AVAMPOSTI DELLA FEDE

Lungo "El camino real", le splendide missioni di San Antonio de Padua e San Antonio de Pala segnano le tappe dell’epopea dei primi evangelizzatori ma anche dell’accoglimento della "buona novella" da parte dei nativi.
11 Settembre 1997 | di

Jolon, California

Una solenne celebrazione dedicata a sant";Antonio ha luogo in questa bellissima Mission San Antonio l";8 giugno. Padre Bill Haney, il francescano rettore della missione, promette 'fiesta' grande, come ogni anno, nella seconda domenica di giugno dopo la messa: il famoso 'Mission Oak B-B-Q' (grigliata di carni cotte sulle braci ottenute dal legno di quercia, di cui sono ricchissimi i boschi circostanti) e musica, giochi, danze, premi; Junipero Serra dal cielo sorriderà  beato.

Siamo sul percorso denominato El camino real, la via di collegamento delle ventuno storiche missioni tra San Diego e San Francisco, circa mille chilometri di costa frastagliata e montuosa lungo l";oceano Pacifico: qui è nata la California, e oltre due secoli fa sono state poste le premesse del suo splendido sviluppo. Non è una semplice coincidenza che si chiamasse San Antonio la nave che nel 1769 per prima portò rifornimenti alle nascenti comunità  guidate dai francescani. E non a caso padre Junipero Serra denominò San Antonio de Padua la sua terza missione, fondata nel 1771, dopo San Diego de Alcalà  nel 1769, e San Carlos de Carmelo nel 1770. A differenza di quelle fondate dai gesuiti in Bassa California, queste missioni dell";Alta California "; per ragioni strategiche della politica spagnola del tempo "; sono sorte a ridosso di presidi militari: insieme con il presidio veniva la missione, e viceversa, per cui la chiesa si trovava al centro di una cittadella fortificata, oltre che di una vera e propria comunità  autosufficiente, nella quale erano incorporati i nuovi battezzati. Le principali attività  erano l";agricoltura, l";allevamento del bestiame, l";artigianato, l";edilizia. Particolare attenzione veniva dedicata all";educazione e all";istruzione delle popolazioni indigene, in un";opera di evangelizzazione delicata e difficile, specialmente laddove era intralciata dalla durezza e dalla rozzezza degli interventi militari.

Le tracce dell";antica storia sono visibili nei musei delle missioni, oltre che nelle loro strutture, tutte o quasi riedificate e pazientemente restaurate in anni recenti, dopo l";abbandono e la distruzione patiti negli anni di secolarizzazione sotto il governo messicano (1834). Dal 1846 la California fa parte degli Stati Uniti: e nel 1863 il presidente Abraham Lincoln aveva firmato il decreto di restituzione alla chiesa dei territori delle missioni, oggi considerate veri e propri gioielli da custodire e valorizzare, oltre che centri di richiamo culturale e spirituale non solo per gli americani.

San Antonio de Padua "; le missioni conservano il nome originario spagnolo "; si trova nella Oaks Valley, o valle delle Querce, ai piedi della catena montuosa Santa Lucia, 35 chilometri da King City (280 chilometri a sud di San Francisco e 480 a nord di Los Angeles). Vi si arriva attraversando un territorio intatto, dove la natura regna sovrana. La visione del complesso monumentale della missione è mozzafiato. Al verde intenso delle querce e a quello argenteo degli olivi si mescolano le ampie pennellate azzurre e gialle dei fiori di campo. Ciuffi di iris violette spuntano qua e là . Agavi gigantesche dalle robuste foglie lanceolate offrono al cielo il loro ultimo fiore. La sensazione è quella di trovarsi in un";oasi di pace e serenità .

