CON I DISABILI

08 Marzo 1998 | di
Anche La Nostra Famiglia quest'anno è in festa. Celebra i cent'anni dalla nascita del suo fondatore. Il 'Messaggiero di sant'Antonio', per dire, sfornava il suo sesto numero quando, il 22 giugno 1898, a Cislago (VA), nasceva Luigi Monza. Famiglia povera, i Monza, che si guadagnava da vivere spaccandosi la schiena sui campi. E sui campi, e poi come garzone di calzolaio, anche Luigi sudò la sua parte. Sino a diciott'anni. Poi entrò in seminario. Nel 1925 fu ordinato prete e subito destinato ad animare la pastorale giovanile a Vedano Olona e a Saronno. Un periodo fecondo ma duro, segnato da incomprensioni, difficoltà , persino dal carcere per motivi politici. Si era in pieno regime fascista.

Nel 1937 riuscì a realizzare un suo sogno dando vita all'Istituto secolare delle Piccole apostole della carità . Il nome stesso era un programma: di impegno verso le tante povertà  che anche allora affliggevano il paese. Con il tempo don Monza e le Piccole apostole restrinsero il campo delle loro attenzioni sui bambini handicappati, una categoria tra le più disagiate e trascurate. Per assisterli crearono La Nostra Famiglia, un'associazione che ancor oggi si identifica con la riabilitazione di disabili in una fascia d'età  che va dai tre ai diciotto anni.

I primi centri di riabilitazione sorti in Lombardia (la sede centrale è a Bosisio Parini, Lecco) ne hanno figliati altri, in Italia e all'estero. Ora l'associazione, ufficialmente riconosciuta come ente non profit (senza fini di lucro), è presente in otto regioni italiane e in cinque paesi stranieri. Dominante tra i suoi impegni la tutela della dignità  e il miglioramento della qualità  di vita di bambini e ragazzi portatori di disabilità  fisiche o mentali, ma anche afflitti da disturbi emozionali e di relazione. Senza trascurare le loro famiglie, ma facendosi carico con la disabilità  anche della sofferenza che essa suscita in chi la vive, in prima persona o di riflesso.

Sempre attenta ai progressi che avvengono nel settore, La Nostra Famiglia ha messo in moto una serie di iniziative che comprende: Centri di riabilitazione, dotati per quanto possibile degli strumenti più idonei; Case Famiglia, che sono strutture abitative di tipo familiare per quanti hanno bisogno di assistenza oltre che di riabilitazione; Centri di lavoro guidato, che curano la qualificazione e riqualificazione professionale dei disabili e la formazione al lavoro; Gruppi di accoglienza, che intervengono per individuare il tipo e la qualità  dell'intervento in situazioni di grave disagio familiare e sociale unito all'handicap. Annessi ai Centri di riabilitazione, poi, funzionano i Centri diagnostici che offrono una serie nutrita di prestazioni specialistiche: dalla neuropsichiatria infantile alla epilettologia, dall'oculistica alla fisiatria... Le prestazioni erogate ogni anno sono 30 mila, le persone curate 16 mila.

Non manca l'impegno per la ricerca scientifica, affidata all'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico 'Eugenio Medea', e per la formazione sia di terapisti della riabilitazione sia di altre figure professionali. Quest'ultima avviene in Scuole di formazione istituite presso i principali centri in collegamento con le università .

Un'attività  intensa rivolta a circa 15 mila disabili e che impegna 2500 operatori. Il tutto, ovviamente, condito da un ingrediente che la tecnologia non prevede: la carità , cioè un'attenzione amorosa ai singoli casi, alle persone, accolte e seguite come membri di 'una sola grande famiglia': La Nostra Famiglia. Sullo stile di don Monza, che fu un santo prete che molti vorrebbero vedere sugli altari.

