Basilea, italianità in parrocchia

«Fare parte di un gruppo di formazione cristiana e condividere le esperienze – dice Carmelina Ballarino – ci aiuta a essere uomini e donne di speranza».
14 Giugno 2012 | di

Care amiche, nella città di Basilea, in Svizzera, opera da anni il Gruppo famiglie, coordinato da Carmelina Elia Ballarino. Siciliana, nata a Roccella Valdemone, in provincia di Messina, Carmelina è cresciuta in collegio, a Como, perché i genitori erano emigrati. È arrivata in Svizzera già adulta, e lentamente si è inserita nel lavoro e nella vita sociale, iniziando da «straniera ricongiunta».
Da anni, nei mesi che vanno da settembre a giugno, alcune coppie si ritrovano insieme nei locali della grande parrocchia italiana di San Pio X, per affrontare temi familiari e discutere problemi sociali. La parrocchia è molto conosciuta e frequentata da giovani, adulti e bambini, ed è operosa in molti ambiti: campiscuola, gruppi giovanili, terza età, aiuto agli ammalati, sostegno ai poveri del Terzo mondo, e via dicendo. Nel suo insieme, coinvolge fino a 4 mila persone.

I fedeli arrivano dalla città di Basilea, dai dintorni e anche dal Canton Ticino. Tutte le liturgie e le attività sono in lingua italiana. I nostri connazionali di prima, seconda e terza generazione trovano qui un ambiente accogliente, dove ricollegarsi alle radici familiari ed essere accompagnati nella formazione cristiana. Le guide spirituali sono il parroco, don Sandro Cerotti, e il giovane vicario, padre Antonio Grasso. Anche i figli di Carmelina, cioè Manuel di 28 anni e Gioele di 24, sono attivi in parrocchia, coordinando due realtà giovanili, sulla scia dell’esperienza del Gruppo famiglie. Questo gruppo, nato sette anni fa per volontà di Carmelina e di suo marito, vive straordinarie esperienze di condivisione e di affetto. Partito in sordina, è oggi frequentato da dodici coppie di età compresa tra i 35 e i 50 anni, tutte con figli. Anche quando Carmelina è rimasta sola, dopo la morte del marito, il gruppo ha proseguito l’attività.
 
«Vivendo in una società avanzata e individualista, che offre lavoro e benessere, ma che ci lascia soli, tanti connazionali cercano qui il calore di una famiglia più grande, un sollievo al senso di isolamento e una guida per approfondire la propria fede», osserva Carmelina ricordando la grande esperienza vissuta, alla fine dell’ottobre scorso, con l’arrivo a Basilea del Gruppo famiglie di Cuneo, accompagnato dalle suore giuseppine.
Insieme hanno affrontato il tema «Ero straniero e mi avete accolto».

Un argomento attuale e dal duplice risvolto: da un lato vi è la realtà di molti residenti in Italia che faticano ad accettare chi viene da fuori, dall’altro l’esperienza dei connazionali che lavorano in Svizzera, protagonisti, in prima persona, del disagio di essere «stranieri».
A seconda degli argomenti, il Gruppo famiglie di Basilea si affida anche a esperti, come per il tema «Relazione di coppia e relazione genitori-figli», relatore Umberto Castra, pedagogista e terapeuta familiare. Sacerdoti, come padre Giovanni Meneghetti, e suore sono invece stati interpellati per affrontare temi quali i comandamenti, l’ebraismo, l’islam, l’incarnazione. Altri argomenti ancora sono stati «Il ruolo della donna» e «Il consumismo in prossimità del Natale». Gli incontri, programmati quasi sempre di sabato pomeriggio, per tradizione si concludono con una cena collettiva.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017