Biotecnologie c’è da fidarsi?

Intervenendo nel Dna si possono ottenere prodotti migliori e in minor tempo, resistenti ai pesticidi, al freddo. A lungo andare possono rivelarsi dannosi per l’uomo, come hanno sottolineato i manifestanti di Seattle?
13 Febbraio 2000 | di

Sembrava un argomento da laboratorio o da aula universitaria. Ma il vertice tenutosi alla fine dello scorso anno a Seattle sugli scenari del commercio mondiale prossimo venturo e soprattutto le roventi polemiche e gli aspri scontri fisici che si sono registrati (centinaia di arresti, la città  in stato di assedio per una settimana, lo stesso presidente degli Stati Uniti Clinton contestato duramente), l hanno imposto all ordine del giorno della cronaca. E d altra parte, è giocoforza convivere con esso: perché investirà  sempre più la nostra esistenza quotidiana, dal cibo alla salute.

 Il nodo è quello delle cosiddette biotecnologie vale a dire le tecniche di intervento sulle forme viventi, dalle vegetali alle animali, uomo incluso. È una conseguenza dei giganteschi progressi fatti in pochi decenni dall ingegneria genetica, cioè l insieme delle forme di intervento sul codice biologico che regola la riproduzione della vita, e che ha reso possibili incroci non esistenti in natura. Ogni forma vivente contiene in se delle istruzioni per replicarsi: l uomo ha cominciato a spostare da un essere all altro frammenti di queste istruzioni, contenute in una molecola che si chiama Dna.
I primi esempi di prodotti biotecnologici hanno riguardato tempo addietro il pane lievitato e la birra; ma ormai le applicazioni si sono estese a campi vasti dalla medicina all agricoltura, sollevando aspre polemiche. I favorevoli sostengono che in questa maniera è possibile ottenere piante che crescono più in fretta, e che sono più resistenti ai pesticidi, al freddo, agli insetti. Si possono produrre inoltre animali con carni migliori in grado di fornire più latte, più resistenti alle malattie, capaci di crescere più in fretta, e quindi con la concreta possibilità  di combattere la fame nel mondo. Infine sarà  possibile produrre farmaci e vaccini più efficaci, e perfino modificare le strutture viventi in modo da prevenire le principali malattie genetiche.
I contrari ribattono che i prodotti alimentari modificati geneticamente potrebbero rivelarsi nel lungo periodo tossici per l uomo, e che si potrebbe dar vita a piante resistenti a qualsiasi erbicida, o insetti resistenti alle tossine; il suolo e l acqua potrebbero essere inquinati; potrebbero scatenarsi forme di allergia agli alimenti a base di organismi geneticamente modificati.
Dietro questo dibattito sta naturalmente un colossale business economico. Per dare un idea, nella sola Italia (che pure è tra gli ultimi arrivati nel settore), già  oltre duecento imprese operano nel settore; e il loro fatturato nel giro di appena dieci anni è balzato da 250 a 4.000 miliardi. La stessa normativa non è ancora ben definita, e soprattutto esistono forti disparità  da paese a paese.
Mentre negli Stati Uniti la legislazione è più permissiva, nell Unione Europea esiste una direttiva che permette di brevettare piante e animali manipolati geneticamente, oltre che parti e geni del corpo umano, ma con una serie di limiti: sono vietati, ad esempio, la clonazione umana, la modifica genetica di ovuli e spermatozoi, e l uso di embrioni a fini commerciali.
Il guaio è che i progressi della tecnologia camminano molto più in fretta del dibattito politico, economico ed etico, provocando così un allarme crescente in una pubblica opinione fortemente disorientata. È quello che per millenni non era stato che un mito, legato all apprendista stregone, rischia di trasformarsi rapidamente in un incubo: l uomo che mette le mani sulla natura senza preoccuparsi più di tanto di quel che può scatenare. E senza chiedersi se la natura non finisca prima o poi per ribellarsi

     
   

       

È IL SOLE LA BUSSOLA PER LE API                                                           Anche se soffia il vento e l' aria è attraversata da correnti forti, uno sciame di api è tranquillamente capace di volare senza perdere la rotta, e di far rientro quindi all' alveare, perché i suoi componenti sono perfettamente in grado di orientarsi semplicemente seguendo la posizione del Sole. L' ha verificato un gruppo di ricercatori inglesi di Greenwich, che hanno svelato per la prima volta per quale motivo le api riescano per l' appunto a mantenere la loro rotta di volo, anche in presenza di condizioni atmosferiche avverse.
Per riuscire a fare le loro osservazioni i ricercatori si sono avvalsi di appositi radar con i quali hanno individuato i numerosi percorsi scelti dalle api per raggiungere, partendo dai rispettivi       alveari, i luoghi di approvvigionamento. Su una cinquantina di questi «sentieri» sono stati poi installati piccoli sensori, che hanno fornito dati preziosi. Ne emerge che le api usano il sole come punto di       riferimento per non smarrirsi quando il vento le trascina in altre direzioni, riportandosi in rotta con una serie di piccoli aggiustamenti, senza farsi travolgere dalle correnti d' aria.
LA SONDA DEGLI ABISSI                       Una sonda destinata a esplorare le profondità  marine è stata messa a punto dalla Nasa, l' ente spaziale americano, per andare a studiare nuove forme di vita scoperte negli oceani in prossimità  di una serie di vulcani sottomarini. La sonda, in alluminio, è equipaggiata con videocamere capaci di funzionare a grandi profondità , di sensori ottici per misurare la temperatura, e di uno spettrometro, in aggiunta a una serie di dispositivi in grado di effettuare rilevamenti anche all' interno dei crateri sottomarini. La sonda registrerà  le variazioni di temperatura, e riprenderà  immagini ad alta risoluzione delle pareti dei crateri, nonché delle tracce di vita fluorescente, dei minerali, dei crostacei e dei vegetali che vivono a quelle profondità .
Sarà  anche l' occasione per sperimentare il tutto, in vista della futura utilizzazione di sonde di questo tipo non solo in Antartide, ma pure su Marte e sui satelliti di Giove e di Saturno: l' esplorazione degli spazi interplanetari, anche ai fini di una loro possibile colonizzazione umana, è destinata a caratterizzare tutto il primo secolo del nuovo millennio.
                                                            

 

   
   
S VEGLIA, CI SONO LE METEORITI!      

Il 2000 da poco iniziato, e più ancora il 2001 che secondo molti sarà  il vero inizio del       terzo millennio, offriranno uno spettacolo d' eccezione ai nottambuli, o a coloro che sono soliti alzarsi all' alba: si tratta di vere e proprie tempeste di meteoriti, dovute al fatto che in questo periodo il nostro pianeta attraverserà  la traiettoria percorsa nel sistema solare dalla cometa Temple-Tuttle , che fa la sua apparizione dalle nostre parti una volta ogni 33 anni. Il fenomeno viene chiamato dagli scienziati «la pioggia delle Leonidi», cosiddette perché le particelle sembrano provenire dalla direzione in cui si trova la costellazione del Leone.
Fino ad oggi non era mai stata possibile una previsione accurata del verificarsi del fenomeno. Analizzando i dati relativi agli ultimi duecento anni, tre astronomi australiani sono ora riusciti a elaborare un calcolo preciso, grazie al quale per l' appunto risulta che la «pioggia» avrà  dimensioni eccezionali quest' anno e l' anno prossimo. In particolare, alle longitudini dell' Europa, in condizioni favorevoli di cielo scuro, in certe nottate sarà  possibile contare fino a circa venti «stelle cadenti» al minuto.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017