Cervelli che contano
C";è un motivo per cui i rappresentanti del governo italiano all";estero, raggruppati nelle tre maggiori istituzioni: ambasciate, consolati e Istituti italiani di cultura, hanno una rotazione a tempi brevi, intorno ai quattro anni, e vengono spesso assegnati a nazioni e città con caratteristiche culturali completamente diverse l";una dall";altra. In questa operazione c";è un chiaro vantaggio sia per il singolo che per l";istituzione d";appartenenza: la mobilità delle persone diventa mobilità e arricchimento di idee, esperienze, progetti, opere. Linfa nuova crea vita nuova. Un esempio ci viene da Canberra dove da alcuni mesi si trova un nuovo addetto scientifico presso l";ambasciata italiana, l";ingegnere Nicola Sasanelli. L";ufficio dell";addetto scientifico è stato creato presso l";ambasciata nel 1982 "allo scopo di promuovere la scienza italiana nonché la capacità di innovazione dell";industria italiana tecnologicamente avanzata". Sasanelli è anche presidente, per il biennio 2001-2003 della CCAMLR, la Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Viventi in Antartide: un";organizzazione internazionale, con sede a Hobart, e di cui fanno parte 30 Paesi del mondo; tra questi l";Italia.
Proveniente da Tecnopolis, Parco Scientifico e Tecnologico di Bari, Nicola Sasanelli ha dovuto subito confrontarsi con una realtà diversa da quella che immaginava. Il suo ricco bagaglio di idee, teorie, visioni a grande raggio doveva calarsi in una realtà sociale e geografica impalpabile e sfuggente su una superficie che occupa un buon quarto dell";emisfero sud. L";ambasciata italiana di Canberra ha responsabilità diplomatiche per i nostri connazionali nel continente australe, in Nuova Zelanda, e in tanti piccoli stati-arcipelaghi nella vastissima area del Pacifico. Mettendosi a tavolino di fronte ad una cartina geografica, Sasanelli si sarà chiesto in che modo avrebbe potuto esercitare il suo ruolo di addetto scientifico, senza rischiare di banalizzarlo nelle maglie della burocrazia e in progetti evanescenti.
Così si è messo al lavoro, forte di una visione nuova e stimolante del concetto di "globalizzazione" tanto usato a parole e ancora poco nei fatti. Ha sfogliato tutti i documenti relativi agli accordi di natura culturale e scientifica tra l";Italia e l";Australia o altre nazioni del Pacifico, tra università , città gemellate e Regioni; accordi rimasti per lo più sulla carta. Per gestirli e attivarli sarebbe stato necessario metterne al corrente i diretti interessati, coloro che hanno compiti di responsabilità nel campo della ricerca scientifica e della collaborazione culturale; riunirli, chiedere ed esprimere opinioni concrete, dividersi i compiti e formare un";associazione.
Fortemente voluta e organizzata da Sasanelli è nata la Prima Conferenza degli scienziati e ricercatori italiani e di origine italiana d";Australia e Nuova Zelanda, presso l";ambasciata d";Italia. Vi hanno partecipato numerosi esponenti della comunità scientifica italiana che opera in quest";area geografica, oltre a due rappresentanti di primo piano del Ministero dell";Università e della Ricerca scientifica e tecnologica: Luciano Criscuoli, direttore generale del Dipartimento per la programmazione, il coordinamento e gli affari economici, e Gioacchino Fonti, referente per la cooperazione internazionale dello stesso ministero. Con la conferenza è nata anche l";Associazione degli scienziati e ricercatori italo-australiani. Circa 60 professionisti sono divenuti soci e hanno aderito agli scopi e ai programmi di massima di future iniziative. Terzo polo di aggregazione è stato il primo numero del Bollettino della Comunità Scientifica in Australia, il cui Comitato di redazione è formato da Nicola Sasanelli e da Anna Maria Arabia, Paola Barnard e Alessandra Iero. Il bollettino uscirà a scadenza trimestrale e raccoglierà saggi scientifici a firma dei membri stessi dell";associazione.
