Comites, l’anno della svolta
Il 26 marzo i nostri connazionali nel mondo votano per eleggere i Comites, Comitati degli italiani all";estero, nelle Circoscrizioni consolari in cui risiedono più di 3 mila cittadini italiani.
Queste elezioni cadono in un momento storico importante per la collettività degli italiani all";estero. Tra le novità del nuovo quadro politico-sociale vanno infatti annoverate: l";istituzione del Ministero per gli Italiani nel mondo, la riforma degli stessi Comites, la maggiore centralità del ruolo del Cgie: il Consiglio generale degli italiani all";estero, il riconoscimento del diritto di voto in loco all";estero, e la conseguente possibilità di eleggere una rappresentanza parlamentare degli italiani nel mondo.
Perché queste elezioni hanno oggi un maggior rilievo che non in passato? Ne abbiamo parlato con Franco Narducci, segretario generale del Cgie, Consiglio generale degli italiani all";estero, e con Bruno Zoratto direttore del periodico Oltreconfine , che ci ha concesso l";intervista pochi giorni prima della sua improvvisa morte.
«La nuova legge "; osserva Narducci "; mette a disposizione delle comunità italiane, strumenti nuovi tra i quali il voto per corrispondenza. Proprio perché ci sarà una partecipazione più larga, questi nuovi organismi avranno una legittimazione diversa rispetto al passato. Inoltre con l";approvazione della legge ordinaria sull";esercizio del voto all";estero, i Comites diventano sicuramente le ";antenne"; territoriali in grado di captare le esigenze della nostra comunità ».
«Gli italiani che risiedonoall";estero "; aggiunge Zoratto "; con questa nuova legge hanno più autorevolezza e così accrescono la loro forza contrattuale nei confronti delle autorità diplomatiche italiane. Inoltre avranno maggior peso e autonomia nei confronti delle autorità locali».
La nuova legge sui Comites conta alcuni elementi innovativi: «si passa da un regime di contributo ad uno di finanziamento "; ricorda Narducci "; per cui le disponibilità finanziarie saranno ricevibili entro il primo quadrimestre dell";anno, a patto che i Comites presentino la documentazione richiesta entro i tempi prescritti. I Comites potranno interloquire con le autorità locali. Questo è importante perché nei processi avanzati d";integrazione, i diversi problemi "; basti pensare a quello dell";invecchiamento, dell";integrazione scolastica o del lavoro "; hanno sicuramente bisogno di Comites capaci di essere incisivi. Il Comitato dei presidenti è un";innovazione che viene introdotta nella legge, così come la riunione, una volta all";anno, presieduta dall";ambasciatore e dal rappresentante del Cgie con il Comitato dei presidenti e con la rappresentanza parlamentare residente in quella zona elettorale. C";è poi la possibilità di esprimere parere obbligatorio su tutti i contributi di qualsiasi genere e qualsiasi provenienza che vengono indirizzati ad enti che operano nella nostra comunità ».
«È rilevante anche l";attenzione, contemplata dalla legge, per le giovani generazioni "; osserva Zoratto ";: cui, nella precedente normativa, non si faceva riferimento; ed anche alle pari opportunità . I nuovi Comites hanno un mandato di rappresentanza allargato: mentre prima potevamo solo essere interlocutori nei confronti del console di turno, ora ciascun Comitato, anche attraverso studi e ricerche, può contribuire ad individuare le esigenze di sviluppo sociale della comunità . E questo è un elemento di grande importanza».
Ma la riforma avrebbe dovuto porre un accento maggiore sul coinvolgimento della nostra rappresentanza nei contesti locali: «Qualcuno mi deve spiegare "; eccepisce Zoratto "; per quale motivo il Comites deve fornire un parere sui contributi dati alla stampa d";emigrazione, che di solito riceve le briciole, a fronte dei milioni di euro appannaggio dei quotidiani per i quali non viene chiesto il parere». Per quanto concerne, invece, la presentazione delle liste, «è inutile "; prosegue Zoratto "; fare le nottate davanti ai consolati quando basta il sorteggio. Personalmente ho votato contro la diminuzione dei membri dei Comites nelle grandi circoscrizioni».
