Australia: oggi come ieri terra d’emigrazione
28 Gennaio 2014
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Nuova emigrazione e mobilità giovanile. Uno scenario che attraversa la storia e che in questo drammatico periodo di crisi globale conosce i bagliori di una nuova stagione: quella che ripete tristi riti andati, anche se con situazioni e sfaccettature diverse, con giovani che mettono in gioco i propri talenti. Ragazzi spigliati e istruiti che partono e sono pronti ad adattarsi a tutto. E che, spesso, sono proprio i migliori. È questa una delle importanti considerazioni che sono emerse nel corso del X Congresso dei Trevisani d’Australia, con partecipanti provenienti da tutto il continente australe.
Il convegno si è tenuto a Griffith, a «due passi» (che significano 500/600 chilometri) da Melbourne e Sydney. Griffith è una cittadina di 30 mila abitanti, ad altissima percentuale trevisana e italiana, guidata dal sindaco John Dal Broi, con ascendenze di Cavaso (TV), e che vanta un ministro federale all’Educazione e all’Istruzione, Adriano Piccoli, originario di San Trovaso (TV). Sono stati tre giorni di congresso con riflettori puntati su una realtà viva, pulsante e numerosa che ha conservato un legame molto stretto con la comunità di origine.
Griffith e l’Australia sono «terra d’emigrazione», oggi come ieri. Ed è anche per questo che nel corso del Congresso non sono mancate idee e proposte su un tema di triste attualità qual è l’emergenza occupazionale dei giovani italiani.
Treviso, nei confronti dell’Australia, appare come un punto quasi invisibile nella carta geografica. Eppure, nel petto di non poca gente approdata nel continente australe, batte un cuore trevisano. Si tratta di gente che, nonostante le aspre difficoltà iniziali, ha saputo conservare vivo in sé il sapore del Paese, rendendo prospera questa sua seconda dimora: uomini e donne dalle due patrie e un cuore solo. Avendo anche dato, a suo tempo, una mano, con le rimesse, all’economia dell’Italia disastrata del dopoguerra.
La comunità trevisana, oltre che a Griffiyh, è presente e attiva anche a Melbourne, Ballarat, Sydney, Wollongong e Canberra. Per tutti la fatica del distacco dall’amata terra natìa non è stata inutile: il coraggio e la speranza sono state premiate e ora qui soffia forte il vento nelle vele spiegate di una trevisanità fiera e ben radicata.
Il convegno si è tenuto a Griffith, a «due passi» (che significano 500/600 chilometri) da Melbourne e Sydney. Griffith è una cittadina di 30 mila abitanti, ad altissima percentuale trevisana e italiana, guidata dal sindaco John Dal Broi, con ascendenze di Cavaso (TV), e che vanta un ministro federale all’Educazione e all’Istruzione, Adriano Piccoli, originario di San Trovaso (TV). Sono stati tre giorni di congresso con riflettori puntati su una realtà viva, pulsante e numerosa che ha conservato un legame molto stretto con la comunità di origine.
Griffith e l’Australia sono «terra d’emigrazione», oggi come ieri. Ed è anche per questo che nel corso del Congresso non sono mancate idee e proposte su un tema di triste attualità qual è l’emergenza occupazionale dei giovani italiani.
Treviso, nei confronti dell’Australia, appare come un punto quasi invisibile nella carta geografica. Eppure, nel petto di non poca gente approdata nel continente australe, batte un cuore trevisano. Si tratta di gente che, nonostante le aspre difficoltà iniziali, ha saputo conservare vivo in sé il sapore del Paese, rendendo prospera questa sua seconda dimora: uomini e donne dalle due patrie e un cuore solo. Avendo anche dato, a suo tempo, una mano, con le rimesse, all’economia dell’Italia disastrata del dopoguerra.
La comunità trevisana, oltre che a Griffiyh, è presente e attiva anche a Melbourne, Ballarat, Sydney, Wollongong e Canberra. Per tutti la fatica del distacco dall’amata terra natìa non è stata inutile: il coraggio e la speranza sono state premiate e ora qui soffia forte il vento nelle vele spiegate di una trevisanità fiera e ben radicata.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017