Per camminare insieme

È stato un meeting nazionale festeggiato in grande stile il 4 e il 5 ottobre. L’incontro, a cadenza triennale, ha riportato Treviso ad Adelaide.
05 Dicembre 1997 | di

Adelaide

I luoghi d'incontro: il Veneto Club, la Norwood Town Hall, la cattedrale St. Francis Xavier, il Donato Reception Centre e l'azienda vinicola Maglieri di McLaren Flat, erano affollati per l'occasione da gente veneta, spontaneamente allegra, incline ai racconti di piccole storie dentro la grande storia dell'emigrazione scandita dai primari bisogni dell'uomo povero. Dopo la guerra si partiva per i lontani luoghi di lavoro quando arrivavano le rondini, anche loro emigranti. Oppure si riempiva la valigia di poche cose, finita la potatura autunnale delle piante.

'Ti ricordi Toni? - rievocava Marco all'amico appena giunto dall'Italia - ; nei campi tagliavano i rami eccessivi perché quelli che rimanevano potessero meglio godere il sole e l'aria. In attesa della partenza per l'Australia, mi sentivo dentro proprio come un ramo eccessivo. Triste, amico, infinitamente triste quel pensiero... Eppure, non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi univa alla mia terra d'origine, perché, anche se ingrata, questa rimane sempre materna e non ammette ribellioni e profanazioni'.

Venerdì sera al Veneto Club c'erano i trevisani di Griffith, Melbourne, Brisbane, Perth, Wollongong, Myrtleford e Dimbulah-Mareeba assieme al gruppo di trevisani della Marca guidati dal vicepresidente dell'ATM di Treviso, Tiziano Daltin, e da don Noè Tamai, consulente ecclesiastico dei trevisani all'estero. Seduti attorno ai tavoli imbanditi di cibi di casa, i commensali chiedevano ai nuovi venuti notizie dei paesani. Daltin raccontava, con incontenibile entusiasmo, che anche lui aveva incontrato alcuni conterranei che non vedeva da anni. Ed esultava nel suo racconto fino a commuoversi. Gli abbracci, le pacche sulle spalle, le strette di mano finite in brindisi non si contavano.

Sabato mattina iniziava in una sala del Veneto Club la prima sessione di lavoro diretta da padre Antonio Paganoni, scalabriniano della parrocchia di Seaton, Adelaide. Erano presenti don Canuto Toso, Tiziano Daltin e don Noè Tamai con i delegati delle associazioni, inclusi quelli di Canberra e Sydney.

Sono state due sessioni di lavoro proficue in cui sono stati trattati i problemi battenti dell'Associazione e scelte la sede (Perth) e la data (ottobre 1999) in cui avrà  luogo il prossimo V convegno nazionale.

Il rebus della doppia cittadinanza illustrato dal segretario dell'ATM di Adelaide, Guido Cavallin, presenta aspetti politici non bene definiti. Chi vuole riottenere la cittadinanza italiana - ha detto Cavallin perde automaticamente quella australiana, la quale può essere riacquisita presentando alle autorità  australiane ragioni di comodo. Restano da chiarire alcuni lati in ombra del problema, risolvibili solo con la mediazione dei governi interessati.

Alla fine don Canuto ha annunciato che l'Opera romana pellegrinaggi, presieduta dal trevisano monsignor Libero Andreatta, che per sopraggiunti impegni d'ufficio non è potuto essere presente al convegno come invece era nelle sue intenzioni, ha in progetto di stabilire a Roma per il 2000 un Centro di accoglienza per gli italiani nel mondo al quale i gruppi esteri possono rivolgersi per ottenere adeguate informazioni e assistenza durante il loro soggiorno a Roma.

Prima di concludere i lavori Daltin ha voluto sottolineare la meravigliosa gara di gentilezza riservata ai conterranei di Treviso. 'Abbiamo imparato molte cose che non sapevamo. Grazie, amici d'Australia'.

In serata ha avuto luogo lo 'Spettacolo trevisano' alla Norwood Town Hall. Hanno pronunciato parole di saluto il presidente dell'ATM di Adelaide, Mario Montin; il console, dottor Roberto Colaminé, il comm. Tiziano Daltin e don Canuto Toso che ha dichiarato aperto ufficialmente il convegno dei trevisani d'Australia.

