Chi scambia, cambia
Il 20 settembre scorso, la nostra rivista ha organizzato con il Sodalizio Abruzzese Molisano di Padova e l";adesione di 30 associazioni regionali e provinciali, sensibili ai temi del confronto culturale, e impegnate a promuovere rapporti in ambito locale e internazionale, un convegno sul tema: «Culture a confronto: dalla regione di provenienza alla terra d";accoglienza». Relatori sono stati il sociologo Ulderico Bernardi, il professor Piero Bassetti, presidente dell";Associazione Globus et Locus di Milano, oltre ad assessori e rappresentanti di associazioni di Veneto, Abruzzo, Friuli, Sardegna e Sicilia.
Organizzando il convegno, ci siamo chiesti se fosse ancora opportuno approfondire il tema del confronto tra realtà e aggregazioni che in Italia e all";estero sono espressioni delle culture originarie e delle tradizioni più tipiche delle regioni italiane; se fosse scontato parlare delle interrelazioni che la loro presenza attua in territori differenti da quelli della regione d";origine.
L";Italia, come tanti altri Paesi del mondo, è sempre più multiculturale, e riflettere sulle tante culture che oggi la caratterizzano, significa far emergere una sua ricchezza, che si esprime anche attraverso il patrimonio culturale d";ogni sua regione. Realizzare allora momenti di dialogo, offrire occasioni per incrementare rapporti tra gruppi e associazioni di diversa provenienza, significa fare mediazioni interculturali, spingendo le persone a valorizzare le relazioni che si riesce a instaurare e le esperienze diverse di vita che si vengono a conoscere. Sono obiettivi che ogni comunità civile "; ma anche ecclesiale "; dovrebbe porsi come impegno prioritario in questo momento storico in cui l";Italia e tanti Paesi d";Europa e del mondo sono coinvolti dal fenomeno della mobilità , per ragioni di lavoro, per specifiche professionalità , per turismo o per l";incremento, purtroppo, di migrazioni forzate. Tra le finalità primarie da raggiungere in questo processo storico si pone la consapevolezza dei valori delle aggregazioni a livello locale e a livello mondiale. Dobbiamo essere gioiosi della nostra appartenenza ad una comunità o ad un";associazione, ma nello stesso tempo consapevoli d";essere cittadini del mondo. «Chi scambia, cambia», è lo slogan che ci lasciato il professor Ulderico Bernardi.
Da ciò deriva uno stile di rapporti che esprima rispetto e stima verso le culture, le mentalità e le tradizioni che i gruppi provenienti da altre regioni o Paesi portano con il loro inserimento nel territorio. I frutti della convivenza, tra residenti di diverse provenienze, maturano da una reciproca conoscenza, dall";accettazione del retaggio di storia, tradizioni e stili di vita propri del vicino di casa così come di colui che abita nella stessa città o provincia. Sono molte le iniziative di solidarietà , i meeting culturali, le promozioni del turismo regionale, con esposizioni dei prodotti più tipici, che le associazioni italiane attuano nelle fiere nazionali e internazionali. Ma non basta.
Il mondo associativo italiano operante all";estero oggi è oggetto di rinnovato interesse per motivazioni anche politiche. Ma nello stesso tempo è chiamato a fare delle scelte di qualità , consapevole delle sfide che deve affrontare e risolvere, per non trovarsi, tra pochi anni, nella situazione non d";attuare dei programmi culturali e sociali, ma di gestire club e ambienti costruiti con cura e sacrificio, destinati però a impoverirsi sempre più del loro significato originario. Le associazioni devono allora riacquistare le forze aggregative delle loro origini, ma con finalità e obiettivi che guardino al futuro e in grado di attirare gli interessi delle nuove generazioni.
Il convegno ha avuto l";obiettivo di proporre alle associazioni e ai gruppi di diversa provenienza, operanti in Italia e all";estero, l";opportunità di promuovere maggiori scambi e rapporti interculturali per crescere umanamente e socialmente insieme. Per favorire, come sostiene il professor Piero Bassetti, l";incontro dei valori del «borgo» con le prospettive del «villaggio globale», favorendo contatti, nuovi stili di presenza, messa in rete delle realtà italiche sparse nel mondo. Un modo per rispondere all";interrogativo di àdouard Glissant sul «come essere se stessi senza chiudersi agli altri, e come aprirsi agli altri senza perdere se stessi».
Emerge sempre più la convinzione che nel nuovo contesto politico e sociale si affermerà solo chi sarà espressione di valori e cultura aggregante, capace di mettersi in rete con le altre realtà che condividono questi valori. È una sfida che, in questo momento storico, può divenire stimolante per il mondo associazionistico italiano.