Argentina. Memorie abruzzesi

18 Settembre 2013 | di

Maria D’Alessandro è una donna fortunata: la sua vita è, infatti, costellata di soddisfazioni. L’ultima risale allo scorso giugno, quando, durante il Festival Rosadonna di Pescara (Festival dell’eccellenza femminile d’Abruzzo), il suo libro bilingue italiano e spagnolo, Memorie di racconti abruzzesi, è stato molto applaudito. Nel libro, la scrittrice originaria di San Vito Chietino (CH) e oggi residente in Argentina ha ripercorso i racconti tramandati dai conterranei emigrati nel Paese sudamericano. «Il libro rappresenta l’ultima tappa di un percorso iniziato alcuni anni fa e incentrato sul recupero delle radici territoriali – spiega l’autrice –. Anche se mi sento italo-argentina, sono molto legata a tutti gli italiani che, come me, si sono stabiliti nell’estremo sud dell’America Latina nel secondo dopoguerra».

È il 1952 quando Maria, assieme a mamma Anna e alle sorelle Italia e Gilda, s’imbarca alla volta di Buenos Aires, dove li attende il padre Oliviero. La famiglia si ricompone e va ad abitare in una casa costruita dal capofamiglia nei pressi di Quilmes (città dell’Argentina centro-orientale, nella provincia di Buenos Aires). «Uno dei miei ricordi più belli dei primi mesi da migrante è il grande schermo piazzato nella rambla del fiume Rio de la Plata, sul lungomare di Quilmes», precisa oggi la donna.

Dopo aver conseguito la laurea in geografia, Maria insegna nelle scuole locali, finché, nel 1982, grazie a una borsa di studio, parte per Firenze. Appassionata di tematiche ambientali, tiene numerosi seminari e workshop nelle scuole. Partecipa inoltre al Global forum sull’ambiente, svoltosi a Rio de Janeiro nel 1992. Lo spirito associazionista e l’attaccamento alla tradizione italiana si manifestano in lei dieci anni dopo: Maria entra a far parte del Coro Abruzzo del Circolo ricreativo abruzzese de Berazategui e, nel 2005, vince il concorso letterario della Fedamo (Federazione delle associazioni abruzzesi in Argentina).

«Nella vita dei figli di emigranti ci sono delle tappe – spiega la donna –. Nei primi tempi si ha fretta d’imparare la lingua e i costumi locali e di fare delle amicizie: poi arriva un momento in cui il pensiero torna al Paese d’origine. I racconti dei genitori sui parenti si materializzano e si scopre di avere cugini e zii in una terra lontana. Si inizia a desiderare di conoscerli, e man mano si fa strada la voglia di apprendere tutto della propria origine». Oggi questo passaggio è diventato molto più agevole: la facilità di contatto dovuta ai social network amplifica la sete di appartenenza. E così, Maria D’Alessandro non si è fatta superare dalla tecnologia e, nel 2007, ha creato il sito web www.abruzzeses.blogspot.it per mantenere viva la cultura e i ricordi della patria lontana.

«L’Italia è un Paese alquanto noto e certi aspetti della sua cultura sono molto diffusi – conclude Maria D’Alessandro –. Assieme al sito, il libro Memorie di racconti abruzzesi e il Foro Inmigracion Abruzzesa, creato su Facebook, rappresentano gli strumenti con cui cerco di mantenere vivo il vincolo tra i corregionali. E, al contempo, rappresentano un personale omaggio a mia sorella Italia, che aveva 7 anni quando io nacqui e che mi accudì come una vera mamma nei primi anni di vita. Fu lei a tenermi per mano durante la traversata dell’Oceano Atlantico sulla nave Corrientes. E così, proprio con lei vorrei tornare a San Vito Chietino, per respirare ancora una volta il profumo inconfondibile della nostra terra».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017