Casa Hogar San Pedro

Centro di accoglienza per bambini di strada, corsi di formazione per donne povere, sala polifunzionale e nuovo ambulatorio: queste alcune iniziative avviate in Ecuador, grazie alla generosità dei lettori del Messaggero di sant’Antonio.
05 Novembre 2002 | di

Esistono in tutti i Paesi del mondo e vengono chiamati con i nomi più diversi; in Brasile, meninos da rua; in Sudan, shamassa, cioè, letteralmente, «ragazzi che corrono sotto il sole»; a Lima, pajaros fruteros, cioè «gazze ladre»; in Zaire, questi «figli della strada» vengono chiamati moineaux, «passerotti». Qualunque sia il nome con cui sono chiamati, sono ragazzi che hanno in comune il fatto di aver reso le strade delle grandi città  di tutto il mondo la loro casa.

I bambini della strada sono così: nati sulla strada, sulla strada lavorano, mangiano, imparano a sopravvivere e, molto spesso, muoiono. In evidente contrasto con le culture «usa e getta» dei Paesi industrializzati, molti di questi ragazzi di strada si guadagnano da vivere facendo i riciclatori di rifiuti.

Secondo l`€™Unicef, sono circa 80 milioni; 40 per altre fonti Onu; 30 in base a un rapporto della Commissione indipendente sui diritti umani internazionali. Ma le cifre dicono poco in quanto comprendono sia i bambini che vivono permanentemente sulla strada, abbandonati a se stessi, sia quelli che mantengono un legame con la famiglia. Pochissimi frequentano la scuola. Molti sono malnutriti e colpiti da malattie, come la tubercolosi.

A questa drammatica realtà , la Caritas antoniana ha da tempo rivolto la sua attenzione, finanziando, in questi anni, numerosi interventi, alcuni dei quali riguardano l`€™Ecuador, il Paese latinoamericano che conta tra la sua popolazione il 70 per cento di poveri.

Il progetto che vi presentiamo è stato realizzato a Portoviejo, dove lavora suor Mary Luciana Fanin delle suore francescane elisabettine, da sedici anni missionaria in questa zona. La religiosa aveva scritto l`€™anno scorso alla Caritas antoniana chiedendo un aiuto concreto per la sua attività  educativa. «Mi trovo in Portoviejo, provincia della costa, in Manabi, e dirigo `€œCasa Hogar San Pedro`€, un centro di accoglienza di minori lavoratori, in prevalenza lustra botas (lustrascarpe) della strada. È un`€™opera della diocesi affidata per tre anni alla nostra direzione, con il fine di darle una linea nuova, cioè preventiva ed educativa».

Il centro accoglie attualmente circa 140 bambini di strada in situazioni di disagio. La loro età  va dai 7 ai 16 anni; tutti provengono dai quartieri poveri della città , dove manca l`€™acqua e le condizioni igienico-sanitarie sono pessime. Le famiglie, composte in media da sei persone, vivono di lavori saltuari: vendita ambulante, lavori domestici, lustrascarpe. Oltre al padre e alla madre, lavorano almeno altri due figli. Il tutto in un rapporto familiare desolante. La maggioranza delle coppie vive una convivenza di fatto. Il padre, molto spesso, non è presente nella vita familiare. Tocca, quindi, alla donna assumersi la responsabilità  dell`€™intera famiglia. In molti casi la famiglia nasconde realtà  drammatiche, dove violenza e alcolismo raggiungono indici preoccupanti. A farne le spese, come sempre, i bambini, spesso lasciati per gran parte della giornata da soli sulla strada.

Anche il livello scolastico è molto basso; la maggioranza dei ragazzi raggiunge a malapena la terza elementare.

A questi bambini «Casa Hogar San Pedro» offre un pasto caldo e la possibilità  di usufruire degli spazi creati per attività  scolastiche e ricreative.

Ma, di fronte all`€™intensificarsi dei problemi, soprattutto all`€™interno delle famiglie che usufruiscono dei servizi, il centro ha deciso di andare oltre, tentando di aiutare le stesse famiglie a uscire dalla situazione di degrado in cui si trovano.

Uno degli obiettivi delle religiose era la formazione e il consolidamento dell`€™équipe educativa, il coinvolgimento dei genitori dei minori e la realizzazione di corsi di formazione artigianale per i ragazzi che accedono alla Casa.

La risposta della Caritas non si è fatta attendere: nel giro di pochi mesi metteva già  a disposizione 10 mila 300  euro. Con questo denaro le religiose di «Casa Hogar San Pedro» hanno potuto realizzare quanto progettato.

In questi mesi molti bambini e genitori hanno già  usufruito di questo importante programma educativo. Dieci persone dell`€™Hogar sono già  state formate per diventare educatori; sono stati programmati dodici incontri con i genitori per rafforzare la loro collaborazione con il centro stesso.

Dagli incontri è nato anche un gruppo di autoaiuto formato dai genitori. A questi vanno aggiunte le comunità  dei quartieri poveri della città  di Portoviejo.

Tra i beneficiari diretti del progetto vi sono 60 rappresentanti legali dei ragazzi; 10 educatori; 10 giovani, 30 ragazzi e ragazze. «Posso assicurare `€“ scrive suor Mary Luciana `€“ che la collaborazione ricevuta ci ha permesso e ci permetterà  di preparare nuovi operatori e orientare allo studio e al lavoro dignitoso e sano molti ragazzi dei quartieri più poveri della città  di Portoviejo. Ringrazio Iddio per tutti coloro che hanno condiviso con generosità  sacrifici e risparmi affinché altri fratelli ritrovassero un senso e una dignità  alla loro vita».

  

Progetti già  realizzati in Ecuador

- Costruzione Casa di Riposo a Macas, Euro 25.822.

- Progetto per la produzione di reddito per le donne della parrocchia di San Juan Baptista a Riobamba, Euro 5.681.

- Medicine e piccoli aiuti per persone bisognose a Macas, Euro 6.713.

- Clinica odontoiatrica comunitaria a Cuenca, Euro 10.330.

- Centro di accoglienza per ragazzi di strada a Manabi, Euro 12.911.

- Salone polivalente e negozio medicinali a Riobamba, Euro 10.330.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017