Questo riconoscimento è un forte sprone a continuare a migliorare cercando di fare di più di quel poco che ho fatto finora.

La giuria della sezione Cinema, presieduta dal regista e attore Giulio Base, ha deciso di premiare, in questa edizione 2004 del Premio, il cast italiano del film The Passion of the Christ (La Passione di Cristo), film considerato, come dice la motivazione, uno dei più eclatanti casi cinematografici degli ultimi decenni, che combina una recitazione brillante con la profonda introspezione spirituale del regista. The Passion of the Christ è riuscito, attraverso il linguaggio mediatico, a fare apostolato cattolico nel mondo come forse non si era mai visto prima. Sono molto orgoglioso di ricevere questo premio assieme agli attori, è un riconoscimento del lavoro fatto che va esteso anche ai tecnici e agli attori italiani del film al quale hanno lavorato sapendo che sarebbe entrato nella storia del cinema, ha commentato Enzo Sisti, produttore esecutivo che, con l'assistente alla regia Jan Michelini, e alcuni attori del cast - Mattia Sbragia (Caifa), Luca Lionello (Giuda), Rosalinda Celentano (Satana) - ha ritirato il premio in basilica. Ha poi aggiunto: Mel Gibson ha dato l'esempio a tutti noi coinvolgendoci nella parte tecnica ma anche e soprattutto nel capire la figura di Gesù.

Nella categoria Televisione premio assegnato a Don Matteo, la fortunata serie televisiva di Rai1, per la qualità  del testo - è detto nella motivazione -, l'ottima recitazione, la regia perfetta, la cura dei particolari, e per il senso di profondo rispetto per lo spettatore e l'attenzione prestata nel rappresentare la normalità  dei protagonisti. Una qualità  rara in un panorama televisivo contraddistinto, invece, da un voyeurismo reiterato per la anormalità  dei comportamenti umani. Ha ritirato il premio il regista della quarta serie, Giulio Base, che ha commentato: Don Matteo è un meccanismo che anche da spettatore trovo perfetto. Un'ora di Don Matteo è come una seduta di beauty farm, un'oasi nella fatica quotidiana della città . Accanto al regista della quarta serie, hanno condiviso il premio alcuni attori del cast: il simpatico Flavio Insinna (il capitano Anceschi) e la brava Milena Miconi (il sindaco di Gubbio). Insinna aveva una folta barba per esigenze di copione: sta infatti per iniziare le riprese di una nuova fiction - diretta dallo stesso Giulio Base - su san Pietro, interpretato da Omar Sharif.

Per la categoria Solidarietà , la giuria composta dagli stessi frati della basilica del Santo ha assegnato il premio al Vis, Volontariato internazionale per lo sviluppo, nella persona del suo presidente, Antonio Raimondi, e di Claudia Koll che da anni ne è testimonial attiva e partecipe ai progetti finalizzati ad aiutare a creare un futuro per i bambini africani. Il Vis, che persegue gli obiettivi di don Bosco e dei salesiani, è stato premiato per il suo impegno nell'accogliere, reinserire in famiglia ragazzi di strada delle megalopoli dei Paesi poveri, dal Burundi alla Repubblica Dominicana, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo. Ma oltre a questo - recita la motivazione - il Vis è riuscito a dare speranza e a sensibilizzare molte persone che, indifferenti o deluse, erano convinte che nel mondo non fosse possibile migliorare situazioni di dolore e sofferenza. Importante l'intesa con Claudia Koll: Non volevamo un testimonial occasionale, ma una persona che condividesse con noi i principi cristiani e che fosse capace di stare a fianco ai bambini che soffrono - ha detto Antonio Raimondi -. In Claudia abbiamo trovato qualcosa in più: una vera testimone.

Quest'anno la giuria della sezione Televisione presieduta da Andrea Piersanti, presidente dell'Istituto Luce, ha creato un Premio speciale andato a Invisibili, la trasmissione di Italia 1 di Marco Berry, che si commuove a raccogliere i brandelli di vita disperata di tanti invisibili diventati suoi amici. Invisibili ci racconta la normale quotidianità  di un pianeta vicino e incredibilmente sconosciuto. È scritto nella motivazione: Dietro la facciata più respingente dell'attività  di mendicanti e barboni vive un'umanità  ricca di speranza e satura di disperazione. Il pregio del programma è quello di far emergere le similitudini e i sentimenti di fraternità  dove invece altri privilegiano gli elementi di contrasto.
IlPremio internazionale sant'Antonio riafferma dunque con vigore l'attualità  della lezione del Santo. Parola e Carità  riassumono l'eredità  tramandataci da san Francesco e da sant'Antonio - ha concluso padre Luciano Bertazzo, direttore del Messaggero di sant'Antonio -. Abbiamo voluto premiare quanti, oggi, riescono nella loro professione a tramandare questa lezione negli ambiti più diversi. Un modo per far conoscere quanti, nel silenzio o in altro modo, operano senza dimenticare gli altri.

Infine, un annuncio gradito: il regista padovano Antonello Belluco sta realizzando un nuovo film su sant'Antonio, che ha come responsabile casting la stessa Shaila Rubin. Interpreterà  il Santo un misteriosoattore spagnolo dallo sguardo intenso...

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017