In apertura dei lavori, l";ambasciatore Giovanni Castellaneta ha illustrato "le numerose affinità tra l";Australia e l";Italia nel campo della ricerca tecnico- scientifica, per il fatto che entrambe giocano un ruolo fondamentale nelle rispettive aree geopolitiche". È quindi di rilevanza strategica, per i due Paesi, l";impegno volto a migliorare e valorizzare le reciproche competenze del "sapere scientifico" e dello "scambio tecnologico". L";ambasciatore ha parlato di "sistema" che consenta una promozione più regolare e meglio organizzata su tutto il territorio di pertinenza, e in tutte le discipline tecniche-scientifiche. La giustificazione viene dai seguenti fattori: la vastità del territorio di competenza dell";ambasciata, l";elevato grado di formazione tecnico-scientifica in Australia, la nutrita presenza di ricercatori e scienziati di origine italiana, gli orientamenti del governo italiano tesi a valorizzare il contributo scientifico degli italiani all";estero.
Secondo Nicola Sasanelli "l";Australia è un Paese estremamente attento allo sviluppo della ricerca di base e di quella applicata. Lo dimostra la spesa annuale destinata alla R&D, l";alto livello di formazione universitaria e l";elevato numero di ricercatori e scienziati australiani che trovano un facile inserimento nei laboratori di ricerca più prestigiosi del mondo".
Si dovrebbe forse parlare di "fuga di cervelli" anche dall";Australia, come lo si è fatto per decenni riferendosi al patrimonio di intellettuali italiani che hanno continuato la loro ricerca e realizzato scoperte in altri Paesi europei e soprattutto negli Stati Uniti?
Su questo punto, Nicola Sasanelli ha un";idea chiara: "Non esiste più il problema conosciuto come "fuga di cervelli", perché gli scienziati nel contesto della globalizzazione non hanno una bandiera, non operano a nome di una nazione o di una corrente politica. Quello che oggi è importante è la rete di relazioni all";interno della quale operano. Io penso e lavoro a questo progetto, che sull";esempio della nostra Associazione di ricercatori e scienziati italo-australiani, si possano creare simili sodalizi in Europa, Sud America e Nord America dove è alta l";emigrazione di giovani neo-laureati e ricercatori italiani. Vedrei quindi, in queste quattro grandi aree geografiche, quattro associazioni che hanno rapporti di collaborazione e vengono gestite da un ufficio centrale a Roma con compiti di monitoraggio della qualità e dello scambio di informazioni".
In questa visione di Sasanelli sembra dunque sparire, come di fatto già avviene, la figura del singolo scienziato e ricercatore, per lasciare spazio all";équipe, all";associazione con una "cultura di base" (nel nostro caso quella italiana) e una visione del mondo e dell";uomo ispirate ad una tradizione secolare di rispetto della persona umana.
Per pura coincidenza, sia l";Italia che l";Australia nel mese di gennaio hanno reso noto un "piano quinquennale" di ricerca scientifica: entrambi pongono l";accento sull";importanza dell";innovazione, come unica strada percorribile per affrontare la concorrenza.
In questo contesto di rilancio della ricerca per i due Paesi, l";ambasciata italiana di Canberra, sempre tramite l";Ufficio dell";Addetto scientifico, sta organizzando per il mese di febbraio del 2002 una Mostra-Convegno italo-australiana sull";innovazione tecnologica. Si terrà in una delle maggiori città australiane, Sydney o Melbourne, e vedrà la partecipazione di 150 ricercatori italiani (che giungeranno dall";Italia), 150 australiani e italo-australiani e 50 imprenditori che operano nel settore dell";alta tecnologia.
La sezione espositiva ospiterà centri e gruppi di ricerca, aziende e soggetti privati che intendono presentare i propri risultati, brevetti, nuove tecniche di lavorazione. Ci saranno convegni, workshop, tavole rotonde e riunioni di esperti di entrambi i Paesi su aree tematiche di forte interesse comune: tecnologia dell";informazione, biotecnologie e nuovi materiali, automazione, agro-industria, ambiente ed energia rinnovabile, salute, oceanografia, chimica ecc.
Si tratterà di una mostra-convegno senza precedenti per numero di partecipanti e tematiche, nella storia dello sviluppo scientifico in Australia e nei rapporti con nazioni europee. L";Italia può offrire una gamma vastissima di prodotti, dal più elementare utensile di cucina ai sofisticati congegni per i propulsori dei moduli spaziali. Per questo viene considerata, a giusto titolo, portavoce dell";Unione Europea. Al convegno di febbraio potrà aprire una finestra sulle scoperte scientifiche più recenti e inaugurare una nuova era di collaborazione con l";Australia, in tempi in cui si smorza l";ondata della prima emigrazione italiana e prendono slancio le seconde e le terze generazioni.