Per renderci conto di persona di come vanno le cose, abbiamo visitato per comodità  - è poco lontano da Padova - la sede de La Nostra Famiglia di Conegliano. Immerso nel verde delle colline della Marca Trevigiana, il Centro spicca per la sua armoniosa struttura circolare. Sorto nel 1968 come Casa Famiglia, si è poi radicato nel tessuto sociale fino a dar vita a una rete di centri paralleli nella regione: a Treviso, Padova, Vicenza, San Donà  di Piave, Mareno, Oderzo. Ultimo della serie, Pieve di Soligo, un centro in via di ultimazione, con una particolarità : cura la riabilitazione dei traumatizzati, giovani e adulti, da incidenti stradali e del lavoro.

Il Centro di Conegliano (segue 1200 persone) è - tra quelli veneti - il più completo per quantità  di servizi offerti: vi sono tutte le funzioni sopra descritte, dalla diagnostica alla ricerca medico-scientifica, passando per l'accoglienza, la riabilitazione, l'educazione scolastica, la formazione professionale e di tecnici e terapisti in collaborazione con l'università  di Padova...

'Primo compito del Centro - ci spiega la responsabile Gigliola Casati - è di valutare i singoli casi nella loro gravità  e possibilità  di recupero, quindi di concordare un progetto riabilitativo ed educativo. Se a trovarsi in difficoltà , poi, sono anche le famiglie, le si aiuta cercando le soluzioni più idonee, in collaborazione con i servizi sociali e le associazioni anche del volontariato che operano nel territorio. In alcuni casi si percorrono le esperienze dell'affido familiare o l'adozione'.

'I bambini - prosegue Gigliola Casati - non usufruiscono solo delle terapie riabilitative, possono anche frequentare le scuole statali, materna ed elementare, interne alla struttura. La materna è un'esperienza interessante di integrazione fra bambini disabili e normodotati, che convivono in un rapporto paritario dentro percorsi didattici e di relazione molto originali: è un'esperienza importante e carica di significati. Per i bambini in difficoltà  che frequentano le scuole statali interne al Centro, viene approntato un progetto riabilitativo-educativo personalizzato, per cui possono frequentarla uno o due anni, ma anche uscirne e rientrare in un andamento elastico che tiene conto dei progressi, dei regressi e delle insorgenti difficoltà .

'Venticinque bambini, la cui disabilità  fisica è accompagnata da situazioni familiari delicate e complesse, vivono nel Centro. Alcuni di loro vengono inviati dal tribunale dei minori. Altri 160 frequentano il day hospital, che comprende percorsi riabilitativi intensi, frequenza della scuola materna, elementare o dei corsi di formazione professionale e giungono al Centro al mattino per rientrare a casa la sera'.

'Le tecniche riabilitative - continua la responsabile del Centro - sono sostenute e accompagnate dall amore da parte dei medici e degli operatori: un miscuglio (tecnica e umanità ) capace di ottenere risultati insperati. È successo a una bimba, che versando in condizioni fisiche ritenute dai pediatri gravissime e con scarsissime possibilità  di sopravvivenza, è arrivata a La Nostra Famiglia, che l'ha presa in carico tenendo conto che oltre ai problemi presentati non aveva una famiglia di riferimento. Ebbene - conclude Gigliola Casati, con un sorriso che trasmette la gioia per un progetto di vita realizzato  quella bambina oggi è inserita in una normale famiglia, è amata da molte persone, frequenta la scuola pubblica, è seguita per le necessità  riabilitative dai medici, dai terapisti e dagli operatori del Centro. E storie come questa se ne potrebbero raccontare molte altre'.

'Al Centro di Conegliano, oltre ai bambini che vi vivono e quelli che vi giungono ogni giorno, ci sono circa 500 ragazzi che frequentano gli ambulatori secondo programmi terapeutici previsti da interventi riabilitativi e collegati alle loro abilità  e alla loro età .

