Caro Gesù, quest'anno non nascere bambino

Non nascere, Gesù, più nei bambini. Non ne hanno bisogno. Nasci, se puoi, in noi adulti...
29 Novembre 2004 | di

Caro Gesù Bambino, per quest'anno non nascere in Palestina: i bulldozer potrebbero seppellire te e i tuoi genitori assieme alla tua povera casa, o, senza neppure saperne il perché, potresti trovarti coinvolto in qualche attentato suicida.
Non nascere neppure in Asia, dove potresti essere avviato, troppo presto, in qualche bordello a soddisfare le voglie perverse di turisti occidentali sazi di tutto e annoiati.
Non arrischiarti a nascere neanche in Iraq, perché lì la tua vita non vale un barile di petrolio. Nel senso che per il secondo si muoverebbero sofisticatissime armate, mentre per te l'unica speranza è qualche buon'anima volonterosa.
Non nascere in Africa, perché aids, fame, acqua inquinata, sfruttamento insensato delle risorse naturali, farebbero meglio di Erode: non arriveresti neppure al primo anno di vita!
Non nascere in America Latina, perché ciò che ti aspetta sarebbe la strada, a sniffare colla o esalazioni di benzina, per non sentire la bua che hai dentro...
Ma non nascere neppure da noi: non ci sarebbe posto per te nelle nostre finanziarie, nei nostri progetti di sviluppo o di marketing. Non nascere nel nostro ricco mondo occidentale, non ti conviene davvero: saresti ipernutrito, viziato, annoiato, mega accessoriato, full optional, tirato a lucido, addobbato più e meglio dei tanti alberi di Natale che fanno bella mostra di sé in questi giorni, annegato tra mille comfort e giocattoli, ma privo dell'aria, dell'amore e del rispetto, senza padre né madre. E comunque, per quel che ci riguarda, non c'è problema: ci pensiamo già  noi, ricchi ed evoluti occidentali, modelli di vita, di cultura e di democrazia per quei sottosviluppati del terzo e quarto mondo, a non farli nascere i bambini!
Non venire quest'anno, stattene alla larga da questo schifo: centinaia di guerre, più o meno famose, due milioni di bambini morti per fame... due milioni e tre, dall'inizio di questa lettera, secondo le statistiche... ma quanti saranno quando avrò finito di scrivere?
E già  che ci siamo, non nascere più nei bambini, in nessuno di loro. Non ne hanno bisogno. Il loro nome è già  scritto indelebilmente sul palmo della mano di Dio. Ma prova, se ci riesci, a nascere in noi adulti!
Nasci, se ci riesci, nel nostro cuore inaridito, che non si appassiona più per niente, che langue, freddo, in un angolo, in attesa di qualcuno che lo riscaldi...
Nasci, se ci riesci, nei nostri occhi miopi, che non ti sanno scorgere più da nessuna parte...
Nasci, se ci riesci, nei nostri piedi, che percorrono meccanicamente e stancamente ormai lo stesso tragitto: dal peccato alla misericordia, e di nuovo, da capo, dal peccato alla misericordia...
Nasci, se ci riesci, nelle nostre intelligenze, messe a servizio del tornaconto personale, prone ai piedi del potente di turno, in adorazione del dio denaro...
Nasci, se ci riesci, nei nostri corpi, vezzeggiati, idolatrati, continuamente restaurati pur di garantire le apparenze, simbolo della pace che non riusciamo a fare con il tempo che passa e con sorella morte che si avvicina...
E così nasci, sempre se ci rie-sci, nelle nostre belle chiese, ma anche nelle nostre case, negli ambienti di lavoro e di studio, per le strade, nelle piazze...
Nasci, ti prego, perché noi abbiamo bisogno di te e perché sappiamo che tu puoi farlo!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017