Appello di Rai International agli italocanadesi
MONTREAL
Non era mai accaduto che tantissima gente rispondesse così numerosa al richiamo del Comites di Montréal per partecipare ad un'assemblea della comunità italiana della metropoli del Quebec, per ascoltare dalla viva voce del suo principale protagonista, l'ultimo aggiornamento sul problema della trasmissione, in Canada, del segnale di Rai International, 24 ore su 24. Ciò significa che il problema è sentito dalla maggioranza degli italiani che vivono non solo a Montréal ma anche nel resto del Paese. E questa volta, dopo aver toccato Ottawa e Toronto, è venuto a Montréal il direttore di Rai International, Massimo Magliaro.
Ad accogliere Magliaro è stato il presidente del Comites, Giovanni Rapanà , insieme al console, Gian Lorenzo Cornado; il presidente della Fondazione Canadese-Italiana, Mario Galella; il presidente del Centro Leonardo da Vinci, Silvio De Rose; il membro del Cgie, Carlo Consiglio, e tutti i membri dell'esecutivo del Comites. Dopo una breve introduzione da parte di Giovanni Rapanà e del console generale, Cornado, ha preso la parola Massimo Magliaro: «Quando sono diventato direttore di Rai International, mi sono trovato in mano la patata bollente di una specie di sollevazione popolare delle comunità italiane sparse nelle varie città canadesi che reclamavano la trasmissione in Canada dei nostri programmi 24 ore su 24. E le loro richieste erano accompagnate da una petizione firmata da circa 38 mila italo-canadesi. Consultando la mappa delle nostre trasmissioni, ho constatato che i programmi di Rai International, arrivano nei Paesi dell'intero pianeta ad eccezione del Canada e delle isole di Capoverde. Mentre nelle isole di Capoverde non arrivano per ragioni tecniche non dipendenti dalla nostra volontà , in Canada non arrivano perché, da anni, si sta protraendo una situazione a dir poco incomprensibile e deplorevole».
Di questa situazione vogliamo parlare prima di continuare col discorso di Magliaro. Occorre dire che i programmi della Rai arrivavano - e arrivano ancora oggi - tramite Telelatino, un canale televisivo canadese che trasmette otto ore al giorno alcuni programmi in lingua italiana forniti da Rai International, e per il resto in lingua spagnola. Si tratta di un ibrido, frutto di un accordo stipulato alcuni anni fa tra Rai Corporation di New York, consociata di Rai International, e Telelatino.
Con il passare degli anni, Telelatino ha dimostrato di non avere una grande voglia di servire veramente la comunità italiana. La programmazione delle trasmissioni Rai, spesso è stata discontinua, disordinata: per parecchio tempo sono stati trasmessi programmi vecchi di giorni o addirittura di settimane o mesi, e spesso tagliati. Inoltre Telelatino ha ignorato, o non ha capito, che le trasmissioni in lingua italiana sono desiderate dagli italiani non solo per il loro contenuto di notizie che esse danno ma, soprattutto, perché servono a mantenere vivo l'uso della lingua italiana sia nelle famiglie che tra le giovani generazioni italo-canadesi. Un esempio di queste distorsioni è dato dal fatto che, attualmente, Telelatino trasmette partite del campionato italiano di calcio commentate in lingua inglese.
«Mi sono convinto che occorreva cambiare - prosegue Magliaro - quando, un paio d'anni fa, trovandomi a Toronto, costretto a stare per un'intera giornata in albergo, mi misi a guardare le trasmissioni di Telelatino: rimasi allibito vedendo programmi stravolti, e persino il nostro telegiornale mutilato. Allora mi sono detto che era inconcepibile che una comunità come quella italiana del Canada che conta più di un milione e duecento mila persone, una cinquantina di parlamentari nei parlamenti federale e provinciali; con dirigenti di alte cariche dello Stato e anche di grandi compagnie, sia trattata in questa maniera».