Il primo numero del coro, diretto dal maestro Guido Coppola, è stato tratto dall'opera di Verdi: 'I Lombardi alla prima crociata'. Le note corali del brano 'O Signor del tetto natio' hanno acceso di entusiasmo il numeroso pubblico che è stato generoso di applausi anche per le altre esecuzioni di Rossini e di note canzoni napoletane. Pregiata l'esibizione pianistica di Denis Ferraro e divertente la recitazione di brani comici dialettali di Max Lorenzin. Bene registrata la voce leggera di David Visentin. Il saggio di danza culturale del gruppo aborigeno 'Yolngu Bungul', proveniente dall'Arnhem Land nel Northern Territory d'Australia, ha sorpreso piacevolmente gli spettatori per la eleganza dei passi e la sincronia dei movimenti accompagnati dal suono ronzante del didjeridù (strumento a fiato fatto da canne di bambù o da rami di eucaliptus 'tubificati dalle voraci termiti') e da battiti di stecchi. Le danze rievocavano in modo drammatico culti eroici e totemici delle tribù indigene.

Esilarante la commedia 'A confession' interpretata con estro e bravura dagli attori locali Marisa Basso, Gianna Gallina, Peter Rebellato, Sandra Stangherlin e Marco Venturini.

Dopo un'altra magistrale esibizione del coro Monteverdi di musiche di Gluck, Verdi, Macchi e Hà¤ndel, il comitato organizzatore premiava con una targa e fiori, per il loro contributo alla felice riuscita del convegno, Ennio Tessari, Anna Mechis e Candida Cavallin.

Le vibranti note dell'inno trevisano 'Impissa - na candea' cantato dal coro e da un corteo di artisti e membri del comitato che sorreggevano un lume, hanno chiuso in bellezza la serata. Le esibizioni sono state presentate, con chiara lettura di testi bene scritti, da Francesca De Conti. La direzione dello spettacolo di Anna Mechis non ha fatto una piega: tutto è proceduto con la precisione di un orologio svizzero di classe.

Degno di nota l'incontro fortuito di due compaesani di Trevignano, in provincia di Treviso, che durante lo spettacolo sedevano l'uno accanto all'altro. 'Conosci un certo Bepi Guizzo, residente in Adelaide, che al paese suonava il clarinetto e il sassofono?', chiese uno dei due. L'amico accanto, sorpreso, rispondeva che lo conosceva benissimo perché quel tale era lui. 'E tu chi sei?'. 'Sono Mosé Ventuaro, non ti ricordi?'. Abbracciandosi piangevano.

La messa della domenica in cattedrale ha richiamato un numero eccezionale di gente (circa 1500 persone). Concelebravano, a fianco di don Canuto Toso, i padri Tamai, Cavarzan, Fregolent, Canova, Feltrin. Il suggestivo rito religioso era punteggiato dai canti liturgici del coro Monteverdi assieme al gruppo corale 'Mater Christi' di Seaton.

All'omelia, don Canuto prendendo spunto dal vangelo in cui Gesù invitava un dottore della legge ad avere cura e compassione del suo prossimo, intrecciava l'assunto evangelico con il significato della festa trevigiana espresso dal motto: 'Ritrovarsi, per camminare insieme'. Alla fine della santa messa ecco alzarsi il 'volo sonoro', cantato a piena voce da tutti, dell'inno trevisano, 'Impissa - na candea'.

Al pranzo presso l'elegante 'Donato Reception Centre' ci sono stati scambi di indirizzi, inviti, promesse di rivedersi, auspici, consegne di doni. La Banca popolare di Castelfranco Veneto ha consegnato agli ospiti d'onore piatti d'argento, mentre i dirigenti dell'ATM hanno offerto bellissimi volumi della città  di Treviso, ricevendone in cambio targhe, dipinti, libri, gonfaloncini da varie associazioni.

All'indirizzo di commiato del vicepresidente di Treviso, Tiziano Daltin, ha fatto seguito una breve allocuzione di Ennio Tessari che, a nome del comitato di Adelaide, ha avuto l'incarico di dare 'l'ultima pennellata al quadro splendido del IV convengo nazionale dei Trevisani d'Australia. 'Quadro soffuso di rosa - ha detto - ravvivato da tocchi di rosso-amore e marcato da tratti intensi di verde-speranza'. Dopo un vibrante saluto a Perth, sede del V convegno, nel 1999, Tessari ha concluso così: 'Pur serbando gratitudine verso la terra che ci ha adottati, non dimentichiamo la nostra patria lontana alla quale, su ali dorate, va il nostro pensiero filiale'.

Il barbecue di lunedì 6 ottobre, alle cantine Maglieri, è stato un'appendice conviviale e allegra della grande celebrazione trevigiana durata tre giorni che ha mietuto lodi e riscosso larghi consensi. Premio a un lavoro organizzativo durato due anni, amministrato nei limiti di un budget parsimonioso ma non avaro.

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017