Australia: terra di canguri e di speranza

L’ambasciatore australiano in Italia, David Ritchie, fornisce molte informazioni utili a chi desideri visitare il più grande Paese dell’Oceania.
10 Aprile 2013 | di

L’Ambasciatore d’Australia in Italia, David Ritchie ha scelto la Marca Trevigiana per celebrare l’Australia Day. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto quanto la «terra dei canguri» sia ancora punto di riferimento e luogo di approdo per tanti giovani in cerca di uno sbocco esistenziale.

Msa. Come valuta il fatto che sono ancora molti i giovani che guardano all’Australia come approdo?
Ritchie. Per le opportunità di lavoro che è in grado di offrire, e anche in considerazione del rapporto di lunga data che unisce l’Italia e l’Australia, dell’importanza della comunità italo-australiana e del ruolo significativo che gli italiani hanno avuto e continuano ad avere nel forgiare l’Australia di oggi, non mi sorprende che molti giovani italiani abbiano l’Australia come meta. Gli australiani di origine italiana, infatti, sono il secondo gruppo in Australia, dopo quello di origine anglo-celtica. Nell’ultimo censimento del 2011, 299.833 persone (l’1,4 per cento della popolazione australiana) hanno dichiarato di parlare italiano.

Qual è la «carta di credito» lasciata dai predecessori?
Generazioni di migranti italiani hanno apportato un contributo sostanziale all’industria mineraria, della pesca, dell’edilizia e dell’agricoltura. Gli australiani di origine italiana si sono perfettamente integrati nella società australiana e occupano posizioni di rilievo in tutti i settori: hanno apportato un notevole contributo all’industria alimentare, vinicola e del turismo. Solamente negli ultimi vent’anni (dal 1991 al 30 giugno del 2012) 9.545 persone nate in Italia si sono trasferite in Australia.

Quale la piattaforma programmatica di accoglienza e di inserimento?
A luglio del 2012 l’Australia ha introdotto il programma di visti per lavoratori specializzati e qualificati «Skill Select», che consente di ottenere un visto di lavoro, temporaneo oppure a lungo termine, per l’Australia, incluso il «migrant visa», che però è limitato e richiede un’ottima conoscenza della lingua inglese. Mediante il programma «Skill Select» giovani italiani qualificati che cercano occupazione in Australia possono esprimere il proprio interesse on line e gratuitamente. Ciò permette ai datori di lavoro e alle agenzie statali in Australia di selezionare possibili candidati da nominare per un visto, ad esempio attraverso l’Employer Nomination Scheme. Le espressioni d’interesse sono anche un meccanismo per essere invitati e per poter fare domanda per un visto «skilled migration» (per l’immigrazione di personale specializzato).
Il sito Skill Select (http://www.immi.gov.au/skills/skillselect/) è un’utile risorsa per cercare un’opportunità di lavoro in Australia e verificare quali siano i lavori per cui vi è effettivamente domanda.

Come si articolano i visti vacanza lavoro?
Il programma di visti vacanza lavoro (WHM) è ideato per promuovere scambi culturali e rapporti più stretti tra i due Paesi e consente a giovani fino ai trent’anni di trattenersi in Australia per un periodo di vacanza, durante il quale possono svolgere lavori a breve termine. Il periodo massimo di lavoro consentito durante la permanenza è di sei mesi. Ulteriori informazioni su questo tipo di visto sono disponibili on line: http://www.immi.gov.au/visitors/working-holiday/417/working-in-australia.htm

Cosa offre oggi l’Australia?
Se dei giovani italiani sono in grado di finanziarsi autonomamente una vacanza o un periodo di studio in Australia, i visti vacanza lavoro e i visti per gli studenti possono portare a sbocchi lavorativi futuri. In base al vigente accordo tra Australia e Italia, i cittadini italiani che soggiornano in Australia possono fruire di prestazioni sanitarie, per cure urgenti, e senza diretti oneri di spesa, nei primi sei mesi di soggiorno. Al di fuori dei casi di prestazioni urgenti e per eventi che si verificano oltre i sei mesi di permanenza in Australia, la convenzione non è applicabile. In questi casi è consigliabile stipulare un’assicurazione medica privata.


 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017