Chiara per sempre

Giustina è entrata in monastero a diciannove anni. Prima divideva la sua vita tra studio e sport agonistico. Poi, la scelta, dirompente, della clausura. La nostalgia di Dio era troppo grande.
05 Luglio 2000 | di

Suor Chiara ci parla al di là  della grata nel monastero delle clarisse di san Quirino in Assisi. Il suo viso dolce e il suo sguardo luminoso colpiscono subito. Una serenità  disarmante. Giustina, questo il suo nome di battesimo, è una giovane monaca di clausura. Ha 29 anni e da dieci vive nella totale contemplazione e dedizione a Dio.
Suor Chiara era una ragazza estroversa e piena di vita. Frequentava il liceo artistico, poi gli studi all' Accademia di Belle Arti a Venezia. Prima di incontrare il Signore - ci confida - la maggior parte del suo tempo libero era impegnato nello sport, in particolar modo nel canottaggio. Poi la scelta, dirompente, e l' ingresso in monastero sui passi di san Francesco e santa Chiara. «Fin da bambina ero stata formata alla vita di fede, ma in me era anche cresciuto il dubbio che Dio volesse privarmi della mia libertà  imponendomi una morale che limitava la mia umanità  e la sete di vita che portavo nel cuore».
Questo sospetto, penetrante, l' aveva portata a un allontanamento progressivo dalla fede. Aveva intrapreso dunque altri percorsi, che sicuramente le davano questa sensazione di libertà , di appagamento personale. Come, per esempio, l' arte figurativa, con la quale è cre-sciuta la sua passione per l' uomo e per la bellezza che in esso è nascosta.
«In me, però - aggiunge suor Chiara - rimaneva un senso di incompiutezza e di solitudine che ogni tanto mi portava ad alzare gli occhi al cielo per esprimere un' immensa nostalgia di Dio. Così il Signore ha ascoltato il mio dolore e, attraverso un inserimento casuale in un gruppo parrocchiale, mi ha parlato di sé in modo nuovo.
Ho conosciuto così un Dio amico, innamorato dell' uomo, che non disprezzava nulla di quanto aveva creato e che veniva a dare compimento al mio più intimo desiderio di amore. Lo stupore e la gioia di questo incontro hanno trasformato la mia vita. Lui ha preso rapidamente possesso del mio tempo, è divenuto il centro dei miei interessi e ha messo nel mio cuore un insaziabile desiderio di darmi a Lui per esprimere la mia gratitudine. In questo periodo ho avuto l' occasione di conoscere le clarisse e questo incontro mi ha segnata profondamente».
Dopo un anno Giustina è tornata ad Assisi e, in un forte momento di preghiera, ha intuito di dover realizzare lì il suo desiderio di essere totalmente unita a Dio e a ogni uomo in un amore che si fa offerta e preghiera quotidiana. «Attraverso un' intensa vita di preghiera e di fraternità  - spiega ora suor Chiara - cerco di proseguire il mio cammino di comunione con quel Dio che un giorno ha sedotto il mio cuore, riempiendo di senso la mia vita che, senza di Lui, era vuota e incapace di saziare il mio profondo desiderio di amore».

   
   
     

I GIOVANI PREGANO COSàŒ      

     

«I   giovani e la preghiera» è il tema di un recente sondaggio realizzato dall' agenzia Swg per conto del settimanale «Famiglia Cristiana». Dalla ricerca, svolta fra i giovani di età  compresa  tra i 18 e i 30 anni, è emerso che la preghiera è sentita innanzi tutto come forma di ringraziamento e solo in secondo luogo come richiesta d' aiuto. La più amata è il «Padre nostro», recitata preferibilmente da soli, anche al di fuori dai luoghi abituali.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017