Ciascuno ritorni alla fonte

Lo spirito e le tappe del Giubileo nel Paese transalpino.
04 Gennaio 2000 | di

Per sapere come la Chiesa francese vivrà  il Giubileo, abbiamo intervistato monsignor Jacques Perrier, vescovo di Tarbes e Lourdes, e presidente del Comitato francese per il Giubileo del 2000.

Msa. In Francia quali saranno i momenti forti del Giubileo?
Monsignor Perrier.

Per la celebrazione del Grande Giubileo, Giovanni Paolo II ha preso una decisione originalissima: e cioè che il Giubileo sia celebrato su un piano di uguaglianza sia a Roma, sia in Terra Santa che nelle diverse diocesi. Non è stato necessario, dunque, a livello nazionale organizzare dei grossi raduni. Nello stesso tempo per l'opinione pubblica si è rivelato importante avere una giornata giubilare comune a tutte le diocesi. Questa giornata sarà  la domenica di Pentecoste 2000. La Pentecoste è un simbolo bellissimo. Sarà  l'apice dell'Anno Santo in Francia.

Il Giubileo non deve limitarsi a pratiche religiose e a celebrazioni spirituali. Come fare perché la gente ne percepisca la portata, senza fermarsi all'aspetto mediatico delle cifre e delle immagini?

Numerose sono le vie offerte per vivere l'Anno Santo. Chi lo desidera può scegliere di fare un ritiro spirituale; altri di approfondire la loro fede o tentare uno sforzo ecumenico; altri ancora di andare più lontano nel loro impegno cristiano di evangelizzazione, di azione sociale, di dialogo interreligioso. L'importante è che ciascuno ritorni alla fonte: Cristo, oggi, ieri e sempre.

 La Conferenza episcopale francese ha da poco pubblicato un comunicato importantissimo sui sans papier, gli stranieri sprovvisti di carta di soggiorno. Nell'ottica del Giubileo questo interesse per i problemi sociali acquisisce una grande importanza.

La denominazione sans papier (senza documenti) copre situazioni in sé molto diverse. La questione, anche se resta di natura politica, oggi è meno bloccata che nel recente passato. È una questione aperta in tutti i partiti ad eccezione dell'estrema destra. Bisogna sperare che eventuali decisioni, concernenti questo o quel tipo di situazione particolare, non ricadano nel gioco politico dei contrasti «destra contro sinistra».

La Francia è un Paese d'immigrazione. Lei come vede in prospettiva il dialogo culturale e interreligioso?

Per quanto riguarda il dialogo interreligioso è necessario distinguere, in Francia, due problemi relativamente nuovi. La moda oggi è il buddismo, senza trascendenza, senza salvezza che viene da un altro, senza dogma per cosi dire, centrato sulla realizzazione della persona a partire da se stessa. Con in più la possibilità  della reincarnazione. Credo che il dialogo con il buddismo sia molto difficile, essendo due universi, quello cristiano e quello buddista, così distanti. Il rapporto con i buddisti, invece, non pone nessun problema alla società  francese.
Per l'Islam è tutta un'altra storia. Io non credo alla minaccia musulmana. Penso al contrario che la presenza di numerosi musulmani in Occidente permetterà  finalmente un incontro vero tra credenti, senza imperialismo politico delle due parti.

Oltre che presiedere il comitato del Giubileo per la Francia, lei è anche vescovo di Lourdes. Come risponderà  questa città  alle sfide del nuovo secolo?

Per l'annuncio del Vangelo, Lourdes è un luogo provvidenziale, in questi tempi secolarizzati. È stato così fin dall'inizio. Si figuri che le apparizioni avvennero un anno dopo la pubblicazione di Madame Bovary, un romanzo notevole senza dubbio, ma anche fortemente antireligioso. Si dice di Barnaba che arrivando ad Antiochia vide la grazia: ebbene è questo il miracolo permanente di Lourdes.

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017