Che ne sarà di mio figlio?
Figli con disturbi mentali o con malattie invalidanti e poco conosciute mettono a dura prova le famiglie. Due genitori ci scrivono mettendo a nudo le loro angosce.
...Sono prima di tutto padre e poi volontario. Padre di un ragazzo con handicap mentale. Quando in famiglia si presenta il problema dell`handicap la vita di tutto il nucleo familiare risulta sconvolta e il mondo ti crolla addosso. E ogni papà e ogni mamma hanno pochissimo tempo per riportare l`impatto di questo dramma nell`ambito della ragione. Ma dopo le tantissime difficoltà , che si possono solo immaginare se non vissute direttamente, nasce una nuova angoscia: il problema del «dopo di noi», per il quale la nostra società risulta essere ancora quasi del tutto impreparata...
E dopo di noi?
Ancora una volta il volontariato avrà un ruolo determinante, ma occorre l`impegno di tutta la società : tutti dovranno farsi carico di questo problema. I genitori, con il passare degli anni, sono sempre meno in grado di assistere quel figlio che non ha la capacità di badare a se stesso. In questi ultimi cinquant`anni, le persone con disabilità sono state liberate da una taciuta segregazione che li tratteneva «nascosti» in istituti-ghetto o in famiglie che si vergognavano di mostrarli come fossero spia di una loro debolezza. Da alcuni anni, proprio grazie alle famiglie e alle associazioni sempre piene di grinta, si è sviluppata un`integrazione nella società . Resta adesso la speranza di non tornare indietro solo perché non siamo riusciti in tempo a organizzare un «dopo di noi» umano e dignitoso. È necessario preparare i «dopo genitori», affinché non siano solo tutori patrimoniali, ma soprattutto nuovi padri e nuove madri.
A Milano l`associazione «Oltre noi`¦la vita» dispone già di un lungo elenco di tutori volontari. Compito primario di chi gestisce i coordinamenti dei volontari è diffondere sul nostro territorio questo tipo di cultura.
PER SAPERNE DI PIà
Oltre noi`¦ la vita |
PER SAPERNE DI PIà
A.i.s.e.a. onlus |
...S ono la mamma di un bambino di sette anni affetto da una sindrome neurologica molto rara denominata emiplegia alternante. Fin dai primi mesi di vita mi accorgevo di improvvisi e temporanei attacchi di paralisi. A volte colpivano il lato destro, a volte quello sinistro. Vedevo il mio bambino che riusciva ad afferrare un oggetto, cinque minuti dopo il suo braccio non riusciva più a sostenere nulla e stava giù inerte. Un istante più tardi era di nuovo in grado di servirsene... |
Emiplegia alternante: che fare?
I primi casi sono stati identificati solo trent`anni fa, ma solo da venti la descrizione dettagliata della malattia ha consentito di inquadrarla in modo più chiaro. È sicuramente una malattia rara tanto che sono stati pubblicati in tutto il mondo solo un centinaio di casi, ma ce ne sono sicuramente molti di più.
In genere la malattia ` che è conosciuta come emiplegia alternante ` comincia nel primo anno di vita e si caratterizza con improvvisi attacchi di paralisi che colpiscono un solo lato del corpo (emiplegia). La frequenza e la lunghezza degli attacchi differiscono da un caso all`altro: possono avvenire a intervalli che variano da 24-48 ore a un mese, possono essere brevi (qualche minuto) o durare alcuni giorni. Un altro elemento molto caratteristico di queste emiplegie è la loro scomparsa totale durante il sonno e la loro ricomparsa nei 15 o 20 minuti dopo il risveglio. Bisogna, quindi, approfittare del primo quarto d`ora del risveglio per alimentare il bambino. La difficoltà della diagnosi è legata al fatto che la sindrome è spesso accompagnata da due elementi che «oscurano» la prognosi: un ritardo mentale presente nei pazienti (di grado variabile) e la presenza di movimenti normali che permangono tra un attacco e l`altro. In questa sindrome come non mai è importantissimo che il bambino venga seguito nel proprio ambiente familiare, dai genitori, perché sicuramente più abituati ai sintomi dei piccoli. La ricerca è rivolta all`identificazione del gene interessato, ma, pur intravedendo vie promettenti, non ha raggiunto risultati definitivi.