La rottura con Telelatino
Nel frattempo i dirigenti della Rai di New York stavano concludendo un accordo con Telelatino per creare Rai Canada che avrebbe dovuto trasmettere 24 ore su 24 programmi italiani. Questo accordo di principio, approvato secondo i dirigenti di Telelatino anche dalla CRTC, non è mai stato ratificato dai dirigenti di Rai International. Secondo quanto scrive in una lettera aperta ai giornali Giovanni Rapanà , presidente del Comites di Montréal, che sta conducendo questa battaglia per la trasmissione di Rai International in Canada, la ragione del mancato accordo va ricercata nel fatto che la Corus-Telelatino pretendeva la proprietà dell'80% di Rai Canada, lasciando a Rai International soltanto il 20%. Con un accordo del genere si sarebbe caduti dalla padella alla brace.
Poiché i dirigenti della Corus-Telelatino sono rimasti intransigenti di fronte alla prospettiva di modificare le loro pretese, la direzione di Rai International ha dovuto prendere posizione. Ed ecco che lo scorso mese di novembre, durante la seconda Conferenza sull'emigrazione svoltasi a Toronto, il direttore di Rai International, Massimo Magliaro, ha dichiarato che, visto che Telelatino non rispecchiava più le aspettative del pubblico italiano e di quelle della Rai, ha deciso il divorzio da Telelatino. E lo ha fatto con una disdetta formale della concessione dei programmi per cui a partire dal 31 agosto del 2003 staccherà la spina e Telelatino non potrà più trasmettere i programmi della Rai.
Dallo scorso mese di novembre ad oggi, i dirigenti di Rai International si sono dati da fare per creare un canale televisivo per proprio conto, per trasmettere i programmi 24 ore su 24. E Magliaro lo spiega dicendo: «L'insieme di questo problema possiamo dividerlo in due parti: un primo tempo svoltosi in seno alla Rai. Abbiamo dovuto far fronte ad incertezze, paure, incomprensioni, tergiversazioni, a veri e propri muri di gomma che impedivano il decollo del nostro progetto. Per certuni il Canada era una terra troppo lontana per poter avere un certo impatto sul sistema delle informazioni. Non c'era la consapevolezza che esisteva una grande ed efficiente comunità , e che la situazione venutasi a creare con Telelatino era grave, e nessun accordo, ormai, era più praticabile. Noi dicevamo, e continuiamo a dire, che una cosa è il servizio che una televisione come la nostra dà , e un'altra cosa è una televisione per fini esclusivamente commerciali. Oggi vi posso annunciare che questa prima battaglia l'abbiamo vinta. Tutte le nostre carte sono in regola per prepararci alla seconda parte di questo cammino».
Un canale per gli italiani in Canada
Si tratta di un cammino che più diventare anche accidentato se noi non riusciamo a sostenere con i fatti concreti le ragioni per cui gli italiani residenti in Canada vogliono usufruire di un canale televisivo in lingua italiana, come lo hanno già ottenuto da anni altre comunità come quella tedesca, quella ebraica, e così via. E non vediamo la ragione per cui dovrebbero negarcelo. Massimo Magliaro illustra come si svolgerà la seconda parte di questa battaglia e che cosa chiede alle comunità italiane sparse nelle varie città per far sì che questo progetto sia coronato dal successo. «Tra qualche giorno - avverte Magliaro - tramite il nostro avvocato, Peter Grant, e il nostro sponsor, Rogers, presenteremo la domanda alla CRTC per ottenere la licenza di operare in Canada. Ed è a questo punto che abbiamo bisogno di tutta la comunità italiana. Noi prevediamo che durante il mese di maggio, ci saranno le audizioni davanti alla CRTC, ed è in quel momento che se voi volete veramente Rai International, dovete muovervi in qualsiasi modo per far conoscere ai responsabili dell'ente governativo che è la comunità italiana a volerla. Aggiungo che l'Ambasciata d'Italia a Ottawa, insieme ai consolati e ai parlamentari d'origine italiana che siedono nei parlamenti e al senato, ci danno il massimo supporto».
Queste dichiarazioni fatte durante il suo lucido discorso sono state
accolte da un diluvio di applausi. Il responsabile del Comites di Montral, Giovanni Rapanà , si è messo a disposizione nelle prossime settimane per organizzare qualcosa di concreto che possa avere credito e risonanza. Si sono detti favorevoli alle proposte di Magliaro il presidente della Fondazione Canadese-Italiana, Mario Galella, e il presidente del Centro Leonardo da Vinci, Silvio De Rose, nonché i presidenti di numerose associazioni.
www.ermannolariccia.com