COOPERAZIONE E SVILUPPO

Il docente universitario Gabriele Orcalli ritiene che la cooperazione avvantaggerà i veneti all’estero, il loro Paese d’adozione e il Nordest dell’Italia.
05 Marzo 1997 | di

Venezia

Lo ha sostenuto più volte l'assessore regionale all'emigrazione Franco Bozzolin nei suoi interventi ufficiali e nel programma del suo assessorato: il futuro del Nordest e dei veneti all'estero trova nella cooperazione la più dinamica risorsa per un mutuo sviluppo e arricchimento. Una conferma in tal senso giunge anche dal professor Gabriele Orcalli, docente di Economia dell'integrazione europea presso la facoltà  di Scienze politiche dell'università  di Padova. Nell'ambito dei programmi del dipartimento dell'emigrazione della regione del Veneto, il professor Orcalli ha tenuto numerosi corsi di Economia internazionale presso le università  argentine di Buenos Aires, Santa Fé e Rosario, e nello stato di Santa Catarina nel sud del Brasile, che hanno visto una massiccia partecipazione di neodiplomati e neolaureati discendenti di italiani emigrati. Gli studenti più meritevoli hanno usufruito di borse di studio per frequentare ulteriori corsi nel Veneto. Al professor Orcalli abbiamo rivolto alcune domande per comprendere meglio questa prospettiva di integrazione e cooperazione che interessa l'economia veneta, e non solo.

Msa. Quali sono i caratteri distintivi delle imprese del Nordest dell'Italia, e che dovrebbero essere maggiormente evidenziati e diffusi in ambito internazionale?

Orcalli. Il Nordest è un'area del Paese già  molto valorizzata a livello internazionale sia sul piano commerciale sia su quello della ricerca. Da tutti è considerato come uno dei modelli di riferimento principali per alcune sue caratteristiche: l'identificazione tra imprenditore e proprietario, la gestione familiare delle imprese e l'identificazione dell'impresa con il territorio all'interno della quale essa opera.

Quali sinergie e collaborazioni vede possibili tra imprese del Nordest e imprenditori veneti nel mondo?

Osservando i Paesi in cui agiscono imprenditori veneti emigrati, emergono valori e modi di operare che li rendono affini agli imprenditori del Nordest. Questa similitudine potrebbe favorire più facili rapporti economici e di cooperazione, particolarmente con alcune regioni dell'America latina dov'è significativa la presenza di imprese venete (Argentina, stati del Sud del Brasile), che puntano molto su un sistema di crescita industriale basato sulla piccola impresa. Per le imprese venete ci sarebbe la necessità  di fare il salto dalla cooperazione locale alla cooperazione internazionale. Essendo difficile per le piccole imprese entrare direttamente nei mercati internazionali, si potrebbe attuare una penetrazione indiretta attraverso uno scambio di tecnologie tra imprese del Nordest e imprese di veneti all'estero.

Quali scelte dovrebbero essere fatte, a livello regionale, per favorire una più efficace collaborazione tra il Veneto e gli emigrati veneti?

Le camere di commercio e le società  che fanno capo alla regione dovrebbero essere come una sorta di volano che favorisce contatti tra imprenditori veneti e veneti nel mondo al fine di favorire non solo le esportazioni, ma soprattutto il trasferimento di tecnologie. Credo che specialmente con l'America latina si potrebbero intensificare forme di collaborazione tra imprese, in quanto qui è più forte il bisogno di moderne tecnologie: tale trasferimento favorirebbe lo sviluppo di questi Paesi e promuoverebbe una proficua apertura internazionale dello stesso Nordest.

Come vede le nuove generazioni discendenti di emigrati veneti? Quali aspettative hanno nei confronti del loro Paese d'origine?

Ho trovato in questi giovani un forte orgoglio per le loro origini venete. Essi non hanno alcuna intenzione di rientrare in Italia e non vedono l'Italia come un mito, ma come un punto di riferimento. Molti di loro sono imprenditori e avvertono l'importanza di contribuire al miglioramento del Paese d'adozione, anche se conservano un forte legame culturale e sentimentale con l'Italia. Per questo è necessario incrementare una formazione avanzata nel campo dell'economia e del diritto, dell'ingegneria e della tecnologia, promuovendo stages e interscambi culturali ed economici.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017