Brasile

20 Luglio 2012 | di
«Churrasco» e parmigiano
Nella loro bella casa di Caxias do Sul, nel Brasile meridionale, i coniugi Lonis e Leda Stallivieri hanno appeso due orologi identici: uno segna l’ora brasiliana, l’altro quella italiana. Sulle mensole campeggiano libri di ricette del Belpaese, poco più in là fa bella mostra di sé una macchina da espresso made in Italy, mentre in frigo non mancano mai parmigiano reggiano e prosecco. Nei loro quarantadue anni di vita insieme questi italiani trapiantati nella metropoli sudamericana hanno coltivato l’amore per la lontana terra d’origine con costanza e un pizzico di nostalgia.

E l’hanno trasmesso ai loro tre figli Lauren, Lissandro e Lucas che, non a caso, conservano, chi in un modo chi in un altro, dei legami con la patria dei loro genitori. Traduttrice e insegnante di lingua italiana, Lauren ha conosciuto suo marito in Veneto, durante un soggiorno di studio. Lissandro è il fondatore della casa di produzione cinematografica Spaghetti Filmes, con cui ha realizzato il documentario Antônio Santo do povo («Antonio, il Santo della gente»); è appassionato di design italiano e sogna di scorrazzare per le strade di Caxias in sella a una Vespa. Quanto all’ultimogenito di casa Stallivieri (nella foto, la famiglia al gran completo), Lucas, trasferitosi in Germania, ora lavora in un esercizio commerciale di proprietà, manco a dirlo, di un italiano.

Come per i figli, così anche per papà Lonis le radici culturali sono un valore da coltivare sia in famiglia che in ufficio. Dal 1986 l’avvocato Stallivieri è specializzato nelle pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana: fino a oggi ne ha curate almeno 3 mila. Ma per il legale dal cuore bianco-rosso-verde essere italiano significa anche dare spazio ai momenti di aggregazione e convivialità. In occasione delle celebrazioni per il 2 giugno scorso, Stallivieri, che da anni ricopre la carica di presidente del Centro culturale italo-brasiliano, ha radunato cinquecento persone, accorse per partecipare alla Messa in italiano e al pranzo comunitario. Il menù? Un mix di tradizione culinaria veneta e churrasco (piatto tipico a base di spiedini di carne) brasiliano. A Caxias l’italianità si vive così. Con i suoi 450 mila abitanti, dei quali quasi la metà è di origine italiana, la seconda città del Rio Grande do Sul (dopo la capitale, Porto Alegre) è considerata una «culla» per tutti gli emigrati laboriosi e intraprendenti. Tra i quarantatré presidenti della Camera di Commercio di Caxias che si sono succeduti dal 1901 a oggi, ben trentacinque appartengono a famiglie italiane. Pioniera di questa evoluzione è stata, a fine Ottocento, Luigia Carolina Zanrosso Eberle, fondatrice di una delle più importanti imprese metallurgiche del Paese. Anche se la svolta definitiva è avvenuta nel bel mezzo del XX secolo, quando i fratelli Hercílio e Raul Randon, così come Paulo Bellini e Francisco Stédile, crearono dal nulla quelli che oggi sono veri e propri colossi industriali italo-brasiliani.
 
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017