Attenti: stiamo accellerando.

13 Novembre 1998 | di
   
   
Di sicuro non ve ne siete ancora accorti, ma tenetevi: stiamo accelerando. E forte, pure. Oltretutto, non c'è modo di frenare: perché a pigiare sul pedale è l'intero universo,       compresa la nostra minuscola Terra e i suoi precari inquilini.     

La scoperta la si deve a Hubble, il potente e sofisticato telescopio spaziale che è stato messo in orbita senza il fastidioso filtro dell'atmosfera terrestre: sta aumentando la velocità  con cui l'universo si espande da una quindicina di miliardi di anni a questa parte, e cioè dal momento della nascita. E siccome la sua massa è troppo piccola per       riuscire a frenarlo, alla fine ogni suo singolo pezzo se ne andrà  per la propria strada, e il cosmo finirà  per spegnersi lentamente ma inesorabilmente, consegnandosi al Grande Freddo.

Finora, gli scienziati erano divisi tra due ipotesi: dando per scontato che l'universo è nato dal Big Bang, e cioè da una grande esplosione iniziale, c'era chi riteneva che, alla fine, la forza propulsiva dello scoppio si sarebbe esaurita e l'universo sarebbe tornato a collassare su se stesso, tornando a essere un infinitesimo grumo di materia super-concentrata, per poi magari esplodere nuovamente, in un ciclo infinito. Altri, invece, erano convinti che l'universo avrebbe continuato a espandersi all'infinito, raffreddando sempre di più la temperatura, fino a uccidere ogni forma di vita.     

L'elemento decisivo per dare disco verde all'uno o all'altro scenario è la massa del cosmo: se è troppo piccola, si va all'espansione continua; viceversa, c'è da aspettarsi una futura contrazione. Ora, le osservazioni di Hubble hanno consentito di accertare che la densità  di materia nello spazio è appena il 20 per cento del valore critico necessario perché subentri la forza di gravità  a frenare l'espansione del cosmo: da qui, la chiave di volta per capire quale futuro ci aspetta (anche se all'epoca, l'umanità  sarà  uscita di scena da tempo immemorabile).

 La scoperta fatta col telescopio spaziale, e confermata da una serie di rilevazioni da terra, ci dice dunque che dobbiamo prepararci a un vero e proprio naufragio cosmico, sia pure tra svariati miliardi di anni. Le stelle si andranno progressivamente raffreddando, la materia si dissolverà , e, alla fine, il cosmo assomiglierà  a una sorta di sterminato, gelido oceano in cui le singole particelle di materia galleggeranno nel       vuoto, proprio come i relitti dopo un naufragio.     

Destino segnato, dunque? Non è detta ancora l'ultima parola. Intanto, la densità  dell'universo potrebbe rivelarsi molto superiore al previsto se una serie di ricerche in corso in mezzo mondo (anche in Italia, nel laboratorio sotterraneo del Gran Sasso) confermeranno l'esistenza di una particella fin qui individuata solo in sede teorica, e cioè il neutrino: priva di massa, ma non per questo meno influente sul quadro generale.

 C'è, infine, una seconda speranza, ed è legata a una previsione di Einstein. Consiste nella cosiddetta «costante cosmologica», in base alla quale si presume che non esista il vuoto assoluto, ma che lo spazio, anche quando sia del tutto privo di materia, possiede una forte energia in grado di funzionare da vera e propria forza di antigravità . Il che       significherebbe che proprio spacciati non siamo, e che un giorno o l'altro, forse, sarà  possibile ricominciare tutto daccapo. Magari con un po' di errori e di pasticci in meno rispetto a quelli che l'uomo è riuscito a combinare.     

 

 L'autostrada intelligente     

Èstata sperimentata, per la prima volta al mondo, nell'agosto scorso, la cosiddetta «autostrada intelligente», ideata e messa a punto da un gruppo di ricercatori del Caltech, la prestigiosa università  di California. In un tratto di una dozzina di chilometri dell'interstatale 15, sono stati introdotti vari tipi di sensori, per poter effettuare prove di guida automatica delle autovetture.

 Naturalmente, anche le auto che utilizzano il sistema vanno equipaggiate con appositi sensori, collocati al di sotto del paraurti, per raccogliere i segnali inviati dall'asfalto e girarli al computer di bordo. Alla vettura giungono così informazioni sull'intensità  del traffico, sulla velocità  media, su eventuali ingorghi, automaticamente; a quel punto,       viene variata la velocità  dell'auto. Questa prima sperimentazione è costata 10 milioni di dollari, e ha consentito di mettere in strada una vettura priva di pilota. L'obiettivo finale è quello di estendere il più possibile le «autostrade intelligenti» negli interi Stati Uniti, per ridurre non solo gli incidenti ma anche l'inquinamento.     

 

 Il segreto dei muscoli.     

Ricercatori del Medical center di Dallas hanno individuato l'«interruttore genetico» che controlla i muscoli. La scoperta renderà  forse possibile la messa a punto di un farmaco che, imitando gli effetti dell'esercizio fisico, possa aiutare chi ha perso forza nei tessuti muscolari o non può fare esercizio fisico a causa di qualche malattia. Quando una persona fa sport, si verificano cambiamenti molecolari, nei muscoli coinvolti, che ne aumentano le prestazioni e ne migliorano la salute. Gli scienziati hanno scoperto tre proteine in grado di attivare i geni che regolano potenza e resistenza muscolare. Hanno constatato che è possibile intervenire in questi segnali biochimici per interromperli o per stimolarli. La prospettiva, ora, è sostituire farmacologicamente i benefici dell'attività  aerobica quando questa non è possibile.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017