Chris Cappell rivive in una scuola

Un gesto di generosità e di amore in memoria di un giovane cantautore romano, Chris Cappell, ha consentito la realizzazione di una scuola modello, donata al comune di Anzio dalla Fondazione «Christian Cappelluti». Questo mese i primi studenti.
03 Settembre 2002 | di

Dal 2 settembre, al Liceo «Chris Cappell College» arrivano i professori e gli studenti. Circa quattrocento ragazzi frequenteranno le quindici aule del Liceo classico statale. Mancavano solo loro dopo l`€™inaugurazione del marzo scorso, quando la scuola è stata ufficialmente donata dalla Fondazione «Cristian Cappelluti» al comune di Anzio. Con qualche fatica e tanto entusiasmo la scuola comincia a vivere davvero.

Questa scuola ha una storia speciale: deve l`€™esistenza a un ragazzo, nato a Roma il 17 agosto del 1975, che a soli dodici anni arrangiava e registrava i propri pezzi, tutti in lingua inglese, con il sistema multitraccia. A sedici anni era volato negli Stati Uniti a studiare composizione musicale nella famosa Berklee College of music di Boston, interessandosi della produzione musicale e dell`€™ingegneria del suono. Dopo la maturità , conseguita all`€™istituto «Massimo» di Roma, era tornato negli Usa per laurearsi in Business e music, nel maggio 1997, con il massimo dei voti, alla Wake Forrest University nel Nord Carolina. Christian era avviato, con determinazione e successo, alla carriera musicale, aveva già  lavorato con Mina e con i Pooh e aveva già  firmato i suoi primi contratti negli Stati Uniti, quando una bibita a base di succo di pomodoro lo portò alla morte, il 9 agosto del 1998, per una rara forma di allergia alimentare. Non aveva neanche 23 anni, ma aveva già  percorso a ritmo vorticoso tante tappe della vita: allacciato amicizie, relazioni, scritto un centinaio di canzoni.

La sua morte sconvolse migliaia di persone in Italia e in America, ma fu anche fertile perché, sull`€™onda della giovinezza vitale di Christian, sono state realizzate numerose iniziative. Molte persone si sono avvicinate alla sua musica, tanti ragazzi lo hanno conosciuto attraverso il sito www.chris cappel.com ed è stata costruita, appunto, la scuola di Anzio. Fra le sue aule e attraverso gli studenti di oggi Christian continua a vivere.

Le scelte architettoniche adottate fanno della scuola un ambiente «felice», proteso verso l`€™esterno: verso il verde, il mare, la luce. I laboratori `€“ linguistico, musicale e informatico `€“ con la dotazione di computer e la messa in rete di tutte le aule, ne fanno una scuola all`€™avanguardia (ci sarà  una biblioteca multimediale). Al centro dell`€™edificio, l`€™aula magna per attività  teatrali, conferenze, spettacoli`€¦ Una grande palestra (360 mq) con vetrate azzurre inondata di luce, offre un colpo d`€™occhio notevole anche dall`€™esterno. Intorno, campi di basket, pallavolo, tennis e calcetto`€¦ e un parco verde che ricorda i college americani.

Ma più che le strutture, già  di per sé sorprendenti, sono importanti la collaborazione tra pubblico e privato e lo spirito del «Chris Cappell College». «Una scuola pubblica, non una scuola per pochi eletti. Una scuola `€“ ha detto il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, intervenuto all`€™inaugurazione `€“ che renderà  possibile far crescere i nostri figli in un ambiente migliore, perché possano essere depositari di valori sani, autenticamente proiettati verso il futuro. Il primo dovere dell`€™autorità  è inchinarsi umilmente di fronte alla generosità , di fronte all`€™atto di amore. Donare è amare».

Ci sono voluti due anni per costruire il «Chris Cappell College», anni in cui i genitori di Christian, Franco e Adriana, si sono impegnati a fondo per fare qualcosa di più che ricordare sterilmente il figlio, qualcosa che fosse propulsore di crescita e di vita. «Mi auguro `€“ dice Franco Cappelluti `€“ che questa scuola sia il punto di raccolta per tutti quei giovani alla ricerca di che cosa fare nel futuro. L`€™amore promana da Dio e deve essere eterno, indistruttibile, quindi andare oltre la morte. Ecco perché non ci siamo fermati».

La mamma, Adriana Notari, spiega: «La scuola è stata concepita aperta al territorio per essere vissuta tutto il giorno, in tutti i giorni dell`€™anno, e tale da costituire un polo di riferimento per la crescita sociale e culturale dei ragazzi di Anzio, con la possibilità , attraverso scambi culturali tra giovani di diverse nazionalità , di favorire la conoscenza reciproca tra popoli, etnie, culture. Sono già  stati organizzati, al suo interno, un convegno sulla didattica, alcuni concerti, una rassegna di incontri con importanti scrittori».

