Bolivia. La scienziata amica degli indios
Lassù, tra le Ande boliviane, gli indios la chiamano l’amiga de Italia. Alba Zanini, ricercatrice dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), da una dozzina d’anni si reca regolarmente nel laboratorio di Chaltaya, in Bolivia, dove studia gli effetti delle radiazioni ionizzanti, ossia i danni che i raggi cosmici possono provocare sull’organismo umano e sull’ambiente. Chaltaya sorge in una vasta area abitata dagli aymara: una popolazione indigena dalla forte identità etnica, e con un’organizzazione sociale propria. Estremamente povera, priva di qualsiasi fonte significativa di reddito, questa popolazione ancora oggi soffre gli effetti della mancanza di energia elettrica e acqua. Ma, coinvolti da varie eco-iniziative avviate dall’amiga de Italia, assieme a una nota avvocatessa boliviana, gli aymara hanno iniziato una marcia virtuosa verso il benessere. «Invece di donare il pesce, io sto cercando di insegnare loro a pescarlo» precisa Zanini. Il primo passo risale al 2002 quando la scienziata contribuì all’acquisto di nove macchine per cucire da dare in dotazione al «Centro di Educacion Alternativa» di Muruamaya.
Un contributo modesto, se vogliamo, rivelatosi però, nel tempo, un catalizzatore per l’avvio di altre attività artigianali: dalla lavorazione della lana di alpaca a quella del latticini (formaggio e yogurt), dalla coltivazione in serra di vegetali commestibili e piante per la riforestazione all’allevamento sperimentale di trote e di alpaca. Tutte attività gestite dagli indios comunarios (residenti, ndr) dei villaggi Muruamaya, Sangramaya, Villa Arriendo, Canaviri, Pan de Azucar e Callisay, mentre altre due comunità (Hilata e Hichuraya Alta) attendono di essere coinvolte. Le attività artigianali finora avviate hanno comportato, quale indotto, la nascita di microimprese autonome o associate ad altre in aree non lontane, la partecipazione a fiere locali e la pubblicizzazione dei prodotti sui media. Concretamente, quindi, l’uscita da un isolamento secolare cui le comunità erano state relegate da un’antica colonizzazione. Anche la salute degli aymara, nel frattempo, è migliorata, grazie a una dieta alimentare arricchita dalla varietà di cibi prodotti nelle serre. Dall’impulso della Zanini, e in seguito della Fidapa (la Federazione che «promuove, coordina e sostiene iniziative di donne operanti nelle arti, professioni e affari»), è sorto anche, nella vicina città di Viacha, un ambulatorio dentistico cui accedono soprattutto le comunità con cui la Zanini ha un rapporto diretto. Basato su tre capisaldi – istruzione, lavoro e salute – il «modello di sviluppo» coltivato in questi dieci anni, è apparso esportabile oltre i confini dell’area di sperimentazione: di qui la sua applicazione, con gli opportuni adeguamenti, anche nell’area sub-andina di Keraya.