Bambino, padre dell’uomo

Un impegno inderogabile per gli adulti: garantire dignità e futuro ai bambini di oggie di domani, preservarli dallo sfruttamento e dalla violenza, assicurare loro il rispetto e la crescita in un mondo giusto e solidale.
02 Dicembre 1997 | di

È un impegno sempre più difficile, in una società  sempre più confusa e disinteressata ai problemi reali della società  e dell'avvenire. È un impegno che dobbiamo però perseguire con più vigore, più che in ogni altro momento storico, proprio per salvaguardare il presente e prevedere in qualche maniera un'ipotesi di avvenire, soprattutto per i bambini di oggi. Il grande equivoco della storia dell'uomo è proprio quello di non considerare la vera essenza dei bambini che partecipano a questa avventura umana. Quindi, con molto coraggio e fede, bisogna impostare un discorso nuovo nella società  per affermare delle verità  che siano valide per tutti, credenti e non credenti.

Basta un semplice pensiero per 'svelare' il mistero dell'infanzia: i bambini non chiedono di venire al mondo, e per venire al mondo richiedono anzi di essere invitati e in maniera chiara e precisa, come viene illustrato dalla biologia da millenni. Un uomo e una donna insieme invitano un bambino, nella gioia e nell'amore, a venire al mondo. Ma nasce qui il primo grave, gravissimo interrogativo: perché li invitiamo se poi li offendiamo, li violentiamo, li uccidiamo, li affamiamo? Come possiamo giustificare moralmente ma anche su un semplice piano pratico, l'invito che facciamo a un bambino a venire al mondo, sapendo a quale pericolo lo esponiamo solo per far parte della società  umana? Intanto la stessa donna, la stessa madre soggiace a uno spaventoso destino se si considerano le 800 mila donne che ogni anno muoiono a causa del parto.

I bambini! Nei primi tre anni di vita assistiamo a un vero e proprio genocidio: piccole malattie curabili con pochi centesimi che invece provocano la morte di milioni e milioni di bambini. Senza parlare di quelli che superano questa età  e sono soggetti a sfruttamenti di ogni natura. La cifra ufficiale parla di 200 milioni di bambini sfruttati in lavori non consentiti alla loro età . Più di 100 milioni di bambine e bambini vittime di abusi sessuali, specialmente nel Sud-Est asiatico, senza parlare dei 200 milioni di bambini di strada che sono fonte di violenze inaudite. Il problema è quello di prevenire tutto questo, di cercare di ovviare a situazioni gravissime che si presentano in ogni Paese sollecitando l'azione di governi e di organismi che già  si adoperano in ogni maniera.

Se vogliamo veramente cambiare la condizione dei bambini nel mondo, occorre svolgere un'azione diversa di convinzione morale dell'opinione pubblica sul significato di un bambino che nasce perché la realtà  più drammatica risiede proprio nell'assoluta mancanza di conoscenze morali e sociali intorno al bambino che è stato concepito e che quindi accetta di venire al mondo. Quando si pensi alle gravissime responsabilità  della famiglia si capirà  meglio l'ampiezza del problema e la necessità  di affrontare il tema dell'infanzia sotto una diversa luce e con una maggiore responsabilità .

Dobbiamo avere una qualità  della vita che si riferisca all'infanzia come punto di riferimento preciso e assoluto. Solo così potremo iniziare un'azione diversa per trovare un equilibrio sociale che incida su tutta la convivenza umana rendendola così diversa e partecipe di una condizione a cui tutti dobbiamo fare riferimento e quindi adeguare ogni nostra azione.

I bambini per cambiare il mondo, per proporre un'ipotesi di avvenire nella giustizia e nella solidarietà : questo è il nuovo grande impegno che ogni essere umano dovrà  sentire per sopravvivere, per poter credere nella speranza. L'Unicef combatte questa battaglia e noi ci sentiamo vicini a tutti coloro che sono coraggiosamente impegnati in questa ricerca per proporre un nuovo destino nell'amore di Dio e nel rispetto della ragione.

     
  I traguardi dell'Unicef

Una speranza vera
     

di Germano Bertin

La 'Convenzione sui Diritti dell'Infanzia' che non è stata ancora adottata da tutti i Paesi del pianeta, definisce e difende il diritto di ogni bambino, maschio o femmina, a vivere una vita sana e produttiva e ad essere accolto e protetto dagli adulti, ai quali spettano le decisioni che influenzano il suo futuro.     

L'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia,  è impegnata in prima fila per far adottare e attuare tale Convenzione da parte di tutti i governi. Attualmente l'Unicef controlla l'operato di 190 Paesi che hanno promesso di tutelare i minori da ogni forma di abuso, e collabora con 161 governi, fornendo servizi e aiuti a favore di donne e bambini. Mediamente ogni anno investe per l'infanzia circa mille miliardi di dollari, provenienti per il 64% da governi e organizzazioni intergovernative, e per il rimanente 36% da privati.

 Dal bilancio dell'ultimo anno risulta che il 27% del fondo disponibile è stato impegnato per garantire un'essenziale assistenza sanitaria nei Paesi più poveri; il 21% per interventi di emergenza; il 28% per programmi di sviluppo in Paesi dove donne e bambini vivono in       condizioni particolarmente difficili; il 10% per la fornitura di acqua e di servizi igienici; il 10% per l'istruzione, e il rimanente 4% per l'alimentazione dei bambini.     

Lo scorso anno si è conclusa la più imponente campagna sanitaria di tutti i tempi: in India, infatti, dove ogni anno circa 10 mila bambini muoiono di poliomielite, è stato somministrato il vaccino contro tale malattia a circa 125 milioni di bambini. Sono state acquistate, inoltre, circa 1,2 miliardi di dosi di vaccino per combattere sei tra le malattie più pericolose per l infanzia, salvando così la vita di ben sette milioni di bambini al di sotto dei cinque anni.

I programmi di iodurazione del sale promossi dall'Unicef hanno contribuito a salvare circa 12 milioni di bambini dai ritardi mentali causati da un'alimentazione carente di iodio.     

Ogni anno, purtroppo, oltre 2 milioni di bambini muoiono a causa della guerra, mentre altri 6 milioni di loro, pur sopravvivendo, portano sul proprio corpo mutilazioni indelebili. L'Unicef       ha promosso un 'Programma Anti-Guerra' che prevede l'istituzione di 'zone di pace' per i bambini, riabilitati fisicamente e psicologicamente dai traumi bellici, e la fine del reclutamento in guerra dei minori.

L'Unicef si impegna energicamente contro il lavoro minorile e contro lo sfruttamento sessuale dei bambini. Più di un milione di bambini all'anno, infatti, vengono impiegati nel 'mercato del sesso', divenendo facili vittime dell'Aids. L'Unicef vigila sull'operato di oltre 190 Paesi che si sono impegnati a tutelare i bambini da simili abusi, inducendoli a inasprire le leggi e le pene contro chi sfrutta la prostituzione e il lavoro minorile.     

L'Italia si distingue, all'interno dell'Unicef, con l'iniziativa 'Sindaci difensori dei bambini' che invita gli amministratori locali a una politica più rispettosa dei minori, e per la scelta di       intervenire direttamente nell'ambito della scuola per dare informazioni e per creare una mentalità  più rispettosa dei diritti dei minori.

Chi desidera sostenere il Comitato italiano per l'Unicef può inviare il proprio contributo a:       

Unicef, via V.E.Orlando 83 - 00185 Roma

c/c Bancario 894000/01; presso COMIT (ABI 02002-CAB 03211); c/c Postale 745000. E-mail: unicef@flashnet.it     

  Germano Bertin

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017