 
Scuola innovativa

Una struttura così innovativa, per essere sfruttata a pieno, comporterà  anche dei cambiamenti didattici nel rispetto delle direttive della riforma scolastica e anche dello spirito dei donatori. «La novità  `€“ spiega con passione la preside Rita Giani`€“ è che l`€™alunno potrà  diventare protagonista della lezione. L`€™alunno potrà  scegliere un percorso di studio, seguendo le proprie personali inclinazioni. Creeremo degli iter flessibili attorno a tre indirizzi: comunicazione, linguistica e musica.

Per fare questo abbiamo bisogno di finanziamenti, ma soprattutto di entusiasmo che contagi i ragazzi e tutto il corpo docente. Una volta che la dotazione di computer e di attrezzature sarà  completata, il ragazzo potrebbe seguire la lezione anche dal computer di casa`€¦».

La scuola vuole essere aperta al mondo e per questo promuoverà  gli scambi: è già  in programma la partecipazione a seminari di contatto in Romania nell`€™ambito del progetto «Socrates».

 
Christian vive ancora

Tramite la scuola, ma non solo, Christian continua a vivere. Sono tantissime le testimonianze arrivate ai genitori per lettera, per fax, per e-mail o lasciate vicino alla sua tomba, al cimitero di Anzio.

«Christian `€“ ha scritto Tom, un amico americano `€“ è stata una persona della quale il mondo sentirà  certamente la mancanza, e solo Dio sa quanto egli ha dato e quanto sta ancora dando. Come amico ho trovato in lui la voglia di ridere e la gioia. La sua profonda capacità  di capire le persone ha toccato il mio cuore».

In moltissimi hanno testimoniato ai genitori gratitudine. «Non sono cattolico, né credo in Dio `€“ ha scritto Simone di Lecce `€“ ma credo che il modo in cui state onorando la scomparsa di Christian sia davvero commovente e bellissimo. Queste iniziative regalano a tutti noi un`€™occasione di riflessione e un duraturo sentimento di speranza». E Massimo, in una e-mail, definisce Chris un «grande amico del Cielo». Don Gianni, della comunità  «Don Orione» di Pompei: «Ho celebrato alcune messe in suo suffragio, senza sapere niente di lui`€¦ Sono andato alcune volte a pregare presso la sua tomba, al cimitero di Anzio. Mi hanno colpito le numerose lettere, ordinate e raccolte ai piedi della sua tomba, segno inequivocabile di un dialogo che va oltre la barriera della morte, mantenuto vivo dalle molte persone che hanno conosciuto, stimato e amato questo giovane innamorato della vita`€¦ La morte per noi credenti non coincide con la nostra distruzione, bensì rappresenta l`€™ingresso nella pienezza della vita. Christian continua a vivere in mezzo a noi al di là  della sua presenza fisica. Attraverso la scuola a lui dedicata, continuerà  ad esortare generazioni di ragazzi a non banalizzare l`€™esistenza, ad agganciarla a contenuti e a valori che la qualificano, dandole senso e gioia». L`€™elenco dei messaggi arrivati potrebbe continuare a lungo, ma ci fermiamo qui perché il nostro scopo era solo quello di raccontare una storia. «Non si può dire alla gente che cosa deve fare `€“ diceva Christian `€“ si può solo raccontare loro una storia e sperare che serva da lezione».          

 

Un libro con le sue canzoni

Chris Cappell tra terra e cielo

 
«Io non voglio morire,

voglio solo volare via da questa realtà  che odio`€¦

Dove posso essere me stesso,

dove posso trovare la mia strada

Voglio raggiungere un luogo

dove poter essere ciò che voglio

Ti prego lasciami correre via».

 

Sono alcuni versi di Lasciami correre via, l`€™ultima canzone di Christian Cappelluti, scritta nel 1998, appena pochi mesi prima di morire. Il ritornello della canzone è anche il titolo di un volume, curato dal gesuita Antonio Spadaro, redattore della «Civiltà  cattolica», e pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova, per la collana «terra & cielo» (Chris Cappell, Lasciami correre via, Emp 2001, pp. 168, e 8,00). Un`€™antologia che raccoglie una cinquantina di canzoni inedite `€“ testo originale in inglese, lingua che Christian usava per comporre, e traduzione italiana a fronte `€“, oltre all`€™introduzione di Antonio Spadaro e a una nota biografica di Eugenia Sciorilli.

Attraverso i testi di Christian, che compongono una sorta di biografia, si intuisce molto della sua personalità : era diretto, sapeva arrivare al cuore, leggere le emozioni, vedeva dentro le persone. E poi la necessità  creativa e l`€™identità  che in lui assumevano vita e musica. La ricerca di strade difficili e impegnative, il suo eclettismo. Le sue canzoni erano la sua vita, i suoi sentimenti, il suo cammino quasi ascetico verso la perfezione, verso la fedeltà  alla propria passione vissuta in maniera veramente singolare per un giovane. Christian diceva: «Crescere vuol dire cercare sempre di migliorare se stessi».

«Christian non voleva morire `€“ aggiunge Laura Pisanello, direttrice della collana `€“. Amava la vita, l`€™amore, quanto di bello c`€™è su questa terra. Era un entusiasta, un ragazzo che ha lasciato una scia luminosa dovunque sia passato. E un segno l`€™ha lasciato anche nella nostra Editrice».            S.F.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017