Carla Del Ponte: un saluto polemico

La Serbia non collabora. E la Del Ponte abbandona il tribunale dell’Aja.
23 Gennaio 2008 | di

Carla Del Ponte ha lasciato il tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, che ha sede a L’Aja. Il magistrato svizzero, per otto anni procuratore capo della corte per i crimini di guerra che hanno insanguinato i Balcani negli anni Novanta, se ne è andata non senza rammarico: nel suo ultimo intervento al Palazzo di Vetro ha accusato Belgrado di non collaborare. Se i criminali di guerra Radovan Karadzic, l’ex leader dei serbi della Bosnia, e Ratko Mladic, capo dell’esercito serbo-bosniaco, sono ancora latitanti è perché la Serbia «non ha arrestato e trasferito i fuggiaschi», accusati della strage di Srebrenica, il più grave massacro in Europa dal 1945. «Nonostante le autorità serbe abbiano dichiarato di impegnarsi a cooperare pienamente con il mio ufficio – ha aggiunto la Del Ponte – non c’è nessun segno di un serio impegno per il loro arresto». La Del Ponte ha auspicato che la comunità internazionale (e in particolare l’Unione europea) spingano la Serbia a cooperare davvero. Ora l’ex procuratore è ambasciatore della Svizzera in Argentina, mentre a sostituirla a L’Aja è arrivato Serge Brammertz, che ha guidato l’inchiesta dell’Onu per l’omicidio dell’ex premier libanese Rafik Hariri.

 

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017