Con Gesù tra le braccia
Come ogni anno, nelle domeniche di Avvento, presso la Basilica del Santo di Padova, si tiene un ciclo di catechesi attraverso l’arte. A organizzarlo è il gruppo dei frati della Pastorale dell’Arte al Santo, esperienza di cui abbiamo già parlato in precedenza. Lo scopo è quello di proporre alcuni momenti per vivere con più intensità il Natale, utilizzando diversi linguaggi. Il primo è quello dell’arte: siamo messi a contatto con opere di vari artisti, spesso presenti nel contesto della Basilica (in uno degli incontri, ad esempio, alcuni aspetti della figura di Maria sono presentati attraverso il capolavoro di Donatello che si trova sull’altare maggiore), ma anche raccolti da altre fonti, proiettati su uno schermo posto nella parte anteriore del presbiterio, che consente una visione comoda anche dei particolari. Altro linguaggio utilizzato è quello verbale, che consiste nella spiegazione delle opere, soprattutto cercando di cogliere il loro significato spirituale e umano, con l’intento di generare un coinvolgimento non solo intellettuale, ma anche affettivo, capace di scaldare il cuore e di porre interrogativi personali. Per questo, spesso vengono utilizzati testi poetici e, in alcuni casi, anche dei frammenti audiovisivi. La musica è un altro veicolo del messaggio: nella proposta di quest’anno, oltre ai sottofondi che accompagnano la lettura dei testi, è stata eseguita anche musica dal vivo, grazie alla collaborazione di musicisti del conservatorio Cesare Pollini di Padova.
Il tema del percorso di Avvento è “Con Gesù tra le braccia”: l’intento è di recuperare la parte affettiva, concreta e reale del Natale, al di là di rappresentazioni sdolcinate e idilliache, incontrando l’esperienza di Maria, di Giuseppe e di alcuni santi, tra cui Francesco di Assisi e Antonio di Padova, che hanno tenuto il bambino Gesù tra le proprie braccia. Nel primo incontro, “Un Dio bambino tra le braccia”, l’attenzione è posta sul dipinto “Adorazione dei pastori” di Lorenzo Lotto: in particolare, viene posto in risalto il gesto del bambino, che carezza la pecorella, dichiarando implicitamente la sua identità di agnello di Dio, che è allo stesso tempo colui che è venuto per recuperare ogni pecorella smarrita, anche la più lontana. Nel secondo incontro, “Tra le braccia di una madre: Maria”, l’opera centrale è il “Trittico del roveto ardente” di Nicolas Froment, una rappresentazione suggestiva in cui Maria col bambino è posta sul roveto: come Mosè vide il fuoco bruciare senza consumare il roveto, così in Maria arde il fuoco dell’amore di Dio senza distruggere, l’Incarnazione non è evento violento, ma fuoco che illumina e riscalda. Nel terzo incontro, “Tra le braccia di un padre: Giuseppe”, viene proposta la tela “San Giuseppe col bambino” di Giambattista Tiepolo (conservata a Detroit): qui vediamo Giuseppe che tiene tra le braccia Gesù senza stringerlo, in una posizione che ci può interrogare su cosa ci impedisce di accogliere veramente il Signore. Infine, nella quarta domenica, “Tra le braccia dei fratelli: i Santi”, incontriamo varie figure di santi che hanno vissuto l’esperienza mistica di tenere Gesù bambino tra le braccia: santa Chiara, san Francesco e in particolare sant’Antonio, che spesso è raffigurato in questo modo.
Oltre al percorso domenicale, è stato proposto anche un evento serale, martedì 16 dicembre, dal titolo “Con Dio tra le braccia”: non solo una catechesi, ma un vero e proprio tempo di preghiera, accompagnati dalla domanda «Gesù, il tuo Signore, viene a te come un bimbo appena nato. Tu, oggi, come ti poni davanti a lui?». Dopo una parte iniziale in cui viene evocata la profezia di Isaia («In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici»), riflettendo sugli interrogativi che pone a noi anche oggi, viene portata la statua del bambino Gesù su un greppia davanti all’altare e viene proposto di visitare dei luoghi nella Basilica dove si possono incontrare le testimonianze dei personaggi presenti nelle quattro domeniche di Avvento. Nella parte finale c’è un tempo di adorazione eucaristica: Gesù che si fa presente in poca apparenza di pane.
Una modalità coinvolgente per continuare anche oggi l’annuncio del Vangelo, della buona notizia che Gesù è venuto per salvarci, cioè darci una vita piena e bella, che chiede di essere accolta.