Sul fronte della collaborazione tra Cgie e Comites, Narducci è ottimista: «in alcune nazioni ha dato buoni risultati. Ma questa situazione non è simile ovunque anche a causa delle grandi distanze. Con i mezzi di cui disponiamo, è sicuramente possibile trasferire le informazioni, e mettere in moto un circuito sinergico più innovativo, favorendo una collaborazione più attiva tra le delegazioni che vengono elette dal Comites stesso e gli italiani all";estero ovunque si trovino nel territorio».
Una nota dolente viene purtroppo dall";aggiornamento dell";Aire, l";Anagrafe degli italiani residenti all";estero, e che interessa sia l";elezione dei Comites che le future consultazioni elettorali. «Dopo l";ultimo referendum "; lamenta Narducci "; ho potuto quantificare che 800 mila italiani erano stati tagliati fuori dal voto perché numericamente non figuravano nell";elenco elettorale redatto in base all";Anagrafe degli italiani all";estero. Da giugno fino ad ora, sono state recuperate poco più di 70 mila posizioni. Sennonché, pochi giorni prima di Natale, si è saputo che vi sono quasi un milione di posizioni non coincidenti dal punto di vista della precisione degli indirizzi. Ora, su questo ultimo versante, c";è da dire che i consolati possono intervenire e correggere. Ma ritengo che anche questa volta, purtroppo, vi saranno dei connazionali che non riceveranno il plico per partecipare alle votazioni dei Comites. Ci vorrebbe un";authority, un coordinamento, perché credo che il Ministero dell";Interno, se vuole, in accordo con le Prefetture, possa arrivare a definire un elenco elettorale basato sull";Aire».
Preoccupato per l";Aire è anche Zoratto: «Per quello che sono riuscito a constatare in Germania, ci sono cose vergognose: esistono elenchi che presentano codici postali scambiati con prefissi telefonici, nomi di città in lingua italiana invece che locale. Credo che con i nuovi strumenti informatici, questo problema si possa risolvere, e mi sembra, invece, che non si voglia risolvere. Talvolta questo è dovuto ai consoli che non fanno il loro dovere. Ma anche i comuni devono fare la propria parte, e se non la fanno i consoli sono tenuti ad intervenire, se necessario, sporgendo denunce alle Procure della Repubblica».
C";è un altro aspetto rilevante della questione: le istanze delle nostre comunità all";estero che si legano necessariamente al funzionamento dei Comites. «Purtroppo i giovani e le donne non sono sempre ben rappresentati» "; osserva Zoratto ";. «Per quanto riguarda le nuove generazioni, in alcuni Paesi c";è un forte risveglio d";interesse "; fa notare Narducci ";. Qui in Svizzera ci saranno liste esclusivamente di giovani. Molto di più c";è da fare in termini di gemellaggi e di cooperazione per condividere il patrimonio culturale italiano». In questo senso: «i Comites hanno contribuito ad avvicinare le istituzioni diplomatiche e consolari alla nostra gente "; soggiunge Zoratto ";, anche se talvolta qualche console voleva fare il presidente del Comites, e qualche presidente del Comites voleva fare il console».
Un rischio che potrebbe riemergere sull";onda dell";attuale forte clima di contrapposizione politica tra centrodestra e centrosinistra rispetto al quale anche i Comites potrebbero diventare terreno di scontro e lottizzazione. «La contrapposizione politica c";è sempre stata "; ricorda Narducci "; e un";eccessiva partitocrazia sarebbe sicuramente dannosissima. Bisogna fare in modo che l";associazionismo, quello storico, mantenga ancora un ruolo da protagonista affinché ci siano ampie aggregazioni. Inoltre occorre un maggiore impegno dei comitati per dare voce e per presentare le problematiche e le situazioni sul piano locale delle nostre comunità ».
«Dobbiamo renderci conto "; aggiunge Zoratto "; che in emigrazione quando un cittadino italiano, sia di destra, di sinistra o di centro, va al consolato e il consolato non funziona, questo avviene mica perché uno è di destra, di sinistra o di centro. Non funziona perché a monte c";è qualcosa che non va. Noi ci troviamo accomunati da problemi, e questa comunanza ci porta proprio ad un approccio diverso. Si è forti nei confronti dell";ambasciata, del consolato e del Parlamento italiano se si è uniti nella rivendicazione, nella richiesta, non se si è divisi. Certo, ognuno ha la propria fede, ha la propria estrazione culturale. Ma quelle sono un arricchimento. Invece, esportare all";estero il vizio partitocratico italiano è una perdita».