Australia.La vitalità del Made in Italy

21 Aprile 2015 | di

C’è un’Italia, forse silenziosa, ma presente e attiva in ogni continente. Ruota attorno ad Ambasciate e Consolati, Istituti Italiani di Cultura, Società Dante Alighieri e Camere di Commercio, oltre a tante altre associazioni culturali e ricreative. Nella lontana Australia, grande venticinque volte l’Italia, ma con soli 23.5 milioni di abitanti, operano ben cinque Camere di Commercio italiane: Adelaide, Brisbane, Mel­bourne, Perth e Sydney. È un indice di grande vitalità.

A Melbourne, il presidente della Camera è Tony De Domenico, un personaggio di spicco nelle istituzioni statali del Victoria; mentre dal 2007 il segretario generale, potremmo dire il «timoniere», è Luca Bottallo (nella foto), il quale gestisce concretamente gli obiettivi della Camera di Commercio.

«È nostro compito – afferma Bottallo – far conoscere le opportunità di interscambi commerciali tra l’Italia e l’Australia, creare contatti tra imprenditori, offrire consulenza, coinvolgere le ditte alle fiere nazionali». L’Italia è un partner commerciale di tutto rispetto per l’Australia. È al terzo posto, dopo Germania e Inghilterra, tra i Pae­si europei. L’import-export è a favore dell’Italia nel rapporto di 5 a 1. L’Italia esporta, in questo continente, apparecchiature elettriche e per uso domestico; pompe per oleo­dotti e metanodotti; macchinari per l’edilizia, per le confezioni alimentari, la sanità; abbigliamento; prodotti agroalimentari e per la ristorazione e, naturalmente, l’apprezzatissimo vino. È presente nel continente con ditte come Ansaldo, Ferrero, Iveco, Mapei, Luxottica ed ENI. L’Australia, da parte sua, esporta in Italia soprattutto grano, lana, pelli, minerali.

«Come Camera di Commercio di Melbourne – spiega Bottallo – siamo i rappresentanti ufficiali per l’Australia della fiera “Vinitaly” di Verona. Questa città è il secondo polo fieristico più importante d’Italia, dopo Milano. Partecipiamo anche alla fiera del Marmo e dell’Energia sempre a Verona, della Ceramica di Bologna, della Cibus a Parma. Promuoviamo – aggiunge Bottallo – il made in Italy organizzando in Australia delle esposizioni di ditte italiane che vedono in questo Paese delle possibilità di piazzare i propri prodotti, anche per un rilancio verso i vicini Paesi asiatici». Purtroppo i sussidi del Governo italiano sono stati ridotti all’osso e ciò ha spinto la Camera di Commercio a cercare fondi da privati, soci (circa trecento) e altri enti. La sede di Melbourne (che rappresenta i due Stati del Victoria e della Tasmania) si avvale del lavoro volontario in ufficio, come ricerca e programmazione, di una decina di giovani laureati provenienti dall’Italia per degli stage annuali, in accordo con alcune università italiane come Ca’ Foscari di Venezia e Bocconi di Milano. Nel grande scacchiere delle Camere di Commercio, ottanta in cinquantaquattro Paesi e con 25 mila associati, anche Melbourne fa la sua parte con competenza, dignità e successo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017