Argentina. Una nonna dalla fine del mondo

17 Dicembre 2014 | di

Lunghi capelli castani raccolti sulla nuca, un corpo sottile come un giunco e uno spirito forte come la roccia. Se è vero che – parafrasando un antico proverbio – dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, il caso di papa Francesco e di Rosa Vassallo non fa eccezione. Ex sartina figlia di contadini di Piana Crixia, in provincia di Savona, è lei la nonna più famosa degli ultimi tempi, la stessa che un affezionato Jorge Mario Bergoglio – a quarant’anni dalla sua morte – ricorda spesso nei suoi discorsi come esempio di virtù. Proprio alla donna che più di tutte ha lasciato in papa Francesco «una forte impronta umana e religiosa», colei che gli ha insegnato a pregare e a credere in Dio, è dedicato Rosa dei due mondi (San Paolo) di Lucia Capuzzi.

Viaggiando su e giù per la Liguria e il Piemonte dove le radici del Papa affondano, la giornalista di «Avvenire» ha scavato nel passato della famiglia Vassallo-Bergoglio alla scoperta di una donna intelligente e risoluta che, dopo una gioventù trascorsa a Torino prima sui libri, poi sulla macchina da cucire, ha sopportato a testa alta la miseria, la morte di sei figli, innumerevoli traslochi (compreso quello ad Asti e quello in Argentina nel febbraio del ’29) e il brivido di dover ricominciare ogni volta tutto daccapo.

Moglie di Giuseppe Bergoglio e madre di Mario (il papà di Francesco), Rosa Vassallo non era solo una «saggia ed esperta mamma», come scriveva «La Gazzetta di Asti» nel 1928, ma anche una luchadora (lottatrice). Per lei la fede era questione di partecipazione e accoglienza. Un approccio concreto che la donna trasmise ai suoi cinque nipoti, compreso il prediletto Jorge Mario. Non è un caso se l’attuale papa Francesco ha definito Rosa «la donna più importante della mia vita». Ne abbiamo parlato con Lucia Capuzzi che, da quando ha iniziato a indagare sulla famiglia Vassallo-Bergoglio, non ha smesso un attimo di stupirsi.

Msa. Durante i quattro mesi di ricerche su nonna Rosa quale scoperta l’ha più sorpresa?
Capuzzi. Questa umile sartina, ad Asti, non era solo una semplice militante dell’Azione Cattolica: è riuscita a entrarne nel direttivo e a diventare una stimata conferenziera. Un’altra curiosità: per un’incredibile coincidenza, la prima conferenza del figlio Mario ha avuto come tema il papato...

Qual è, secondo lei, la maggiore qualità di Rosa Vassallo?
Il coraggio della speranza, intesa come capacità di non arrendersi alla «paura di vivere», ma di affrontare le tragedie con la consapevolezza che il male non ha mai l’ultima parola. Abbiamo un Padre che ci ama; in virtù di questo, non possiamo non riconoscerci fratelli e agire di conseguenza. Altrimenti la fede resta una bella storia senza sostanza.

In che modo nonna Rosa può ispirare oggi le nuove generazioni emigrate o figlie di emigrati?
Rosa è esempio per tutti i cristiani, in qualunque condizione si trovino, poiché in lei la fede si fa testimonianza. Nell’esperienza migratoria ha mostrato lo stesso coraggio con cui ha affrontato ogni cambiamento. Rosa è stata testimone di una fede vissuta sempre come ponte e mai come trincea.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017