Belgio. Una miniera di cultura

14 Giugno 2012 | di

Quando pensa a suo padre se lo ricorda tutto nero, coperto di fuliggine. Levino Di Placido è figlio di un minatore abruzzese emigrato negli anni ’50 a Marchienne au Pont, in Belgio, alla ricerca di fortuna. Tempi duri quelli. «Papà si era trasferito per lavorare al pozzo numero 17 del paesino belga vicino alla tristemente famosa Marcinelle (dove l’8 agosto 1956 persero la vita oltre 260 minatori): «Il suo primo alloggio fu una baracca in ferro che nella Seconda guerra mondiale aveva ospitato i prigionieri tedeschi – racconta Levino –. Nonostante le pessime condizioni logistiche, egli trovò una forte solidarietà tra gli italiani che in questo angolo del Belgio scendevano nelle viscere della terra per estrarre il carbone».

Un legame, quello della famiglia Di Placido con l’Italia, che dura ancora oggi, attraverso i ricordi di Levino. Inserito alla perfezione nel tessuto sociale belga, oggi questo abitante di Charleroi è un cinquantatreenne impegnato nell’associazionismo abruzzese e in diverse attività imprenditoriali, una su tutte l’amata enoteca «Le Vino». Consigliere del Cram (Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo) per il Belgio, svolge anche l’attività di consigliere comunale di Pennapiedimonte (Chieti), con l’incarico di promotore all’estero del paese adagiato sui declivi della Maiella.
«Levino ha sempre lavorato, anche durante gli studi – ricordano gli amici –. Ha fatto di tutto: dal meccanico al dipendente dell’impresa di pulizie».

Ed è proprio quest’ultima attività ad aver dato inizio alla catena imprenditoriale dell’italo-belga. Molto attivo nella valorizzazione della cultura abruzzese in Belgio, Levino si è dedicato anche alla nascita di diverse strutture associative. «L’ultimo progetto riguarda la creazione di un centro per italiani su una superficie di oltre duemila metri quadri: sono previste una sala di ricevimento, una sala conferenze e un’aula per la proiezione di documentari». Innamorato della cucina tricolore, Levino ha all’attivo numerose iniziative per la sua promozione nel mondo. Tra queste, si ricordano «Le vie delle scuole del gusto» e «Locande di Sardegna: alla scoperta della Sardegna rurale, sensazioni, sapori e colori di una regione tutta da gustare». Nonostante i chilometri che separano Charleroi dall’Abruzzo, Levino ha sempre tenuto vive sia la cultura d’adozione che quella originaria. Per questo nel 2003 la Camera di commercio di Chieti gli ha assegnato una medaglia in riconoscimento della sua fedeltà al lavoro.
«Credo che portarsi dentro più tradizioni aiuti ad affrontare la vita – commenta Levino Di Placido –. Per questo ho cercato di inculcare ai miei figli passione sia per quella belga che per quella bianca-rosso-verde. L’obiettivo è mantenere vive le tradizioni italiane in famiglia e farle conoscere ad altri italiani che, come noi, abitano in Belgio».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017