'Abbiamo anche qualche adulto che necessita di terapie di mantenimento o che impediscano la regressione - ci informa Gigliola Casati - . Ma accogliamo anche, come è nello spirito dell'associazione, disabili con qualsiasi patologia, anche con difficoltà  legate a situazioni del momento. Tali difficoltà  oggi si manifestano con più evidenza nell'apprendimento scolastico, nel rapporto con gli altri, nelle relazioni familiari specie in situazioni di famiglie disgregate& Si tratta sempre di disabilità  che se non opportunamente oggetto di intervento tempestivo e mirato, rischiano di diventare un handicap. Oltretutto, non sempre l'ambiente sociale è accogliente verso chi non riesce a mantenere i ritmi di vita della realtà  in cui è inserito. Per l'Organizzazione mondiale della sanità , infatti, handicappato è chi, a causa della sua disabilità , non riesce a interagire con la realtà  sociale e non viene accettato per i limiti che esprime. La società  è più propensa ad accettare una menomazione fisica, di un ragazzo in carrozzina, che un handicap psichico'.

A Conegliano c'è anche un Centro di formazione professionale riconosciuto dalla regione: unopportunità  in più specie se produttrice di percorsi per un inserimento nel mondo del lavoro. I corsi sono stati istituiti nel 1979 e prevedono, oltre al costante intervento riabilitativo, la frequenza a lezioni di falegnameria, ceramica, composizione grafica, cartotecnica e altro. Alcuni ragazzi, finita la scuola, sono già  in grado di essere inseriti in attività  occupazionali, altri fruiscono di stage organizzati in collaborazione con il Servizio di inserimento lavorativo disabili (Sild), delle Usl nel cui territorio risiedono. Altri ancora vengono avviati a centri di lavoro guidato o a percorsi concordati con le famiglie e con l'Ufficio del lavoro, per garantire a ciascuno condizioni adatte, ed evitare frustrazione e disagi.

'I nostri ragazzi vengono di preferenza assunti da imprese di piccole e medie dimensioni, nel settore del legno, metalmeccanico e addette al commercio - spiega Sergio Dugone, responsabile amministrativo - . Essi si adattano volentieri a mansioni diverse o a lavori ripetitivi, ma che permettano anche una certa elasticità . Importantissimo è il coinvolgimento della famiglia: lo scopo è di portare il ragazzo a essere autonomo, ma se non c'è collaborazione insorgono problemi. È capitato di lavorare per rendere i ragazzi autonomi, ad esempio, nella gestione del tempo libero o nell'usare i mezzi pubblici. Ma le paure dei genitori, anche se giustificate, possono intralciare questo cammino di formazione personale e lavorativa. Può anche succedere, al contrario, che la famiglia non si renda conto dei limiti oggettivi del figlio. Per la buona riuscita del progetto di riabilitazione complessivo è determinante la collaborazione di tutti: Centro, famiglie, servizi del territorio, comune, Usl, parrocchia, quartiere, vicinato, associazioni di volontariato& '.

Premio Messaggero 1998

 

Per ricordare i cent'anni del 'Messaggero di sant'Antonio', abbiamo deciso, tra l'altro, di assegnare un premio a persone o gruppi, segnalati dai lettori, che hanno compiuto qualcosa di particolare per gli altri. Le segnalazioni più consistenti hanno riguardato i gruppi. E la selezione si è concentrata su sei. Nello scorso numero abbiamo presentato gli alpini, in questo 'La Nostra Famiglia'. Alla fine sarete invitati a esprimere la vostra preferenza, grazie alla quale verrà  assegnato il premio. Tra quanti invieranno le loro preferenze verranno sorteggiate due persone che saranno invitate a Padova a consegnare loro stesse il premio.

Alcuni indirizzi utili

 

m Bosisio Parini (Lecco) - via don Luigi Monza, 20 - tel. 031/877111.
m Milano via Rapisardi, 15 - tel. 02/6456831.
m Ostuni (Brindisi) - Strada dei Colli - tel. 0831/349111.
m Ponte Lambro (Como) - via don Luigi Monza, 1 - tel. 031/625111.
m San Vito al Tagliamento (Pordenone) - via della Bontà , 7 - tel. 0434/833731.
m Conegliano (Treviso) - via Costa Alta, 37 - tel. 0438/4141.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017