Argentina. Colori italiani a Ensenada

20 Ottobre 2015 | di

Città portuale posta nel sobborgo nordorientale di La Plata, sul Rio de la Plata; 32 mila abitanti e una piazza dedicata a Manuel Belgrano, generale patriota ideatore della bandiera nazionale: questa oggi è Ensenada. Porto commerciale tra i più attivi dell’Argentina, la città ospita da sempre una numerosa comunità italiana che nei decenni si è organizzata in varie realtà associative. Tra queste, l’Associazione Abruzzese di Ensenada, Berisso e La Plata dal 1988 rappresenta la seconda casa di Nelda Bologna, vera e propria paladina dei corregionali in questo angolo di Sudamerica.

«La nostra famiglia – spiega – non decise di emigrare per problemi strettamente economici o per sfuggire ai drammi della guerra. Mio padre Gaetano, già emigrato in Germania per lavoro, accettò l’invito di mia sorella Filomena, sposata con un abruzzese residente a Ensenada, di riunire tutta la famiglia in Argentina. Io – aggiunge Nelda − partii insieme ai genitori (mamma Flavia Fiatone, i fratelli Gino, Lucia e Giuseppe) dal nostro pae­se, Carpineto Sinello (CH), nel 1967. Avevo 13 anni quando salimmo sulla motonave Enrico C per affrontare l’Atlantico». Nella città che nel 1882 il governatore Dardo Rocha dichiarò capitale provvisoria della Provincia di Buenos Aires, Nelda Bologna visse la sua prima esperienza associativa nella Società Operaia di Ensenada, conoscendo le varie anime dell’emigrazione italiana. «La famiglia Bologna – racconta − è tra le fon­datrici dell’Associazione Abruzzese di Ensenada, avvenuta il 27 agosto del 1988. Fin da principio ho partecipato a tutte le attività, sia culturali che amministrative. L’associazione, infatti, faceva da tramite tra la comunità e il Consolato ed è diventata punto di riferimento per le nuove generazioni».

Eletta per molti anni presidente dell’associazione, Nelda ha sempre coniugato l’impegno familiare con l’attività associativa in un sodalizio che organizza tutt’oggi corsi d’italiano e attività culturali per tutta la comunità italiana residente a Ensenada. «Molti italiani arrivati in Argentina non hanno mai potuto rivedere la propria terra d’origine. Io ho avuto più fortuna – aggiunge Nelda −. Mio fratello Gino, infatti, è tornato in Italia e si è sposato a Bologna. Questo mi ha permesso di tenere vivo il legame con entrambe le terre. Nel 2009 sono riu­scita a tornare nel mio paese d’origine: Carpineto Sinello. Era Pasqua. Per me ha rappresentato una resurrezione dell’anima».

Oggi Nelda, madre di Alejandro, Natalia e Gonzalo e nonna di Leòn, è ancora attiva nel sodalizio. «Per noi – conclude − l’associazionismo è il modo per mantenere vivo il le­game storico e culturale con la terra d’origine. Rinnovare l’attenzione per la cultura italiana e promuovere lo studio di una delle lingue più belle del mondo rappresentano il nostro impegno primario».
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017