A ridosso dell";antica chiesa dal tetto ricoperto di tegole rosse, sorge l";ampio quadrilatero all";interno dei quale si svolgevano le principali attività : il laboratorio di tessitura e filatura con il reparto per le donne, l";officina del fabbro, la cantina, il granaio, l";alloggio dei padri e le cucine. Oggi, oltre al museo e all";abitazione dei sacerdoti della parrocchia, vi ha sede un centro di spiritualità , negli anni Cinquanta collegio di formazione dei frati francescani. All";esterno è ancora in funzione l";acquedotto realizzato oltre due secoli fa dai locali nativi della tribù Salinan con l";assistenza e la guida dei missionari: l";acqua è attinta dal San Antonio River.

Padre Bill Haney, californiano di Riverside, figlio di un ufficiale dell";aeronautica, innamorato dell";Italia oltre che di san Francesco d";Assisi (ha visitato due anni fa il nostro Paese insieme con il confratello veneziano padre Virgilio Biasio della missione di Santa Barbara) ci dice che la maggioranza dei parrocchiani è oggi costituita da allevatori di bestiame e che i discendenti dei nativi sono ridotti a poche unità . Come negli altri cimiteri delle missioni, anche qui c";è la testimonianza dei numerosi decessi di indigeni, spesso giovani, in conseguenza della dura inusuale disciplina, dei maltrattamenti inflitti dai militari e dell";esposizione a infezioni e malattie importate dai bianchi europei.

Tra le memorie della chiesa, dove la statua di sant";Antonio con bambino troneggia sull";altare maggiore, una decorativa iscrizione ricorda 'il primo matrimonio cattolico in California, celebrato in questa missione tra Juan Maria Ruiz di El Fuerte, Sonora, Messico, 25 anni di età , e Margarita de Cortona, 22 anni, una donna Salinan della missione San Antonio, il sedici maggio dell";anno del Signore 1773'. Scrivono i biografi che solo due anni prima, accompagnando i padri Sitjar e Pieras, incaricati della futura missione, giunti al rio battezzato San Antonio, il presidente padre Junipero Serra aveva appeso a un ramo di quercia una campanella e s";era messo a suonarla con esuberanza, gridando a gran voce: 'Venite o Gentili! Venite alla santa chiesa! Venite a ricevere la fede di Gesù Cristo!'. Al che il confratello fra Miguel Pieras lo provocava: 'Perché stancarti? Non c";è nessuna chiesa in costruzione e non si vede anima viva!'. 'Padre, lascia esprimere il mio cuore "; replicava allora padre Junipero "; secondo il quale io desidero che questa campana possa essere udita in tutto il mondo!... o quantomeno suoni per tutti i Gentili che popolano queste montagne!'.

Secondo le stime spagnole dell";epoca, c";erano circa 2000-2500 indigeni nella zona. Una nota scritta da padre Pedro Cabot nel 1814, precisa che 'negli ultimi due anni non ci sono altri pagani indiani da battezzare'.

Alle ventuno missioni californiane ufficialmente note, va aggiunta la meno pubblicizzata: San Antonio de Pala, recentemente riconosciuta come missione. Situata nella valle di Pala, circa trenta chilometri a nord-est della Mission San Luis Rey presso Oceanside, di cui è stata a lungo 'asistencia', è l";unica delle missioni spagnole californiane completamente in servizio agli indiani nativi americani. Fondata dal francescano padre Antonio Peyri il 13 giugno 1816 e dedicata a Sant";Antonio di Padova, secolarizzata e confiscata dal governo messicano nel 1835, riconsegnata alla chiesa dalla presidenza americana, è stata ricostruita e rimessa in funzione dai comboniani di Verona che l";hanno gestita dal 1948 al 1991 per poi ritornarla alla diocesi. Dopo un breve periodo di permanenza dei francescani conventuali (1993 - 1995) San Antonio de Pala è di nuovo tornata alla diocesi di San Diego che l";ha affidata ai barnabiti. Qui, tra l";altro, lavora padre Paolo Marconi di Recanati, a diretto contatto con i discendenti dei nativi Shoshonean e Yuman, più semplicemente denominati 'Luiseà±os' dalla missione-madre San Luis. L";interno della chiesa riserva una suggestiva sorpresa: l";intera decorazione è opera dei nativi, che vi hanno saputo esprimere una nitida e poetica semplicità .

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017