Basilica. Il giglio balla, per amore del Santo

Il piazzale della Basilica ha ospitato la «ballata» del giglio di Brusciano, una sorta di ex voto in legno mosso a tempo di danza da centoventotto pellegrini campani.
29 Giugno 2009 | di


Un obelisco che danza

L’evento ha avuto un precedente nel 2008: alla festa dei gigli dello scorso agosto, infatti, è stata una reliquia di sant’Antonio a giungere da Padova per sfilare in processione lungo le strade del paese campano. In qualche modo Brusciano quest’anno ha reso la visita, rinsaldando l’amicizia con la Basilica e la città. «L’auspicio – ha commentato Milvia Boselli, accogliendo la delegazione campana in veste di presidente del Consiglio comunale di Padova – è che questo gemellaggio, costruito nel nome del Santo, possa rafforzarsi in iniziative di amicizia e collaborazione per creare condizioni di crescita culturale, sociale ed economica delle nostre comunità».

Dopo i preparativi, il progetto (ciascun giglio ogni anno ha un disegno originale), la costruzione, il pellegrinaggio dei bruscianesi e la solenne messa in Basilica, finalmente arriva l’ora della «ballata».

Ma in che modo un obelisco di venticinque metri d’altezza può ambire a danzare? Basta che si rendano disponibili le solide spalle di centoventotto uomini, la cosiddetta paranza che, a ritmo, «culla» il giglio antoniano.

È proprio quanto si poteva ammirare nel pomeriggio del 31 maggio. Il primo senso a essere colpito, approssimandosi al sagrato del Santo, era l’udito: la musica dal vivo in genere è di casa nel vicino Prato della Valle, ma questa volta ha traslocato davanti alla Basilica. Anche il genere è diverso dal solito: è musica napoletana molto ritmata quella che giunge all’orecchio, e la fonte è proprio il giglio. Infatti i cantori e i musicisti, cioè due sax, una tastiera e tre percussionisti, sono sopra la base dell’obelisco. Quindi, sotto, si intravedono i «cullatori», difficilmente distinguibili dal gran numero di persone che attorniano la struttura. I musicisti attaccano con le note di Volare di Modugno, ma le parole sono cambiate, e così accadrà per tutte le arie famose che saranno cantate: le strofe originali diventano, nella fantasia napoletana, originali lodi a sant’Antonio e alla Vergine. Il ritmo, invece, aiuta la paranza a muoversi in maniera coordinata. In ogni caso poco è lasciato all’improvvisazione, o comunque meno di quanto possa sembrare: i movimenti del giglio sono guidati da una sorta di maestro d’orchestra, il capo-paranza, che dall’esterno detta l’andatura. Per la trasferta padovana, al comando del giglio si sono alternati tutti e sei i capi-paranza delle rispettive associazioni bruscianesi.

La festa s’accende

Sotto un cielo non proprio da «’o sole mio», anzi, piuttosto cupo, oltre all’azzurro del giglio spicca il giallo di tanti berrettini, distribuiti a tutti gli abitanti di Brusciano. A dare il via alla «ballata», sotto lo sguardo di padre Enzo Poiana, rettore della Basilica, sono stati Flavio Zanonato, sindaco di Padova, insieme al pari grado bruscianese, Angelo Antonio Romano. E dopo il momento ufficiale, subito la danza si è animata: anche chi non era impegnato a sostenere il giglio si è lasciato coinvolgere dall’allegria della musica, autorità comprese. A far da cornice alla ballata, in piazza, pellegrini e padovani curiosi si sono mescolati ai circa 2 mila bruscianesi, venuti dalla Campania e dal resto d’Italia, visto che molti emigranti hanno voluto partecipare all’evento. Vicino alla struttura si incontrano soprattutto gli uomini: le donne, gli anziani e i bambini se ne stanno più discostati, ma non meno partecipi. Tanti cellulari, macchine fotografiche e cineprese digitali sono in azione per riprendere l’evento: in pochi giorni, su Youtube e in altri siti di condivisione, sono stati postati decine di spezzoni di video, molto visti e commentati. È anche questo un modo, per chi non era presente, per farsi un’idea della festa.

Sempre internet ha dato la possibilità a molti di vedere la diretta della «ballata» padovana, trasmessa mediante webcam: il giglio faceva la sua figura, sant’Antonio era rappresentato in cima, con una statua a tutto tondo e il bambinello in mano; a scendere, i ritratti dipinti del Santo si succedevano a gigli bianchi e a simboli eucaristici, il tutto su sfondo oro e azzurro.

