Australia. Chef in carriera

08 Febbraio 2013 | di

Tra le professioni più richieste in Australia merita un posto d’onore quella dello chef. La ristorazione, infatti, è oggi un business promettente, specie per gli emigrati in cerca di crescita professionale, perché assicura un permesso di soggiorno e un impiego ben retribuito. Ne sa qualcosa Dario D’Agostino, atterrato nel 2001 – poco più che ventenne – a Melbourne per coronare il sogno di una vita. Originario di Castiglione a Casauria (Pescara), fin da ragazzo Dario ha nutrito la passione per la cucina. A 14 anni espatria per imparare i segreti dei grandi chef. Lavora in Francia, Germania, Inghilterra e negli Stati Uniti. Per anni si destreggia ai fornelli di navi da crociera e ristoranti più o meno lussuosi. Finché, dodici anni fa, non si trasferisce in Australia. Perfezionata la padronanza della lingua inglese, si integra con facilità nel tessuto sociale. E nel 2004 apre il ristorante Gran Sasso, in uno dei quartieri più eleganti di Melbourne. Il successo non tarda ad arrivare. Tra i riconoscimenti, Dario D’Agostino vanta il secondo posto nella classifica dei migliori ristoranti italiani in Australia, stilata dal gruppo alimentare Barilla. Oltre a gestire il proprio ristorante, lo chef si fa promotore della cucina made in Italy nel mondo. Diventa direttore di Dama partners consulting, azienda che importa alimenti di nicchia, come il tartufo e i vini abruzzesi. Tiene corsi di pasticceria e di «ospitalità» per gli istituti alberghieri e per la Swinbourne University. È anche animatore del festival «La dolce Italia», la più grande esposizione di prodotti italiani nel continente australe.

Nel 2011 Dario si lancia in una sfida da Guinness dei primati: sfornare la pizza più lunga del mondo: 1 chilometro e 164 metri. L’impasto, però, si spezza all’altezza dei 964 metri. Ma è una sconfitta che profuma di vittoria, perché offre l’occasione di celebrare la tradizione culinaria tricolore. «La cucina italiana in Australia gode di grande fioritura – conferma Dario D’Agostino –. Ogni giorno qui vengono aperti in media tre ristoranti, due dei quali sono italiani, o comunque offrono un menù italiano». Questa crescita, tuttavia, porta con sé anche dei problemi. Gli stessi che ha evidenziato l’Istituto nazionale ricerche turistiche su un campione di 1.500 ristoranti italiani all’estero, e cioè: scarsità di formazione professionale e concorrenza sleale. «L’obiettivo – spiega lo chef – è che le gestioni realmente italiane ottengano dalle Camere di commercio una “certificazione” e una targa di eccellenza». In attesa che il problema trovi soluzione, Dario D’Agostino è già proiettato verso altre sfide: far arrivare in Australia il campione italiano di pasticceria Emmanuele Forcone, mettere in piedi una squadra di pizza acrobatica e aprire un nuovo ristorante. Riuscirà a realizzare i suoi sogni? Se è vero che il segreto del successo è la passione per il proprio lavoro, non c’è alcun motivo di dubitarne.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017