Argentina. Macri, presidente tricolore
L’Argentina ha un nuovo presidente. Mauricio Macri, di chiare origini italiane, si è insediato alla Casa Rosada, sede presidenziale, lo scorso 10 dicembre. A votarlo, nel corso del ballottaggio del 22 novembre, circa 32 milioni di cittadini argentini, pari al 51,4 per cento. Di origine italiane anche lo sfidante Daniel Scioli (pronipote di un italiano nato a Monteroduni, provincia di Isernia, in Molise), candidato peronista scelto dalla presidente uscente Cristina Kirchner, che ha ottenuto il 48,6 per cento. Ma che storia ha alle spalle il vincitore?
Ingegnere civile, 56 anni, Macri è stato sindaco di Buenos Aires per due volte. Figlio di Franco – emigrato dalla Calabria in Argentina, dove è riuscito a creare un impero nelle costruzioni –, nel 1991 Mauricio è stato rapito da funzionari di polizia corrotti e liberato dopo 12 giorni in seguito al pagamento di un riscatto. È nipote di Antonio Macri, decano del Consiglio generale degli italiani all’estero e figura di spicco della comunità italiana, scomparso nel 2002. Negli anni ’90 è diventato presidente del Club Atletico Boca Juniors, una delle maggiori squadre di calcio argentino. Alla sua famiglia, e alle sue origini, Macri ha dedicato un passaggio del primo discorso da presidente: l’Argentina «è un Paese meraviglioso, anche grazie ai nostri nonni e ai nostri genitori che hanno attraversato l’oceano in barca e sono venuti qui in cerca di un’opportunità. Hanno costruito una parte speciale dell’Argentina e ora tocca a noi continuare quel lavoro... Chiedo a Dio di illuminarmi affinché io sia in grado di aiutare ogni argentino a trovare la sua strada per essere felice e far parte del progresso».
Macri ha iniziato l’impegno politico nel 2003. Per le presidenziali si è schierato con la coalizione di centro-destra «Cambiemos», nata dal suo partito, Propuesta Republicana, da Unión civica radical e da Coalición Civica.
Suo padre, originario della Calabria, ma nato a Roma, emigrò in Argentina negli anni ’40. Mauricio è tornato nel paese dei suoi nonni, a Polistena (RC), solo nel 2014. Qui ha incontrato i parenti e tra loro Renata Iemma, cugina paterna. «Ci ha fatto piacere la sua visita – afferma Renata, maestra in pensione –. Fino ad allora avevo letto solo qualche articolo su di lui, che avevo conservato e che gli ho regalato quando è venuto a trovarci». In quella occasione Mauricio si è fatto portare davanti alla casa dei nonni; ha, poi, voluto incontrare il primo cittadino, Michele Tripodi. «Abbiamo 1.500 iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero). La storia dei nostri emigrati polistenesi è soprattutto una storia di necessità» ha ricordato il sindaco.
Non è la prima volta che un italiano è alla guida dell’Argentina. Sebbene non accadesse da 50 anni, gli argentini hanno avuto tra i capi di Stato più recenti Arturo Frondizi, che ha governato il Paese tra 1958 e 1962, e il radicale Arturo Illia, presidente dal 1963 al 1966.