Australia. «Quo vadis?»

18 Novembre 2014 | di

Il mese di ottobre Melbourne da sempre ha «sapore di italianità». È questo, infatti, il periodo dell’Italian Film Festival e della «Settimana della lingua italiana», che suscita sempre interesse nelle scuole, nell’università e all’Istituto italiano di cultura. E pure della Festa di Carlton, la Piccola Italia. Ma quest’anno, oltre ai consueti appuntamenti, si è svolto anche un altro importante evento: il Convegno delle Società Dante Alighieri d’Australia. Ogni due anni, infatti, a rotazione, ciascuna di queste società ospita le altre consociate del continente. Nel 2014 è stato il turno di Melbourne, la cui sede cittadina della «Dante» (nella foto, alcuni soci) può essere considerata quasi la «madre» di tutte le altre, essendo stata fondata nel lontano 1896 (seconda all’estero dopo quella di Alessandria d’Egitto), pochi anni dopo la nascita dell’associazione avvenuta a Roma nel 1889.

Tema del Convegno: «Quo vadis? Il futuro dell’Italiano in Australia». Alla kermesse hanno preso parte, in qualità di relatori e ospiti, la senatrice federale onorevole Concetta Fierravanti Wells, il console generale d’Italia Marco Maria Cerbo, la direttrice dell’Istituto italiano di cultura Lina Panetta. E ancora: l’ex governatore del Victoria Sir James Gobbo, il professor Joe Lo Bianco dell’università di Melbourne, rappresentanti di associazioni culturali, insegnanti, studenti universitari e i soci della Dante. Erano presenti anche i rappresentanti della «Dante» di Sydney, Adelaide, Perth, Canberra, Mildura, Brisbane, Cairns e Gold Coast. Il risultato è stato più che positivo: a detta di molti dei partecipanti, si è assistito al migliore Convegno organizzato finora in Australia.

«Nostro desiderio primario – ha affermato il presidente della “Dante” di Melbourne, Domenico Barbaro – è informare circa l’esistenza, gli scopi e le attività della “Dante”: questo era anche  l’obiettivo principale del Convegno. Per tale ragione abbiamo esteso al massimo la lista degli invitati, includendo tutti i presidenti di associazioni, club e circoli. Purtroppo – ha aggiunto –, su questo versante non abbiamo avuto la risposta sperata, ma almeno abbiamo mosso le acque, sottolineando la necessità di creare un ponte tra le associazioni culturali e quelle che hanno un puro scopo socio-ricreativo».

Principale relatore del Convegno è stato il professor Joe Lo Bianco, esperto in multiculturalismo e didattica, che ha parlato della necessità di dare all’insegnamento dell’italiano un carattere più dinamico, piacevole, con una maggiore immersione nel linguaggio quotidiano. «Capacità», «opportunità» e «desiderio» (C.O.D.), secondo Lo Bianco, dovrebbero essere le parole guida per la promozione della cultura e della lingua italiana nel Continente. Un bravo insegnante più che trasmettere vocaboli, deve suscitare interesse, voglia di imparare.

Ma quale futuro attende la lingua italiana nel mondo? Secondo i convegnisti è importante che insegnanti e associazioni – che in questo momento di crisi non possono contare sul supporto finanziario del Governo italiano o delle Regioni – continuino su base volontaria a fare il proprio lavoro con entusiasmo. Come fa la «Dante Alighieri» di Melbourne, che, con i suoi 250 soci circa, tra i quali molte scuole, continua a tenere alto nel mondo il buon nome dell’Italia, la sua lingua e la sua millenaria cultura.    

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017