Certamente l’obelisco era grande, imponente, e la festa rumorosa e vissuta; però, una volta finita la ballata e smontato il giglio, ciò che è rimasto è la piacevolezza dell’incontro e l’intima fiducia dei pellegrini in Antonio, pregato, amato e anche «cullato».           

La festa dei gigli a Brusciano

26 agosto - Messa solenne e processione di sant’Antonio

27 e 28 agosto - Sfilata dei carri allegorici delle associazioni

29 agosto - Sfilata delle bande musicali

30 agosto - Messa solenne e ballata dei gigli

1 settembre - Concerto finale e fuochi di artificio

L’intervista

«È stata tutta una preghiera»

Gli ultimi bruscianesi lasciano Padova a malincuore, come quando si è costretti a partire da casa propria. Alcuni si attardano per una preghiera alla tomba del Santo, per procurarsi un ricordino per le persone care, o per sostare qualche momento sul sagrato della Basilica, che il giorno prima ha accolto un esuberante e sincero segno di devozione popolare verso sant’Antonio. Sul piede di partenza incontro due tra gli animatori della ballata del giglio, Antonio Di Palma e Antonio Castaldo (ma quanti Antonio ci saranno a Brusciano!?). A loro chiedo quale significato attribuiscono a questi quattro giorni di impegno collettivo, e soprattutto quale valore ha avuto per loro la festa. «Sono state bellissime giornate – riassume Antonio Di Palma, presidente del locale Consiglio comunale – impegnate nella costruzione e nell’allestimento del giglio e nell’emozionante manifestazione domenicale di fronte alla Basilica. Desidero ritornare presto a Padova, per rivivere questa forte esperienza religiosa e umana, e per ringraziare sant’Antonio». «Qui a Padova – prosegue Castaldo, che del Comune di Brusciano è il capoufficio stampa – abbiamo scritto una vera pagina di storia per il nostro paese. Si è infatti realizzato il sogno, lungo oltre cento anni, di rendere onore al nostro Santo proprio in casa sua. Lui ci ha aiutato in tutto questo, ed è stato come tornare alla fonte della nostra devozione ad Antonio, un’occasione speciale per consolidare un legame con lui».

«I nostri anziani che erano presenti – riprende Di Palma – piangevano di commozione nel vedere il giglio ballare tra i canti e le continue dediche affettuose al Santo, mentre i bruscianesi nel mondo, in America e in Canada soprattutto, hanno seguito tutto sul web, unitissimi a noi. È stato insomma un grande momento comunitario che ha rinsaldato i nostri vincoli più cari e più sacri».

Li incalzo: «Con voi c’erano tanti bambini, felici...»

«Certo» mi rispondono all’unisono: «A Brusciano i nostri bambini, col latte materno assimilano anche l’adesione a queste manifestazioni, pronti, una volta grandicelli, a contribuire a questo spettacolo di devozione e di festa. Così formiamo i giovani al bene e ai valori morali: imparano a cooperare con gli altri, ad andare al passo con la propria comunità, ad ascoltare e a obbedire, in vista del risultato comune».

«E la vostra parrocchia come ha collaborato?».

«Intanto il nostro don Giovanni Lo Savio è stato qui tra noi, e poi dobbiamo riconoscere che il nostro parroco ci sa accompagnare spiritualmente davvero bene, e ci aiuta a far sì che anche attraverso queste iniziative diventiamo comunità educante verso una migliore qualità della nostra fede».

«Contenti di questi giorni padovani, insomma!».

«Sì, e siamo grati al presidente della festa, Nicola Di Maio, perché ha saputo coinvolgere nella ballata del giglio della gioventù gli altri responsabili delle associazioni dei gigli bruscianesi. Una bella esperienza di cooperazione civica, che continueremo ad alimentare anche in forza del nostro legame col Santo».

«Come potreste riassumere il significato della costruzione, dell’elevazione e della ballata del giglio?»

«È stata, in fondo, una preghiera di quattro giorni, un tempo vissuto tutto e solo per sant’Antonio: il resto è stato fraternità e gioia» dice Antonio Di Palma (a sinistra nella foto, mentre consegna al rettore padre Poiana il progetto del giglio). E conclude Antonio Castaldo (a destra nella foto, a fianco di padre Carminati): «Vogliamo che a Brusciano, il prossimo 30 agosto, siate presenti alla nostra grande festa paesana anche voi frati del “Messaggero”».

Invito accettato.

padre Danilo Salezze



 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017