Australia. Sulla riva del Brisbane
Per chi passeggia sul fiume Brisbane, a ovest della città omonima, la sagoma appare improvvisa e inconfondibile, nelle sue linee slanciate e il suo colore nero. Si tratta di una gondola, azionata a motore, pensata per gli innamorati che sul fiume australiano vogliono immaginare di vivere la romantica atmosfera di Venezia. Seppure kitsch, la «simil-gondola» rappresenta un ringraziamento per tutto quanto gli italiani hanno fatto in questo angolo del mondo. La qual cosa ci permette anche di rimediare a un vecchio errore di percezione: identificare gli italiani in Australia solo con le comunità residenti nelle metropoli di Melbourne e Sidney, dimenticandosi delle tante altre realtà insediate altrove.
Ne è ben consapevole Mariangela Stagnitti, attivissima promotrice della cultura italiana. Lavora alla Commonwealth Bank of Australia, per la quale cura soprattutto i rapporti con la clientela di origine italiana, arricchendo il proprio impegno con l’attiva partecipazione al Gia (Giovani italiani in Australia), sodalizio che da anni unisce le varie anime italiane presenti nell’immenso territorio australiano. «I miei genitori – racconta – arrivarono dalla Sicilia sul finire degli anni Cinquanta. Erano partiti dallo stesso paese, Castiglione (Catania), e si conobbero qui, sposandosi poi nel 1960. Ancora oggi nel mio Dna è presente il dialetto siciliano, anche perché sono cresciuta in una cittadina, New Farm, dove vivevano molti immigrati provenienti da Sicilia, Calabria e Campania.
La mia prima lingua è stata il dialetto siciliano; in un secondo momento ho imparato l’italiano, alla scuola Dante Alighieri, uno dei pochi luoghi – insieme alle scuole cattoliche – dove era possibile apprendere il nostro idioma». Mariangela Stagnitti è presidente del Comites del Queensland e del Nothern Territory. «Lavorare nel settore finanziario – dice – stando vicina alle esigenze di imprenditori italiani o italo-australiani che vogliono avviare un’attività a Brisbane, mi permette di non perdere mai di vista la grande ricchezza della nostra storia. Per questo mantengo contatti regolari con la Sicilia e con i miei parenti residenti nell’isola. Mi piace parlare con loro in dialetto siciliano». Invitata, nel 2011, dall’associazione Sicilia Mondo a rappresentare le eccellenze siciliane oltre confine, Mariangela ha visitato la Sicilia e oggi guarda con simpatia i propri nipoti intenti a decifrare le parole che lei scambia in siciliano con i parenti. «Io e i miei fratelli – afferma – siamo nati in Australia, ma non abbiamo mai dimenticato la nostra terra d’origine. Mi capita ancora oggi di pensare prima in siciliano e poi in inglese.
E a volte mi chiedo: sono siciliana? Italiana o australiana? Una domanda cui non so dare una risposta precisa, anche se nel cuore mi sento essenzialmente siciliana». Mariangela inoltre crede che le comunità italiane nel mondo rappresentino oggi una vera miniera per gli studiosi dell’antropologia culturale: solo in esse è possibile, infatti, ritrovare certi usi e costumi e alcune tradizioni cadute in disuso anche in Italia.