Argentina. Musica a Buenos Aires
«Sono stata un’emigrante argentina in Italia. O forse è stata l’esperienza che mi ha fatto conoscere le mie radici. In età adolescenziale ho trascorso sette anni con la mia famiglia a Roma e nella città eterna ho studiato, imparato la lingua italiana e conosciuto la magnifica storia della nostra terra d’origine. Allora ho iniziato a suonare il flauto traverso e a cantare accompagnandomi con la chitarra. Scoprivo canzoni tradizionali delle diverse regioni italiane e imparavo a conoscere i dialetti delle varie zone della Penisola. Alla fine la passione si è trasformata nella mia professione».
Paula Frondizzi è laureata in Antropologia culturale ma alla musica ha dedicato tutte le sue energie creative. Nata e cresciuta a Buenos Aires, Paula ha studiato flauto traverso con il maestro Enrico Balboni dell’Orchestra di Santa Cecilia e ha cantato nel coro dell’Accademia Filarmonica Romana esibendosi spesso a San Pietro. Dice: «Da dieci anni mi dedico a cantare canzoni italiane tradizionali, melodiche e canzoni napoletane (l’ultimo cd si intitola NapoliTana). Attraverso la musica cerco di mantenere vive le radici italiane e di farle conoscere in Argentina. Faccio anche parte di un gruppo di musica e danza del Sud Italia chiamato ’A Figliola. Siamo tutti di origini italiane e ci teniamo, attraverso le nostre presentazioni, a far conoscere queste tradizioni».
Racconta Paula: «I miei bisnonni emigrarono a fine Ottocento in Uruguay e Argentina partendo da Umbria, Campania, Calabria, Liguria e Lombardia. Nel mio sangue, pertanto, c’è un vero e proprio miscuglio; nutro però un particolare affetto verso la musica napoletana. Anche per questo ho cercato di proporre nella mia carriera i temi musicali di un grande musicista come Roberto Murolo. Insieme con il chitarrista Pablo Martinez ho realizzato lo spettacolo Homenaje a Roberto Murolo. Las Mas Bellas Canciones Napolitanas del Siglo XIII al Siglo XX.
Nel repertorio della musicista italo-argentina non mancano, però, i temi musicali di altre regioni italiane, spesso intervallati da ballate irlandesi e nordamericane. Importante anche l’esperienza turca. Paula conosce bene la cultura e la lingua turca e in virtù di tali conoscenze è stata scelta per interpretare musiche della tradizione sufi e musiche folkloristiche turche. «Ho realizzato – conclude – un disco sul jazz e uno spettacolo sulle musiche degli anni ’50 e ’60 coniugando la musica italiana con i ritmi della bossanova e atmosfere del jazz. L’esperienza è andata a buon fine e mi ha indotto a organizzare lo spettacolo Cantare… che felicità nel quale ho riproposto musiche e canti tradizionali regionali. Una vera e propria proposta di cultura popolare italiana.
La musica e i canti popolari e tradizionali del Bel Paese sono infatti veri e propri tesori e un patrimonio della cultura dell’Umanità».